Mi sono fatta piccola piccola quando Francesca Tolino ha iniziato a parlare. Ogni sua parola mi è arrivata dritta al cuore, liberando emozioni e anche un pizzico di rabbia. Rabbia per tutto quello che ha dovuto subire e che l’ha fatta balzare, suo malgrado, agli onori della cronaca. Alla fine hanno vinto le emozioni, l’orgoglio di aver conosciuto una donna straordinaria. Tutto inizia nel settembre del 2019, durante la seconda gravidanza di Francesca. La morfologica di routine, infatti, mostra una gravissima malformazione cardiaca del feto, incompatibile con la vita. Francesca decide quindi di sottoporsi ad aborto terapeutico. E per lei comincia un calvario senza fine.
«Come la totalità delle donne italiane mi sono trovata davanti a una serie insormontabile di ostacoli che chiamo obiezione di coscienza. Dagli specialisti che hanno provato a farmi cambiare idea, ai giri fatti per trovare un medico non obiettore. Fino a quando, riuscendo alla fine ad entrare in un ospedale pubblico, non sono stata maltrattata e torturata fisicamente e psicologicamente» mi ha raccontato Francesca Tolino.
Successivamente, nonostante in tre occasioni abbia chiesto che fine avesse fatto il feto, Francesca scopre per caso che è stato seppellito al cimitero Flaminio di Roma. E che sulla croce è stato apposto il suo nome. Senza che lei ne sapesse nulla, violando di fatto la sua privacy.
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Francesca Tolino, è doveroso lottare
Da quel momento Francesca Tolino si rimbocca le maniche e attraverso la campagna In nome di tutte, effettuata con il settimanale L’Espresso, scoperchia una situazione terribile di silenzi, dolori, impedimenti che tantissime donne italiane hanno vissuto e vivono tuttora davanti alla scelta di un’interruzione di gravidanza.
«Per me è stato doveroso. Mi ritengo una persona bene informata, ma finché non mi è capitata questa cosa non avevo la minima idea di cosa volesse dire abortire in questo paese. Sapevo che c’era una legge e quindi un diritto. Il problema è che si è smesso di parlare. E quindi si è smesso di affrontare le pecche di una legge (la 194 ndr) frutto di un compromesso e che bisogna avere il coraggio di modificare e migliorare» mi ha spiegato Francesca Tolino.
E oggi?
Oggi la lotta prosegue con la campagna Libera di abortire, condotta con i Radicali Italiani e altre associazioni civili e con la candidatura alle prossime amministrative di Roma nella lista Roma Futura. Gli obiettivi sono tanti. Soprattutto, difendere l’assoluta libertà di una donna di decidere cosa sia meglio per la sua vita. Una libertà continuamente messa in discussione, come testimonia la legge del Texas che vieta l’aborto a 6 settimane dal concepimento e anche in caso di stupro e incesto.
Perché è così dura?
«Perché questo non è un paese laico, non si parla di autodeterminazione femminile e non si affronta davvero la lotta al patriarcato. L’obiezione di coscienza da scelta personale e quindi del singolo medico è ormai diventata strutturale e rende impossibile di fatto l’accesso al diritto. Infine, perché c’è un fortissimo stigma sociale che punisce tutte le donne e le loro scelte» ha concluso Francesca Tolino.
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Ascolta “Francesca Tolino, la mia lotta per la libertà di tutte le donne” su Spreaker.
Dueminutiescendo
Hai presente quando ti citofona qualcuno, dici “Due minuti e scendo!” e poi i minuti diventano sempre 485?
Mi sono chiesta cosa succeda in questa specie di comfort zone continuamente disattesa.
Io non sono una ritardataria, anzi, ma sono una pensatrice e credimi, ci sono delle volte in cui comincio a perdermi nelle mie riflessioni. Quindi a volte è capitato di dover andare ad un appuntamento e di fare tremila cose prima di uscire dalla porta.
Questi due minuti, che poi due minuti non sono, diventano il tempo di un racconto o di un’intervista sul mondo femminile. Cosa trovi qui allora? Storie di donne creative e appassionate. Un viaggio, il loro, in un mondo di sogni da realizzare e di desideri già avverati.
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