È il piatto estivo per eccellenza, la caponata napoletana. Quando il caldo ti toglie la voglia di cucinare, ma non la fame questo ti aiuta anche a togliere tutte le “rummasuglie” (residui) trovati in frigo.
La caponata napoletana infatti viene fatta con le freselle condite con olio e pomodoro. Ma il fatto in questa ricetta non è così semplice, statemi a sentire che vi racconto. Come al solito parto sempre da lontano, la storia è importante.
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La caponata napoletana Foto di Margarita Zueva su Unsplash
Caponata napoletana, la storia
Nelle osterie dell’antica Roma , chiamate Cauponae, da cui il piatto prende il nome, servivano sempre questo piatto, che era sempre disponibile. Naturalmente all’epoca romana il pomodoro non esisteva ma il sapore lo dava il garum e l’aglio abbondante di cui i romani erano ghiotti. Non era certo un piatto romantico. La Caponata napoletana, si prepara da tadizione, più che con le freselle o friselle come si chiamano in Puglia, con i tradizionali “Vascuotti” le freselle cilentane, o quelle ancora più famose le Gallette di Castellammare.
La leggenda racconta che i marinai bagnassero le gallette direttamente nell’acqua di mare, perché erano preparate senza sale ed in più sono molto tenaci, non si ammollano con facilità. Infatti c’è un detto che per identificare una persona testarda, con la testa dura, si dice “è na galletta e Castellammare”.
Caponata napoletana, le differenze con quella siciliana
La Caponata napoletana e quella siciliana, hanno in comune il nome ,ma sono differenti per molte cose. Intanto quella napoletana è fredda, mentre la siciliana è calda con ortaggi fritti e con un condimento agrodolce, prima fatta senza pomodoro poi aggiunto dopo la sua scoperta. A Napoli gli ingredienti sono crudi.
La caponata napoletana è fatta con la fresella bagnata con acqua, ma non troppo per non farla rompere, pomodoro schiacciato con le mani e condito con olio, sale basilico a cui si possono unire olive nere, capperi, sedano, e altre pezzetti di cose buone che si trovano in frigo.
Questo è un piatto molto povero, ma che come ogni piatto popolare conserva la saggezza dei popoli. Infatti nelle calde giornate estive si dice : “stasera c’arrangiamo cu ddoie freselle” stasera ci accontentiamo con due freselle.
Eppure c’è la bravura nel farle, ricordo mia nonna che riusciva a farmi mangiare con la fresella il pomodoro crudo e con le pellecche, la buccia.
A ogni caponata il suo rito
Si perché faceva diventare quel piatto un rito. Intanto la Galletta di Castellammare, che teneva conservate come un prodotto di nicchia, ed oggi lo è diventato. Le prendeva in una grande scatola di cartone colore azzurro e gialla di un’azienda storica di Castellammare di Stabia ed il ricordo delle gallette e dei suoi biscotti è nella mia mente e nel mio cuore.
Poi preparava l’acqua per spugnarle, per ammorbidirle. Metteva l’acqua in frigo con un pizzico di sale, due o tre foglie di basilico e una scorzetta di limone. Prendeva i pomodori quelli, San Marzano, grossi e succosi, li tagliava a metà per la lunghezza e dopo aver inumidito la galletta ci strofinava un pomodoro sopra in modo che il sugo impregnasse il pane duro, faceva lo stesso con lo spicchio dell’aglio, poi alternava fette di pomodoro e foglie di basilico, condiva con abbondante olio, e mi dava un grande piatto, per non farmi macchiare .
Questa era la versione base, quella che io amavo di più. Che mi piaceva mangiare fuori al balcone della cucina, perché era esposta a nord ed aveva le veneziane, quindi nelle giornate estive era più fresca
Poi c’era quella ricca, che aggiungeva olive nere di Gaeta, cipolla fresca, sedano e per mio nonno, qualche fettina di limone di Sorrento, quello con l’albedo spesso e saporito, infatti a Napoli si chiama il Pane.
Ora se ci penso un piatto così povero, che dal tempo dei romani ad oggi è ricco di materie prime buone e di fantasia del cuoco, oggi si chiamerebbe Gourmet. Ed allora oggi da Cuoca vi regalo la mia ricetta Gourmet della Caponata Napoletana, prendendomi anche un po’ in giro, indicandovi delle aziende di eccellenza che meritano e che mi piace indicare per farvele conoscere e perché è giusto mangiare italiano.
Caponata napoletana, la ricetta
Galletta di Castellammare, dell’azienda Biscottificio Vincenzo Cascone www.biscottificiocascone.it
Olio Dop della penisola sorrentina ottenuto dalla molitura di olive Ogliarola o Minucciola
Pomodoro San Marzano dell’agro sarnese nocerino io vi consiglio quelli de I Sapori di corbara di Carlo D’Amato www.isaporidicorbara.it. Sale, aglio, limone di Sorrento della cultivar massese.
Buon appetito e buona estate.
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