Il documentario realizzato da Elisa Fuksas, Senza Fine, è un’esperienza unica, fuori dagli schemi di scrittura del genere. Quando si pronuncia il nome di Ornella Vanoni immediatamente si pensa alla sua carriera ricca di successi, alle numerose canzoni entrate nel cuore e nei ricordi di molti e a quella eleganza un po’ altera, che l’ha sempre contraddistinta. Solo ultimamente, però, a tutto questo si aggiunge anche una simpatia irriverente, tipica di chi non ha più filtri o, forse, non li ha mai avuti. Chi ha incrociato la sua strada con quella della Vanoni, però, non si stupisce certo di quest’aspetto che, solo negli ultimi anni, è venuto in superficie durante interviste e ospitate televisive.
Il fatto è che Ornella non solo ha la capacità di trattare gli argomenti più imbarazzanti con una indifferenza mal celata ma, soprattutto, ha dei tempi comici invidiabili e certo non costruiti. Torniamo alla frase d’apertura. E non sarebbe potuto essere diversamente, visto che il suo scopo è quello di essere riflesso di una donna che, pur avendo contribuito a costruire la storia della canzone italiana, in questo caso si racconta non come personaggio ma come essere umano quasi magico.
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Ornella Vanoni
Senza fine, Ornella al suo meglio
Una donna sirena che, nel corso degli anni, ha incantato per la sua voce così particolare e per una sensualità raffinata ma evidente. Oggi Ornella è una signora di 87 anni, età di cui non fa alcun mistero e che indossa con assoluta naturalezza. Questo dato rappresenta un numero che non sembra essere carico dal peso dei rimpianti, ma è colmo di ricordi che la cantante mette a disposizione di chiunque voglia porre delle domande.
Attenzione, però, il suo narrare non è mai malinconico o volto al rimpianto. Ornella, infatti, parla del tempo trascorso con la stessa apparente indifferenza con cui registra avvenimenti del presente. Pur avendo una chiara propensione all’esibizionismo, altrimenti non sarebbe mai stata un’artista, mostra una sorta di noncuranza per ciò che ha ottenuto. Come se tutto fosse normale. E, probabilmente, per lei lo è.
Ornella ed Elisa, le amiche geniali
Che tipo di legame può nascere tra due donne con una certa differenza di età? La risposta più scontata potrebbe prevedere un tipo di rapporto madre/figlia, in cui l’ago della bilancia sembra essere destinato a pendere sempre dalla parte della più grande. Se, però, una delle due si chiama Ornella Vanoni questa regola non vale assolutamente.
Anzi, viene sovvertita senza alcun tentennamento. Questo vuol dire che il rapporto tra la cantante e la regista è paritario e lo si comprende alla perfezione guardando le immagini del documentario Senza Fine.
Questo progetto, infatti, sceglie di non seguire lo schema narrativo tipico del genere con alternanza di ricordi personali, immagini di repertorio e intervento degli amici più cari. In questo caso sulla scena c’è solo Ornella, con alcune incursioni di Elisa Fuksas e di Ondina, la barboncina amante dell’acqua da cui la cantante non vuole mai separarsi.
Il film, piuttosto, è costruito come sprazzi di conversazioni tra la regista e la Vanoni. Lampi improvvisi di suggestioni e ricordi resi ancora più concreti dalla voce della protagonista che, meglio di chiunque altro, si arroga il giusto diritto di raccontare se stessa.

Elisa Fuksas e Ornella Vanoni
L’inizio di tutto
Come una controparte, dietro o davanti la macchina da presa, c’è, di tanto in tanto, la stessa Fuksas, che mette in evidenza la particolarità del rapporto costruito con la Vanoni. Ma com’è iniziata quest’avventura affettiva tra loro? Galeotto è stato proprio il progetto del documentario. Prima di allora le due donne non si erano mai incontrate e Ornella ignorava la natura del lavoro di Elisa. Dopo il primo scambio di parole ed opinioni, però, tutto è cambiato.
A detta della Fuksas molto si deve proprio alla personalità travolgente della cantante. Di quel primo incontro, infatti, la regista ricorda conversazioni sul sesso, domande su quanti uomini avesse avuto o su cosa preferisse nell’intimità. Il tutto, o almeno una parte di questo, discusso dentro un bagno. Tanto per dire che Ornella non conosce finti pudori. Un’intimità, dunque, che non può che riflettersi anche nelle immagini del documentario, soprattutto nelle riprese in cui le due donne si confrontano come delle amiche spiate dalla telecamera durante un rilassante pranzo.
Tutti gli amori senza fine di Ornella
Poche donne riescono a raccontare i propri amori passati con una serena nonchalance priva di qualsiasi rimpianto. Una di queste, però, è sicuramente Ornella Vanoni che, senza mai rinunciare a quel tocco d’ironia, ci accompagna nel suo primo incontro con Strehler e con Gino Paoli. Per quanto riguarda il primo venne colpita, ancora molto giovane, dalla sua cultura e dalla visione artistica. Del secondo, invece, ricorda che suonava il piano veramente male. E che ancora lo fa. La fine del rapporto con Strehler arriva come una liberazione, mentre l’inizio con Paoli nasce da un disguido.
Lei pensava fosse gay e lui credeva che Ornella fosse lesbica. Si può dire che tutto è nato per fugare eventuali dubbi uno dall’altro. Dalle sue parole, dunque, traspare ancora l’entusiasmo, il coinvolgimento e il divertimento che questi legami hanno portato nella sua vita.
Rapporti che sono stati trasformati in amicizia e che godono ancora di quella leggerezza priva di rancori e livori. Certo, il tempo può aver aiutato a stemperare le note più aspre, ma guardando le immagini del documentario e ascoltando le parole della sua protagonista, è sempre più forte la certezza che l’animo di Ornella Vanoni non ha tempo di spendere inutili energie a nutrire rancori. Perché la fame di vita è ancora molta e non smette di pretendere soddisfazione.
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