Siete mai andati a visitare una delle fornaci che si trovano sull’isolotto di Murano a poche fermate di traghetto da Venezia? Qui ci si trova trasportati quasi in un luogo irreale dove il fuoco e il vetro sono diventati i dominatori assoluti. Anzi, ad essere più precisi, lo sono i maestri soffiatori. Quegli artigiani che, da secoli, convivano con il calore infernale e la fatica fisica per dare vita, con il loro soffio, a degli oggetti dai colori incredibili che si esaltano nella trasparenza del vetro.
Tutto questo è Murano, dunque. Una realtà immobile dove, ancora oggi, si lavora esattamente come accadeva nei primi anni del 1400. Ma, se, in realtà, le cose non fossero statiche come sembrano e se anche la tradizione avesse accettato di venire a patti con la modernità? Da qualche giorno, infatti, l’attenzione della stampa si è concentrata sull’isola di Murano per mettere in evidenza un fatto straordinario e portare alla ribalta un nome. Si tratta di Agnese Tegon, una giovane donna che si è guadagnata, per prima, un posto tra gli artigiani vetrai dell’isola.
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Agnese Tegon, la prima vetraia di Murano
In parole povere questo vuol dire che, per la prima volta, la presenza e professionalità femminile entra all’interno delle fornaci, facendosi carico della stessa fatica fisica ed impegno artistico di qualsiasi altro artigiano. In effetti, probabilmente proprio a causa delle condizioni di lavoro non facilissime, la lavorazione del vetro non è mai stata particolarmente accessibile alle donne. O, forse, queste non hanno mai pensato di poter affrontare effettivamente uno sforzo del genere.
Oggi, però, la percezione di noi stesse e delle nostre possibilità è completamente cambiata e molte giovani donne sentono di poter andare anche oltre i limiti “fisici” imposti da una formazione culturale onestamente arcaica. Questo vuol dire che il concetto di “sesso debole” viene ancora una volta sfatato, nel caso ce ne fosse bisogno. Detto questo, scopriamo qualche cosa di più su questa nuova signora del fuoco.
Agnese Tegon, dall’atletica alla fornace
Iniziamo con il dire che Agnese non ha minimamente l’atteggiamento compiaciuto di chi pensa di aver aggiunto un tassello importante all’interno di un mosaico complesso. Piuttosto, nonostante i sui 28 anni, sembra proprio essere dotata di un pragmatismo ed un senso dell’impegno che la porta a rimanere con i piedi ben piantati in terra. D’altronde non potrebbe essere diversamente, visto che la sua formazione caratteriale è stata forgiata anche e soprattutto dallo sport. Gli anni trascorsi ad allenarsi sulle piste d’atletica le hanno insegnato il valore del sacrifico e il peso di un lavoro portato a termine con serietà. Oltre alla consapevolezza che i risultati importanti si raggiungono con il lavoro di squadra ed i successi devono essere condivisi con il gruppo di cui si fa parte.
Tutte lezioni che, tolte le scarpe da ginnastica, ha portato all’interno della fornace. Come lei stessa ha dichiarato ad una intervista rilasciata a Il gazzettino.it, «non sono una maestra, forse lo sarò tra vent’anni, per ora sono una brava aiutante». Questo vuol dire che è assolutamente consapevole di dover ancora compiere un lungo tragitto per poter essere considerata un esperto del vetro, anche se le sue creazioni ed i disegni realizzati hanno attratto l’attenzione di molti persone all’interno del settore. Ma com’è nata la sua passione per il vetro?
La signora della fornace
Tutto ha avuto inizio otto anni fa, più o meno, quando ha iniziato a collaborare proprio con il maestro Signoretto. Prima di questa collaborazione, però, ci sono stati anche gli studi d’arte con indirizzo vetro. Successivamente ha partecipato anche a delle edizioni del premio Murano e due dei suoi bozzetti sono stati realizzati. Insomma, sembra che tutto parli di una propensione naturale per questo mondo anche se nessuno nella sua famiglia appartiene all’artigianalità del vetro e, lei stessa, non aveva mai riflettuto sulla possibilità di entrare in una fornace.
Ma si sa che donne intelligenti crescono figlie ardite. Questo vuol dire che l’occasione giusta o, quanto meno, la scintilla iniziale è stata accesa dalla mamma di Agnese che, durante una premiazione, ha posto una domanda essenziale: una ragazza può lavorare in una fornace? E la risposta possibilista ha aperto una strada nuova ed inaspettata. Una via che, nel 2020 quando il mondo era in piena pandemia, l’ha portata ad aprire la propria fornace con il maestro Signoretti. Perché, a quanto pare, Agnese non difetta nemmeno di coraggio. Per questo motivo, dunque, la prossima volta che andrete a visitare Murano cercate la sua fornace per ammirare come una donna, mossa da passione, possa fare tutto. Anche affrontare settanta gradi in un’afosa giornata d’estate pur di dar vita alla magia più incredibile; quella del vetro.
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