La saga del Il Signore degli Anelli è ricominciata e a darne la notizia è proprio Amazon Prime Video. Il 2 settembre, infatti, sono andati in onda i primi due episodi della serie tv dichiaratamente ispirata al mondo di Tolkien ma con un guizzo di modernità. Gli Anelli del Potere, infatti, sembra concentrare l’attenzione della narrazione soprattutto sui personaggi femminili che, almeno fino ad ora, promettono di essere delle protagoniste assolute. Una novità che, prendendo ispirazione da un’interpretazione più guerriera del femminile già utilizzata nell’ultima trilogia di Star Wars, oggi sembra essere pronta a sovvertire un mondo dalla struttura quasi esclusivamente maschile. Non è un caso, infatti, che la compagnia dell’anello sia formata con una totale assenza di donne.
Per tutti questi motivi e per definire ciò che vedremo in futuro, proviamo a muovere i primi passi all’interno dell’universo femminile de Il Signore degli Anelli. Il segreto è di dividersi tra passato e presente, visto che i due momenti temporali sono legati più di quanto si possa credere. Da un primo sguardo, poi, si deduce che, rispetto al racconto tradizionale, nella serie firmata da J.D.Payne e Patrick McKay le donne sono padrone della propria vita e che, per quanto riguarda la narrazione centrale, avranno un ruolo fondamentale. Questo non vuol dire che il racconto di Tolkien sia stato costruito su di una base “maschilista” ma, nel tratteggiare i personaggi femminili, risente sicuramente della cultura in cui ha vissuto e della consuetudine sociale che lo circondava. Detto ciò, prepariamoci a questo viaggio che si rivelerà molto interessante.
Leggi tutti gli articoli di Tiziana Morganti
Arwen , emblema della forza elfica
“Non è quel libro di cui tutti i miei compagni maschi parlavano a scuola?” Così Liv Tayler rispose a Peter Jackson quando le propose la partecipazione ne Il Signore degli Anelli nel ruolo di Arwen, principessa elfica e grande amore di Aragorn. Un commento che riporta a quanto detto prima ed alla convinzione secondo cui, soprattutto tra gli anni sessanta e settanta, Il Signore degli Anelli venisse considerato il caposaldo della sub cultura maschilista. Sarà stato veramente così? Ovviamente no. Anzi, nel romanzo le figure femminili appaiono sempre incastonate in una sorta di perfezione angelica in contrapposizione con la caducità e l’imperfezione dell’uomo.
Una di queste, ad esempio, è proprio Arwen, figlia di Elrond. Per essere precisi, però, bisogna chiarire che l’attenzione rivolta a questo elfo femmina, come viene definita nel film, si deve proprio alla volontà di Peter Jackson. Affascinato dalle potenzialità del personaggio, il regista neozelandese in un primo momento aveva pesato addirittura inserirla all’interno della Compagnia dell’Anello. Progetto che ha messo da parte dopo le prime critiche arrivati dai puristi del mondo tolkeniano.
Nonostante questo, però, ha deciso di ampliare il personaggio che, nel romanzo viene citato solo una volta da Frodo, per regalare agli spettatori l’immagine di una donna dalla bellezza eterea e dalla indomita fierezza.
Arwen, infatti, è colei che, per amore di Aragorn sacrifica la sua immortalità. Piuttosto che tornare nel Reame Beato di Valinor, preferisce un’esistenza mortale accanto all’uomo che ama. Certo, alcuni potranno obiettare che sia la rappresentazione di un modello femminile scontato e sottomesso ma, in realtà, si tratta di una donna padrona della propria esistenza, capace di scegliere per se stessa oltre l’influenza maschile.
Galadriel, la sacerdotessa guerriera
“L’unica tra le donne dei Noldor a stare quel giorno alta e animosa tra i principi impegnati in contesa”. In questo modo Galadriel viene descritta nelle pagine del Silmarillion e, allo stesso modo, la ritroviamo nelle prime immagini de Gli Anelli del Potere. Perché una delle sorprese al femminile più interessanti di questa serie è proprio il suo personaggio. Fiera, guerriera e combattente è lei che guida la lunga marcia dei Noldor nella Terra di Mezzo.
Allo stesso modo, poi, si trasforma in un’eroina rivoluzionaria quando, pur di ascoltare una sua inquietudine personale, rinuncia a raggiungere le terre di Valinor per continuare l’ossessiva ricerca di Sauron. Ed è proprio in questa forte dualità che caratterizza il suo personaggio, nell’ambiguità in cui si divide il suo animo che si esprime tutta la forza di questa protagonista capace di definire il racconto centrale del Gli Anelli del Potere.
Anche in questo caso, dunque, si ottiene un’amplificazione rispetto a quanto visto nelle immagini di Peter Jackson e nelle pagine de Il Signore degli Anelli. In entrambi casi, infatti, prima Galadriel veste i panni di un’entità magica che, però, subisce il fascino oscuro dell’anello. Successivamente, avendo resistito alla tentazione di accaparrare per se stessa un potere infinito, si trasforma nella guida spirituale di Frodo.
La stessa con cui raggiungerà le terre eterne degli elfi. Un personaggio trino, dunque, la cui forza narrativa, però, nasce dalla sua fase più controversa, da quell’istinto guerriero che la porta a disubbidire. Perché, al di là dell’aspetto etereo che la definisce, Galadriel sembra fatta soprattutto di forza ed indipendenza. La stessa che la porta ad avere pensieri ed azioni autonomi rispetto al mondo che la circonda.
Eowyn, il femminismo di Tolkien
Se c’è un personaggio femminile in grado di raccontare perfettamente la visione che Tolkien aveva delle donne è quello di Eowyn. Leggendo le pagine che l’autore le dedica, si capisce immediatamente quanto il suo concetto sia tutt’altro che maschilista. Questa giovane principessa, infatti, non solo è stata interpretata come emblema di femminismo ma è contraddistinta da un’ansia di autonomia e indipendenza inaspettate. L’elemento centrale che la definisce, infatti, è il rifiuto della gabbia.
Con questo termine, in particolare, il suo personaggio considera tutti quei limiti all’interno dei quali viene strutturata la vita di una donna. Chiusa tra le sicure mura di una fortezza, all’interno di una stanza circondata da persone di fiducia, il suo ruolo dovrebbe essere esclusivamente di spalla. Eternamente tre passi indietro rispetto all’eroe della situazione, in questo modo non le rimarrebbe che occupare una posizione secondaria rispetto al cuore dell’azione.
Tutto questo viene rifiutato da Eowyn che, preferendo la spada al telaio, diventa padrona di se stessa decidendo di scendere in battaglia con un inganno. Travestendosi da uomo, infatti, si mischia agli altri soldati nella battaglia sotto le mura di Gondor, nonostante Aragorn e Theoden glielo abbiano impedito. Ma nulla è paragonabile al momento in cui, nel confronto con il Re degli Stregoni, si palesa come donna manifestando tutta la sua superiorità rispetto a molti uomini. Perché, al di là di tutto, il coraggio non ha sesso. E questo Tolkien lo sapeva perfettamente.
Guarda il trailer di Gli Anelli del Potere
Segui Smack!
Non dimenticarti di seguire Smack! – Blogzine per donne croniche su Facebook. Metti mi piace alla nostra pagina! E segui anche il gruppo Il circolo Smack! Iscriviti anche alla nostra Newsletter cliccando sul form in Homepage oppure qui.
Lascia un commento