Quando alla fine degli anni Settanta George Lucas portò sui grandi schermi Guerre Stellari – Una nuova speranza i tempi ancora non erano maturi per avere una donna jedi, in grado di ascoltare e diventare veicolo della forza. Nonostante i movimenti femministi e la rivoluzione sessuale, infatti, il cinema avrebbe dovuto aspettare ancora un bel po’ prima di avere un’eroina in grado di sfoderare la sua spada laser e fare i conti con un potere spesso incomprensibile. Ovviamente il riferimento è a Rey, protagonista indiscussa dell’ultima trilogia della saga di Star Wars. In quegli anni, però, è stata consegnata alla storia del cinema un archetipo femminile comunque indipendente e dotato di grande personalità. Stiamo parlando di Leia Organa, meglio conosciuta come principessa Leia che, oltre ad essere l’escamotage che da il via a tutta la narrazione, è destinata ad avere un ruolo importante nella vita di Luke Skywalker.
Come gli esperti di questo racconto galattico sanno, infatti, i due sono fratelli gemelli divisi alla nascita per metterli in salvo dalla possibile influenza negativa di Anakin, diventato ornai Darth Vader e passato al lato oscuro della forza. Ma non è di questo che ho intenzione di parlare oggi. Piuttosto mi interessa puntare l’attenzione sulla personalità di questa donna che, attraverso una traiettoria temporale, unisce passato e presente, per proiettarsi addirittura nel futuro. Come riuscire, però, a mettere insieme tutti i pezzi, muovendosi all’interno di una narrazione spesso parziale e che sottintende sempre la presenza di un capitolo precedente e successivo? La soluzione è offerta da una ragazzina tutto pepe, dotata di vivacità e intelligenza fuori del normale. Per non parlare di una naturale attitudine alla lotta e alla resistenza. Proviamo a scoprire chi è.
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Obi-Wan Kenobi e Leia Organa
When Leia Mets Obi Wan
La prima volta che incontriamo Leia non sappiamo molto di lei, se non che sta per essere rapita dall’Impero e chiede aiuto ad un certo Obi-Wan Kenobi per mettere al sicuro dei piani segreti ed, all’occorrenza, essere salvata. Anche il nome di quest’uomo non riecheggia nessun tipo di ricordo in noi. Ed è giusto che sia cosi, anche perché siamo all’inizio di un racconto, nonostante alcuni anni dopo scopriremo che non era proprio così.
Al di là di tutti questi punti ciechi, però, la storia ed i suoi personaggi creano immediatamente empatia ed il pubblico stringe una sorta di patto di fiducia con la narrazione e chi la abita. Per questo motivo, dunque, generazioni di donne hanno amato e si sono identificate nell’assenza di paura di Leia e nelle sue capacità risolutive.
Allo stesso tempo, siamo rimasti affascinati dai misteri delle forza svelati per la prima volta da un vecchio jedi particolarmente potente. Sentimenti grazie ai quali non ci siamo mai interrogati su quali fossero le fondamenta del loro rapporto e quanto fossero radicate. Domande inespresse cui oggi, invece, da risposta la serie tv Obi –Wan Kenobi, prodotta dalla Disney e lanciata sulla sua piattaforma streaming. L’ultimo episodio è stato distribuito il 22 giugno.
La piccola Leia
Nonostante, però, il titolo di questo nuovo capitolo sia dedicato ancora una volta esclusivamente ad un personaggio maschile, la narrazione mostra immediatamente come debba dividere la scena con una piccola stella che, riportando indietro l’orologio del racconto, ci offre una visione inaspettata sulla Leia bambina. È così che il pubblico fa la conoscenza con il talento di Vivien Lyra Blair, di appena dieci anni, ma soprattutto con l’interpretazione che lo sceneggiatore Joby Harold ha dato di una giovane principessa in cui si riflettono chiaramente gli echi dell’eroina che conosceremo.
Il prologo è sempre lo stesso. La giovane Leia viene rapita ed Obi – Wan, ritiratosi in una vita solitaria dopo aver rinunciato al suo ruolo di Jedi, viene chiamato per salvare la piccola dalle minacce dell’Impero. Ciò che cambia, rispetto al passato, però, è lo svolgimento della vicenda. Tra i due, infatti, si da il via ad un rapporto che, con il tempo e le varie difficoltà affrontate, diventa fiducia ed affetto. Sentimenti che, successivamente, porteranno Leia a chiedere nuovamente l’aiuto del suo vecchio amico e a comporre un puzzle di rapporti lasciati in sospeso. Oltre a questo, però, cosa ancora più importante, ci viene offerta per la prima volta una visione d’insieme su di una guerriera indomita chiamata, al termine dalla sua vita, generale.
Leia, la principessa bambina diventata donna
Che tipo di bambina poteva essere quella ragazza capace di confrontarsi testardamente con i comandanti dell’Impero, non tradire i ribelli nonostante una minaccia di morte e resistere ai tentativi di manipolazione della sua mente? Ovviamente non una leziosa creatura tutta armonia ed obbedienza. Piuttosto questo nuovo capitolo della narrazione ci consegna una ragazzina fortemente indipendente e curiosa, che mostra già un sofisticato uso del ragionamento e della parola.
In lei s’intravedono, dunque, tutti i tratti di una donna capace di mettere all’angolo anche un avventuriero come Ian Solo e di guidare, all’occorrenza, uno speeder a tutta velocità sulla Luna Boscosa. La sua versione infantile, infatti, non è certo da meno per quanto riguarda il tempismo e le capacità di reazione di fronte le difficoltà. Per non parlare di un’intelligenza vivace ed avventurosa. Oltre a questo, poi, con sguardo acuto la piccola Leia sa indagare nei cuori delle persone, mettendoli a nudo di fronte le proprie debolezze.
Una capacità ed una sensibilità che mette in pratica proprio con lo stesso Kenobi. Sente che quest’uomo porta un mistero dentro di sé ma, dopo un’iniziale tentennamento, comprende di potersi fidare ciecamente. Ed in nome di questo rapporto affettivo, di cui finalmente comprendiamo la forza delle basi, scopre anche le infinite possibilità a sua disposizione.
Perché, al di la dell’ambientazione fantascientifica, il personaggio della piccola Leia prende la forma di un altro archetipo femminile dal potere universale, il cui compito è dimostrare il valore di un sano senso dell’avventura e di un’autonomia nel percorso della crescita personale oltre la rassicurante protezione dell’ambiente famigliare. Perché se è vero che principessa si nasce è altrettanto vero che donna si diventa.
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