Molti critici contemporanei hanno parlato di Charles Dickens come dell’uomo che inventò il Natale. Chiaramente non si riferivano alla festività religiosa, ma al sempre più ampio fenomeno di cultura popolare che ruota intorno ad essa.
All’inizio del diciannovesimo secolo il Natale in Inghilterra era abbastanza sottovalutato dalla stampa e dai media, poteva infatti succedere che alcune aziende organizzassero meeting d’affari proprio nel giorno di Natale. E se il Principe Alberto è considerato il fautore del ritorno al Natale grazie all’introduzione dell’albero decorato, molti considerano però Dickens, con le sue descrizioni di questo periodo di festa, come il vero artefice della consolidazione di questa usanza per le generazioni future.
In particolare, l’idea di un “bianco Natale”, che era e ancora è una possibilità un po’ remota da realizzarsi in buona parte della Gran Bretagna (ma forse quest’anno ci siamo), appare ne “ Il Canto di Natale” come una consuetudine.
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Charles Dickens, Mr. Christmas
Non si può negare che Charles Dickens abbia creato quasi da solo, con le sue forze, la moderna idea del Natale, che poi dalla Gran Bretagna si è diffusa in tutto il mondo: un Natale romantico, che se riesce a convertire Scrooge, l’avaro protagonista del suo “Canto di Natale”, sicuramente fa anche molti proseliti tra i suoi lettori.
Personalmente non c’è un Natale in cui non tiro fuori tutti i suoi romanzi, non solo “A Christmas Carol”, perché Dickens è un autore che ha dato tanto al Natale. Anche opere come il suo racconto breve “L’Albero di Natale” o il romanzo “Le Campane”, contribuiscono a ricreare, ogni anno, la magia delle lucine, dei regali, della generosità, dello stare insieme, del consumare un cenone in compagnia, il tutto mai in chiave consumistica, ma supportando invece un’idea molto sentimentale dei festeggiamenti, indirizzata a tutte le classi sociali, in cui non è il QUANTO ad essere importante ma il COME.
Dal libro al film
Che poi le numerose trasposizioni, letterarie e cinematografiche, delle storie natalizie dickensiane, contribuiscono a sostenere e diffondere questa idea di un Natale, è anche una prova ulteriore di quanto queste storie siano sempre attuali e magiche; basta pensare al film “A Christmas Carol” di Robert Zemeckis, del 2009, con protagonista un bravissimo Jim Carrey, oppure alla versione disneyana, la mia preferita tra tutte, de “Il Canto di Natale”, con tutti i protagonisti impersonati dai più famosi personaggi dei fumetti di Walt Disney: Paperone /Scrooge, Paperino/il nipote Fred, Topolino/Bob Cratchit, il bistrattato dipendente di Scrooge, e così via.
Per anni è stata una delle favole più raccontate e lette ai miei allora bambini, ne consiglio a tutti la lettura, di questa o di qualsiasi altra versione, quella originale in primis. Sarà di sicuro un bel contributo per un Natale migliore sul piano interiore, per accendere una fiammella in un giorno di festa che si spera non si spenga più.
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