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Ti trovi qui: Home / Magazine / Food / Coviglia, ecco il dolce amato da Matilde Serao

Food Ricette

Coviglia, ecco il dolce amato da Matilde Serao

Vi porto a passeggiare con Matilde Serao, come ricorda il titolo il libro della mia amica e scrittrice Loredana Limone, troppo presto scomparsa, La Cucina del Paese di Cuccagna. Passeggiate gastronomiche con Matilde Serao.

Sottobraccio a una donna concreta, appassionata, grassottella, ma piena di amore. Camminiamo da Via Chiatamone sede del suo giornale Il Mattino, attraversiamo Piazza del Plebiscito e a Via Chiaia entriamo nello storico Caffè Gambrinus.

Lì ci sediamo sui divanetti di broccato, le voci in sottofondo, il tintinnio delle tazzine, il fruscio dei ventagli delle signore profumate.

Qui e solo qui, assaggeremo un dolce di cui Matilde è ghiotta. Un dolce che rappresenta non solo una ricetta, ma una conquista sociale, un periodo storico, che racchiude seduzione e voluttà. Il dolce di cui parlo è La Coviglia.

Possiamo leggere delle coviglie napoletane in molti manuali. Il libro Parole nella storia quotidiana di Nicola De Blasi ci spiega la derivazione etimologica. La parola coviglia indicherebbe un’origine spagnola. Il nome deriva infatti dal termine cubillo, la scodella di metallo posta in tavola per conservare le bevande fredde.

Leggi le altre ricette  di Maria Elena Curzio

coviglia

La dolcezza di Matilde

Un dolce tanto delizioso non poteva non trovare il suo posto negli scritti di Matilde Serao, fondatrice de Il Mattino, che ha omaggiato Napoli nei suoi libri più belli. E appunto descrisse proprio le coviglie napoletane nel suo libro Il Paese di Cuccagna, servite in bicchierini di alluminio, argentati, sostituiti poi dalla plastica.

A onor del vero la Serao non le menziona mai il termine Coviglia, ma descrive questi dolci come spumoni, formette e gramolate. Perché la Coviglia si faceva solo a Napoli e temeva di non essere compresa.

Le donne si concedevano questo dolce che per la sua consistenza e sapore poteva diventare molto sensuale, freddo, ma non gelato. Morbido da affondare il cucchiaino. E nel fondo un chicco di caffè amaro che si mischiava alla morbida spuma. Infine, il tintinnio del cucchiaino che urtava il bicchierino in metallo.

È un dolce che è quasi scomparso, ma ha segnato per tanti come me il dolce delle cerimonie in famiglia. I matrimoni, le comunioni, le cresime. Un dolce semplice ma delicato come l’evento che celebrava.

La ricetta la condivido perché non va dimenticata.

Coviglia

Ingredienti per quattro persone
  • 4 tuorli d’uovo
  • 240 grammi di zucchero
  • 3 albumi
  •  350 g. di panna montata

Procedimento

Monta i rossi con 4 cucchiai di zucchero, e se desideri aromatizzarla al caffè, cosa che ti consiglio, aggiungi in questo momento 2 tazzine di caffè molto forte zuccherato.

Quando i rossi saranno diventati chiari, ben montati , unisci la panna montata e per ultimo gli albumi montati a neve con lo zucchero.

Il composto va messo poi in piccoli bicchierini di metallo dove avrai aggiunto un chicco di caffè tostato.

Lascia in frigo per alcune ore, ma prima di servire fai riposare la coviglia a temperatura ambiente per un’ora.

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Maria Elena Curzio
Maria Elena Curzio
Ragioniera, napoletana, presidente dell'associazione nazionale Cuoche a Domicilio, direttrice di produzione ed autrice di programmi di food. Amo la cucina della tradizione e le ricette che raccontano la vita delle persone. I miei motti? Molta resa, poca spesa e prenditi il buono da ogni cosa. Mi metto sempre alla prova, ma sono tanto altro e le mie ricette mi raccontano.


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Giornalista professionista e podcaster, scrivo, cucino e faccio ridere, non sempre in quest'ordine. Amo la radio, i film, le margherite, le magliette a righe, i regali inaspettati e i taccuini nuovi. Qui leggi il mio sito professionale Vuoi conoscermi meglio?

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