Buongiorno Smackers! Come state, tutto bene?
Sempre cavalcando la mia onda delle conoscenze e discipline olistiche (che si prendono cura di noi a 360° per il corpo, la mente e lo spirito) mi sarebbe piaciuto condividere con voi le mie conoscenze su come le emozioni seriamente siano alla base dei nostri disturbi, anche fisici. Che ne pensate?
Anche perché, oltre a soddisfare quel non so che di pura curiosità o intrattenerci durante le serate tra amiche davanti ad un buon bicchiere di vino divino mentre ci raccontiamo i nostri bubu e malesseri vari, conoscere quale radice emozionale e biologica hanno i nostri mali, ci aiuta ad uscirne prima.
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Foto di Spencer Backman su Unsplash
Raffreddore, cosa ci dice di noi?
Tra i vari personaggi famosi che ne avevano già intravisto e riconosciuto il potenziale, abbiamo Freud e Jung che avevano potuto notare come i disturbi fisici dei loro pazienti migliorassero immediatamente dopo le sedute.
Così, anni dopo, una corrente di medici e scienziati di tutta Europa, in tempi diversi hanno cominciato a dare vita ad una disciplina (che poi ognuno ha chiamato come gli pareva. Nuova Medicina Germanica, Biologia Umana, Biologia Totale, Decodifica biologica del sintomo, ecc…) che studiava scientificamente il processo fisiologico secondo il quale “ogni volta che una persona si trova a vivere un vissuto dal carattere ACUTO, IMPROVVISO, DRAMMATICO e SHOCKANTE, il corpo bypassando ogni sistema razionale, attiva la risposta biologica più sensata per sopravvivere a quell’accadimento.”
E lo fa molto velocemente, esattamente come quando inciampiamo e abbiamo tra le braccia la borsa della spesa e reagiamo d’istinto: lanciamo quello che abbiamo in aria per mettere le mani avanti e tanti cari saluti alle uova. Ma non solo: siamo talmente avanti che se inciampiamo ma tra le braccia abbiamo un bambino non lo scaraventiamo in altro sperando che Nostra Signora lo prenda e ci aiuti (un po’ come le uova) ma istintivamente ci prepareremo alla caduta cercando di salvare entrambi.
Perché Madre Natura non è proprio la prima scema che passa, e il nostro corpo l’ha pensato proprio bene.
Raffreddore, capiamo il senso
Vorrei accompagnarvi in questo viaggio di esplorazione del senso delle malattie, affinché le cure della medicina tradizionale possano potenziare i loro effetti grazie all’acquisizione di un senso biologico ed emozionale rispetto a ciò che accade. Vorrei spiegarvi perché ci raffreddiamo, perché abbiamo dolori alle cervicali, e perché la malattia non è una maledizione ma fa parte di un sistema che in qualche modo rappresenta già una forma di guarigione ed è comunque una risposta sensata a ciò che abbiamo vissuto.
Come dice il mio insegnante il dr. Matteo Penzo della scuola che ho frequentato “Daleth, la scuola del sintomo”, “…la malattia non è una benedizione, e non è neanche venuta per insegnarci qualcosa o per punirci… la malattia è e rimane una rottura di palle… ma capirne il senso può aiutarci ad evitare di ricaderci e a fermare un processo di risposta ad uno stimolo che abbiamo mal sopportato…”
Allora partiamo cominciando a mettere una base: “un’emozione è definibile tale solo quando la sentiamo anche nel corpo fisico”. Infatti quando siamo innamorate sentiamo chiaramente qualcosa nello stomaco, quando ci arrabbiamo ci viene caldo o il cuore accelera, e così via. Questo perché chimicamente il nostro cervello dopo aver elaborato i dati che ha davanti, comanda una spinta ormonale ben precisa per reagire nella maniera migliore a quella situazione.
Ma come fa a decidere se reagire in bene o in male? Come fa a stabilire se quello che ha davanti gli piace o meno? Lo fa confrontando fino a 40.000.000 di dati al secondo con quelli che ha nel suo archivio e in base a quanto quella situazione soddisfa o meno i suoi bisogni.
Ho fame e davanti a me ho una signora che mi offre una mela? Allora la situazione mi piacerà (un po’ meno se sono Biancaneve…ma tant’è)
Ho fame e davanti a me ho una signora che mi offre un bicchiere di olio di frittura esausto? Ma magari anche no.
Le emozioni biologiche
Le emozioni biologiche arrivano sempre in base a:
- Se la situazione che ho davanti soddisfa o meno un mio bisogno importante (sicurezza, fame, riconoscimento, attenzione, fiducia, amore, e chi più ne ha più ne metta…)
- Se nella situazione che ho davanti qualcosa mi aggancia a qualche ricordo passato (molto passato, fino ad avere radici nella vita intrauterina o della mia famiglia) che mi ha causato grandi dolori e grandi traumi.
Ogni volta che accade una di queste cose, il mio cervello attiva una risposta biologica sensata che in qualche modo possiamo chiamare “Super-poteri” che poi però ci tocca pagare per ripararla.
Il viaggio è lungo in questo sentiero meraviglioso che faremo insieme, ma mi piacerebbe cominciare a spiegarvi qualcosa sui nostri cari amici “raffreddori”, visto che la stagione è alle porte.
Intanto nella Decodifica biologica sensata del sintomo non si parla mai di malattie, ma si analizzano i sintomi, quindi parleremo di naso chiuso, tosse, febbre, un gran classico, no?
Mi raccomando: queste decodifiche non si sostituiscono in alcun modo ai consigli dei vostri medici fidati, d’accordo?
Una curiosità che impareremo nella rubrica: quando siamo davanti ai sintomi e malesseri siamo sempre davanti alla RISOLUZIONE DEL CONFLITTO. Vuol dire che il sentimento o il conflitto emozionale lo avete già vissuto e risolto.
Naso chiuso, la sindrome della paura incognita nel territorio
Per comprendere questo sintomo occorre fare un salto indietro tra i nostri antenati delle caverne (finiremo spesso lì) e ci faremo aiutare dai nostri amici a quattro zampe. Quando si tratta di “annusare” se ci sono pericoli nelle vicinanze i nostri amici canidi sono imbattibili, li vediamo subito: alzano il muso e annusano l’aria, e se qualcosa non li convince drizzano orecchie e guardano meglio. Ma prima di tutto ANNUSANO, perché l’olfatto è il più sensibile e veloce dei nostri 5 sensi perché oltrepassa il sistema di controllo e arriva subito al cervello. (Quante volte sentite un odore e vi sentite immediatamente catapultati a momenti ben precisi, oppure salivate o ancora vi sentite in allarme?).
Così, cosa succede? Quando a livello profondo o biologico sentiamo il percepito di una paura incognita (qualcosa che non sappiamo chiaramente riconoscere ma che in qualche modo non ci piace o lo riteniamo un possibile pericolo per noi e per la nostra tranquillità ambientale) i nostri canali nasali si ulcerano per far passare più aria e per sensibilizzare l’olfatto (per sentire di più e meglio se c’è un possibile pericolo in lontananza). Quando poi risolveremo magari vedendo che non c’è nulla di preoccuparci o che comunque è qualcosa di risolvibile, allora per riparare quelle ulcerazioni il nostro corpo provvederà portando le sue risorse come dei muratori che riparano le crepe. Questo creerà congestione, e il muco altro non sarà che le immondizie e gli avanzi dei lavori.
È un sistema sovradeterminato dal nostro cervello, e ha tempi ben precisi, ma d’altronde anche le nostre nonne già lo dicevano… “… il raffreddore curato dura sette giorni, il raffreddore non curato dura una settimana…” quindi il consiglio è sicuramente continuare con i rimedi che in qualche modo danno sollievo (vitamine C, suffumigi, miele e propoli) ma soprattutto tanta pazienza e meritato riposo per aiutare il corpo e i suoi muratori a finire bene e nei tempi giusti, senza cadere in recidive.
Ma come si traduce tutto questo nei giorni nostri?
I bambini con il raffreddore hanno avuto un percepito di “possibile pericolo territoriale” che per loro può essere il banco, la cartella, essere forzati a condividere le proprie cose con compagni di scuola o fratelli e sorelle, ecc…
Gli adulti con il raffreddore potrebbero aver avuto sempre un possibile pericolo territoriale, che potrà essere individuato al lavoro con un collega che invade scrivania o privacy, un vicino che non rispetta i confini, una macchina nel traffico che ci fa una rasetta, una suocera che mannaggia-a-lei ci entra in casa quando le pare senza chiedere permesso (questo vedremo che può portare anche cistiti), qualcuno che ci parla di un possibile virus mortale che prende con molta facilità, i bilanci di fine anno se sono una libera professionista, ecc… OGNI VOLTA CHE ABBIAMO UN PERCEPITO DI PAURA INCOGNITA.
Ricordatevi sempre che il percepito biologico va ben al di là della ragione e dei sentimenti. E’ un percepito arcaico, sono programmi antichi di sopravvivenza basica… lo sappiamo bene che un pennarello rubato non è la fine del mondo… ma per i bambini è un pezzo del loro mondo importante e quindi profondamente da difendere. E sappiamo bene che il bilancio di fine anno non è la fine del mondo, ma intanto la paura che quest’anno non sia andata bene o che le spese siano troppe potremmo comunque percepirle come una minaccia.
Se il raffreddore è corredato da tosse allora il sentito avrà una sfaccettatura più profonda, qui non solo ho sentito la minaccia ma ho dovuto in qualche modo “ringhiare” o comunque discutere per difenderlo, magari litigando o chiedendo aiuto. Curiosità: donne destrimani e uomini mancini davanti a questo percepito diventano afoni, mentre uomini destrimani e donne mancine è più facile che facciano bronchiti.
E finiamo con la febbre: a seconda della temperatura è possibile sapere quale conflitto biologico si stia risolvendo, ma in ogni caso la febbre ha la funzione di accelerare un processo di riparazione per portare a termine la malattia. D’altronde i medici di quando ero bambina lo dicevano sempre di lasciar sfebbrare, di controllare che la temperatura non rimanesse alta oltre i 39° per più di tot ore e solo allora di intervenire, altrimenti di tenere fresca la testa e i polsi. La febbre è così nostra amica, sta accelerando un processo di riparazione e ci sentiamo stanchi perché ci invita a stare tranquilli e riposare per permettere ai nostri “muratori” di continuare a ricostruire in tranquillità. Perché (salvo quello che ci dice il nostro medico che è da rispettare) sarebbe sconsigliato prendere tachipirina e tornare a lavorare? Perché così facendo interferiamo con la guarigione che il nostro corpo sta portando a termine e allunghiamo stanchezza e malattia.
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