La chiamano rivoluzione vegana. In Italia esiste una fetta di mercato in crescita, con un buon potere d’acquisto. Desidera soddisfare dei bisogni specifici, che per la maggior parte della popolazione sono facilmente raggiungibili. Parlo dei vegani e dei vegetariani, persone con uno stile di vita plant-based, che significa aver eliminato totalmente o in modo parziale, l’utilizzo di prodotti di origine animale.
Andare al ristorante con gli amici, fare l’happy hour, vestirsi secondo i propri gusti, indossare scarpe comode, andare in vacanza, avere una vita affettiva appagante. Sembrano attività semplici e immediate, ma per molti non è così. Nell’articolo provo a raccontarti perché varrebbe la pena soddisfare le richieste di quel cliente un po’ “fissato col vegano”.
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Rivoluzione vegana, i dati che possono aiutarci
Prima di lanciarsi in funamboliche attività investendo energie e capitali in modo sconsiderato, è necessario fermarsi e analizzare le informazioni e i dati di settore, per capire se il nostro prodotto è adatto a questo target. I dati Eurispes forniscono una fotografia interessante di questo “fenomeno “in continua evoluzione, che vede crescere di anno in anno il numero di persone interessate, incuriosite e coinvolte in uno stile di vita plant-based.
Una parte di mercato in aumento, sia in termini numerici, sia per la tipologia di clientela, che secondo le statistiche ha interessi, grado d’istruzione, potere d’acquisto più alto rispetto ad altre categorie di consumatori. Potenziali clienti disposti a spendere parte del proprio reddito, per soddisfare bisogni che vanno oltre il “semplice” cibarsi.
Salutista, animalista o ambientalista, a chi mi rivolgo?
Secondo i dati del 2019 le ragioni per le quali le persone scelgono di adottare uno stile vegetariano o vegano, sono legate principalmente:
- alla salute nel 30% dei casi
- al rispetto verso gli animali, quasi il 20%
- alla salvaguardia del pianeta intorno al 3,6 %
Per arrivare alla semplice curiosità o alla filosofia di vita. I motivi per cui si sceglie di non mangiare carne, possono rivelarsi la chiave di accesso per profilare i potenziali consumatori e capire se il nostro prodotto è adatto alle loro esigenze.
Mettiamo tre vegani a confronto, Giovanni, Arianna e Jorge
Giovanni quarantacinque anni avvocato in carriera, vegano, salutista. Ama gli sport all’aria aperta, tiene alla salute e alla forma fisica. Si allena tre volte la settimana e quando fa la spesa legge tutte le etichette.
Arianna trentasei anni, traduttrice freelance, solare e simpatica, instancabile volontaria al canile cittadino e attivista Enpa. Ha due gatti ed è appassionata di Giappone.
Jorge 19 anni, studente d’ingegneria ambientale, argentino, ecologista, da un paio di anni studia e lavora in Olanda. Usa il profilo Instagram per sensibilizzare la sua community verso uno stile di vita sostenibile.
Tre vegani diversi tra loro, con necessità altrettanto diverse, il cui unico comune denominatore risiede nell’alimentazione plant-based.
Che cosa possiamo proporgli?
A Giovanni degli integratori proteici 100% Vegetali perfetti per rimanere tonico e preservare la sua amata “tartaruga”.
Per Arianna una borsa alla moda in “pelle” vegana elegante e perfetta per tutte le occasioni.
Per Il giovane Jorge uno zainetto in Canapa per viaggiare con gli amici di sempre.
I vegani socializzano, investono e fanno pure l’amore!
Esattamente così, i vegani non vivono di solo cibo, come tutte le persone hanno bisogno di soddisfare altre necessità. Pensiamo alla cura del corpo, al riposo e al benessere psico-fisico. Anche alla salute dei propri cari, le vacanze e i week end all’aria aperta. Ovviamente l’istruzione, lo svago culturale, la cura dei propri animali, la sessualità. Tutti desideri irrinunciabili.
Giovanni, Arianna e Jorge oltre al cibo, penseranno a vestirsi con abiti accessori in fibre vegetali. A investire i propri risparmi in modo coerente rispetto ai propri valori vivere l’amore e la sessualità in modo sereno, usando profilattici senza caseina e proteine del latte o lubrificanti adatti al proprio stile e filosofia di vita. Insomma cercheranno di vivere una vita bella e appagante come tuttə quanti.
Qualche esempio utile e concreto
Mi piace scrivere contenuti empatici e creativi, senza dimenticare la concretezza, ingrediente prezioso quando parliamo di strategia e comunicazione d’impresa, per questo motivo ho deciso di concludere l’articolo con qualche “Veg-Consiglio” facile da mettere in pratica.
Formaggi per vegetariani, scegli bene e comunicalo a tuttə
Se è vero che i vegetariani possono mangiare il formaggio e altrettanto vero che questo non deve essere con caglio animale. La mozzarella Santa Lucia ideale per pizza e il formaggio a pasta dura cagliato con metodo Kinara dalle Fattorie Fiandino, sono due esempi di formaggi gustosi e di bona qualità. Adatti alle esigenze dei clienti vegetariani, perché privi di caglio animale. Scegliere il prodotto giusto e comunicarlo alla propria clientela, si rivelerà un vantaggio, anche in termini economici.
Formaggio, no grazie sono veganə!
Per la clientela vegana è notevolmente più semplice, no alle uova, al latte e a tutti i suoi derivati, infatti, il formaggio è bandito. Se per esempio gestisci una pizzeria, potrai proporre una pizza marinara come base, con l’aggiunta di friarielli, funghi, oppure delle verdure grigliate. Lo slogan potrebbe suonare così: “Pizza marinara?” Vegana per natura”.
Rivoluzione vegana, God bless the Labels!
Le etichette sono una benedizione per i consumatori vegani e vegetariani, perché certificano che un prodotto è privo d’ingredienti di origine animale. Grazie a loro ho smesso di passare ore e ore a leggere tutti gli ingredienti sulle etichette o fare ricerche su Google. Anche solo per trovare la pasta sfoglia adatta alle mie torte salate.
Esistono aziende come la Veganok o la Vegan Label che semplificano la vita di tutti i consumatori, apponendo un logo che identifica che il prodotto è adatto a una dieta plant-based.
Di esempi ce ne sarebbero molti altri, così come gli argomenti da affrontare rispetto a un mercato vario e in crescita come quello del Vegan, che in un solo articolo sarebbe impossibile affrontare.
Se siete curiosə e avete voglia di approfondire l’argomento fatemelo sapere magari scrivendomi due righe, vi lascio il contatto info@raccontostoriemanonbugie.it.
Buona lettura
Alessandra Panozzo
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