La mattina del 22 novembre 1963 Jackie Kennedy si sta preparando per salire sull’Air Force One in direzione Dallas. Sarà un drammatico appuntamento con la Storia, ma lei ancora non lo sa. La sua unica preoccupazione, guardando il riflesso dell’immagine allo specchio, è di soddisfare le aspettative di Jack. Il Presidente è consapevole dell’eleganza e dell’avvenenza della moglie e desidera che risalti tra tutte le donne texane che presto incontrerà. Loro saranno avvolte da pellicce e brilleranno per i bracciali di diamanti.
Jack, però, vuole che Jackie splenda a modo suo. «Sii semplice – le dice – insegna a tutte cosa è davvero il buongusto». Per questo motivo la giovane First Lady, già diventata un’icona di stile, sceglie di indossare un tailleur rosa firmato Coco Chanel con l’immancabile cappello a tamburello. L’immagine dello stile che, però, verrà macchiato in modo indelebile dalla violenza. Quell’abito rosa, infatti, dopo gli eventi di Dallas, sarà ricordato come «La coscienza storica dell’America» e «Una delle immagini indelebili che gli americani hanno immagazzinato».
Allo stesso tempo, in pochi minuti una First Lady fortemente simbolica e nuova è trasformata nell’emblema della violenza espressa da un paese contro il suo stesso Presidente. Diventata la vedova d’America per eccellenza, Jackie Kennedy decide di non togliere l’abito per tutto il giorno. Di continuare a indossarlo durante il giuramento di Lyndon B. Johnson e di aspettare il suo arrivo alla Casa Bianca per riporlo.
Una decisione che molti hanno interpretato in modo emotivo ma che, in realtà, ha un senso logico molto forte. Jackie vuole che tutti vedano, in modo chiaro e netto cosa era stato fatto. L’enormità di quanto era accaduto doveva essere rappresentato dalle macchie di sangue sull’abito e sul suo volto. In questo modo la donna, la moglie e la First Lady subisce, in modo definitivo, la metamorfosi in simbolo.
Jackie Kennedy, la donna
«I capelli le cadevano sul viso ma era molto composta. Io la guardavo. L’abito di Mrs. Kennedy era imbrattato di sangue. Una gamba era quasi completamente coperta dal sangue e il suo guanto destro era incrostato, incrostato di sangue, il sangue di suo marito. In qualche modo è stato uno spettacolo toccante. Quella donna immacolata, vestita in modo squisito e sporca di sangue».
Lady Bird, la moglie del neo Presidente Lyndon B. Johnson ricorda con queste parole l’immagine attonita di una giovane signora Kennedy sconvolta dagli eventi. Questa breve descrizione così intima, però, ha il potere di prendere Jackie, di farla usciere dal mito e di riportarla verso una realtà più tangibile, umana.
Quando si descrivono dei fatti storici, infatti, ci dimentichiamo del valore umano dei suoi protagonisti. Questo vuol dire che, parlando di quei brevi tre anni di Presidenza e dell’assassinio di Dallas, Jacqueline viene descritta sempre come un’icona, una donna algida ed elegante che rappresentava in pieno lo stile dell’high society bostoniana.
Non tutti, però, si ricordano che quel 22 novembre Jackie non ha ancora 33 anni. Nel giro di pochi secondi si trova proiettata in uno degli eventi più drammatici della storia americana, cristallizzata in quell’abito e nel suo ruolo. Quanti hanno indagato nelle sue paure, nel rischio corso e nel substrato culturale in cui questa ragazza ha dovuto affrontare la tragedia?
Per avere un ritratto umano ed emotivo abbiamo dovuto aspettare il film Jackie di Pablo Larrain che, non interessato al simbolo, prova a ripulire il suo giovane volto incrostato di sangue per mostrare, molto semplicemente, il viso giovane della donna.
Destino di un abito
Ma che fine ha fatto quell’abito entrato nella Storia? Al suo ritorno dalla Casa Bianca, sembra che una cameriera l’abbia inscatolato. Successivamente, Jackie ha deciso di inviarlo alla madre per conservarlo. Compito adempiuto da questa che, per anni, l’ha custodito in un contenitore sul quale aveva scritto solo 22.11.63.
Nel corso degli anni, però, anche al tailleur è stato chiesto di rappresentare tutto il suo valore storico. Attualmente è conservato presso l’archivio nazionale all’interno di una teca, protetto dagli effetti negatici e deterioranti dell’aria e degli sbalzi di temperatura.
Dal 2003, però, sembra che gli eredi abbiano imposto un limite molto netto. L’abito, infatti, non sarà più mostrato per i prossimi 100 anni. Un modo, forse, per riportare anche lui nel giusto ordine delle cose, trasformandolo, nuovamente, in un semplice capo di alta moda. Nonostante questo, pero, la Storia e la riproduzione fotografica non concedono oblio. Per questo motivo a Jackie e il suo tailleur rosa sono destinati ad abitare il Pantheon della mitologia storica per sempre.
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