C’era una volta, in un tempo lontano lontano, un borgo antico pieno di vita, rumori e allegria, Sant’Angelo di Roccalvecce. A causa di un misterioso maleficio, però, la sua bellezza iniziò a sfiorire tanto che in molti decisero di andarsene alla ricerca di un luogo più piacevole ed ospitare dove vivere. Così, lasciato a se stesso, il borgo cominciò a mostrare i segni della sua solitudine. Le strade divennero dissestate, i muri sempre più sbiaditi e le facciate delle case piene di crepe. Come se non bastasse, poi, tutto era immerso in un silenzio irreale e doloroso. I suoni delle voci ed i rumori della vita che aveva popolato questo luogo erano diventati solo un lontano ricordo.
Sotto questo perfido incantesimo, dunque, il borgo sembrava destinato a scomparire, avvolto nella nebbia della dimenticanza. Fino a quando un manipolo di coraggiosi e fantasiosi cavalieri non decise di spazzare via gli influssi negativi affidandosi niente meno che alla magia delle fiabe. E non stiamo certo parlando di racconti qualsiasi ma, bensì, di quelle favole storiche che hanno animato i sogni di tutti i bambini da generazioni. Ed è così che, grazie a Cenerentola, Pinocchio, Peter Pan, La Bella Addormentata e molti altri nel paese tornò la vita insieme ad una miriade di colori infiniti.
Ecco, in questo modo piuttosto fantasioso, ma non poi tanto, potrebbe essere narrata la vicenda di Sant’Angelo di Roccalvecce, un paese a pochi chilometri da Viterbo. Il destino di questo piccolissimo paese, infatti, sembrava segnato. Popolato solamente da cento abitanti e con una assenza totale di giovani, il suo destino non poteva che essere una lenta ma inesorabile agonia verso la scomparsa definitiva. Eppure non è stato così. Perché ad oggi non solo questo borgo laziale continua a vivere ma ha conquistato anche la ribalta diventando niente meno che il paese delle fiabe. Come? Andiamo con ordine e vediamo cosa è accaduto.
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Foto di Molly Triplett su Unsplash
36 murales per salvare un piccolo mondo antico
Come abbiamo accennato Sant’Angelo sembrava essere destinato alla distruzione a colpi d’incuria e di assenza da parte dei più giovani. Eppure, almeno in questo caso, qualcuno ha deciso di riscrivere completamente il finale. Si tratta di Gianluca Chiovelli presidente dell’Associazione Culturale Arte e Spettacolo che, insieme ad altre persone, ha rivolto al paese una proposta piuttosto ardita. Questa, infatti, prevedeva di utilizzare l’arte e tutte le immaginarie creature delle fiabe per realizzare dei murales con cui ornare le strade. Lo scopo, indubbiamente, era quello di ridare vigore e vivacità ma anche di accendere qualche riflettore su Sant’Angelo.
Così, dopo qualche iniziale tentennamento, la popolazione ha dato il suo benestare per realizzare gli 11 murales a tema favolistico. Un numero che, però, è andato aumentando notevolmente, visto che si è arrivati addirittura a 36. D’altronde non si può certo fermare l’avanzata di creature fatte della stessa materia di cui sono fatti i sogni. E questa cosa non l’ho certo detta io. In sostanza, dunque, diversi artisti hanno deciso di realizzare la loro personale visione di alcune storie, tutte narrate attraverso colori sgargianti che rendono le vie della cittadina quanto meno uniche ed originali. Delle vere e proprie pagine di un grande libro che racchiude un insieme quasi infinito di racconti magici. Certo, credo che sia quanto meno insolito tornare a casa e doverla “condividere” con il Bianconiglio, ma se questo ha riportato vita in strade avvolte dal silenzio ci si può abituare a tutto.
Un percorso nella magia
Ed è così che, ad oggi, Sant’Angelo è stata trasformata in una particolare meta turistica perfetta per dei bambini ma non solo. All’entrata del paese, infatti, si viene muniti di una cartina dove è segnato il percorso in cui trovare tutti e 36 i murales. I primi passi, però, devono obbligatoriamente partire dalla piazza. Qui, infatti, c’è proprio il primo e grande murales dedicato tutto ad Alice e il paese delle Meraviglie, dove l’orologio del coniglio segna le 11 e 27, visto che l’opera è stata inaugurata proprio l’11 novembre. A questo punto è possibile incamminarsi lasciandosi coinvolgere dalle diverse scene e dai colori incredibili che definiscono ogni singola casa. L’effetto è a tratti estraniante, sentendosi proprio come una novella Alice.
Invece che cadere nella tana del Bianconiglio, però, questa volta si ha la sensazione di aver varcato le porte di un mondo magico che abita nella nostra fantasia da quando siamo bambini e che, con il sopraggiungere dell’età, abbiamo ignorato. Per questo motivo, dunque, passeggiare tra le vie di Sant’Angelo incrociando lo sguardo con gli gnomi dei Grimm, il piccolo principe, la piccola fiammiferaia, Mowgli de Il libro della giungla, Pollicina, il gatto con gli stivali e tanti altri diventa un’esperienza benefica, capace di rimetterci in contatto con quella voce sopita ma mia completamente scomparsa. Perché continuare a sognare è sempre possibile e fa bene alla salute.
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