Ormai dovresti saperlo che per me le ospiti di Dueminutiescendo hanno lo stesso, grandioso, valore. Ognuna di loro mi regala ogni volta un pezzo della sua anima. Come potrei mai fare una classifica? Tuttavia, con alcune di loro l’alchimia è immediata, limpida, salda. Raffaella Ferré è una di loro.
Nata a Eboli, scrittrice dallo stile cristallino, Raffaella è una di quelle autrici che vorresti seguire H24. Perché con le sue parole ha il dono di farti vedere ciò che narra. Con lei ho voluto chiacchierare di tanti amori in comune. Principalmente, la scrittura e Napoli, la sua città attuale.
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Raffaella Ferré, Napoli e le parole
Si può vivere di scrittura, oggi in Italia? “Sono stata fortunata a poterlo fare. Avevo ben chiaro che avrei voluto scrivere, ho studiato per farlo e ho cominciato mentre facevo la giornalista” mi ha raccontato Raffaella Ferré, che collabora, tra gli altri con Valigia Blu e The Vision e che cura una bellissima rubrica sul quotidiano Il Mattino, Di Riffa e di Raffa. Come ogni brava scrittrice, Raffaella è molto rigorosa. “Scrivo alle 5 del mattino, quando so che nessun essere umano sano di mente mi disturberebbe. E poi con l’agenda alla mano cerco di rispettare ogni punto“.
Un amore chiamato Napoli
Quanto a Napoli, la città in cui vive e che racconta così bene, non ha dubbi. “Napoli si fa ingabbiare poco. E ogni tentativo di farlo risulta lesivo della totalità di una città alla fine piccola, chiusa nel suo centro. Ci sono quartieri che sono mondi a parte. Il problema è scegliere una prospettiva e seguirla. Perché Napoli cambia a ogni vicolo, stagione o piano di balcone. Chi l’ha raccontata meglio? Paolo Sorrentino in È stata la mano di Dio ed Elena Ferrante in L’amica geniale e L’amore molesto“.
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Ascolta “Raffaella Ferré, scrivere è un lavoro che non finisce mai” su Spreaker.
Dueminutiescendo
Hai presente quando ti citofona qualcuno, dici “Due minuti e scendo!” e poi i minuti diventano sempre 485?
Mi sono chiesta cosa succeda in questa specie di comfort zone continuamente disattesa.
Io non sono una ritardataria, anzi, ma sono una pensatrice e credimi, ci sono delle volte in cui comincio a perdermi nelle mie riflessioni. Quindi a volte è capitato di dover andare ad un appuntamento e di fare tremila cose prima di uscire dalla porta.
Questi due minuti, che poi due minuti non sono, diventano il tempo di un racconto o di un’intervista sul mondo femminile (e non solo).
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