Signore e signori, mettetevi comodi perché oggi si parla di sesso. A offrirci questa occasione, il 4 settembre, è la celebrazione della Giornata Internazionale del Benessere Sessuale, grazie alla quale parlare e discutere della sfera intima dei singoli non solo non deve essere considerato fonte di imbarazzo, anzi. Dovrebbe diventare attitudine necessaria per ottenere una vita sana e senza compromessi. Con il passare dei decenni e l’evolversi del normale senso del pudore fare riferimento alla sessualità è diventato sempre meno imbarazzante. Anche se, ad essere sinceri, per molti rimane ancora un argomento ostico da affrontare. Soprattutto in ambito famigliare con i propri figli.
Ovviamente ci sono luoghi e momenti adatti per dare inizio ad una discussione legata alla sessualità. Ad esempio, secondo il bon ton, sarebbe opportuno evitare riferimenti sessuali a tavola durante una cena. È pur vero, però, che molto dipende dal grado di intimità che abbiamo con le persone sedute al nostro tavolo e, soprattutto, dal tono e dallo stile utilizzato. Ben vengano, dunque, dei sani confronti con le amiche più care, soprattutto se affrontate con un linguaggio privo di pruriginosi sottintesi.
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Foto di Toa Heftiba su Unsplash
Il sesso è una cosa normale
Affermare che il sesso sia un elemento naturale delle nostre esistenze, per alcuni potrebbe risultare ridondante ma, in realtà non sempre è cosi. Credo che ancora si debba fare i conti con un colpo di coda di moralità vecchio stile, secondo cui ricercare e pretendere per sé stessi una soddisfacente vita sessuale sia inopportuno. Un giudizio, ovviamente, che si riflette soprattutto sul mondo femminile. Per questo motivo, dunque, è stato importante istituire una internazionale dedicata proprio al benessere sessuale, sostenendo questo appuntamento con motivazioni mediche e psicologiche, volte ad dare forza all’argomento e a mettere a tacere l’ultima compagine di bigotti.
Per chiarire meglio la posizione della scienza riguardo la questione è opportuno ricordare le parole con cui l’OMS ha definito il benessere sessuale: «Uno stato di benessere fisico, emotivo, mentale e sociale in relazione alla sessualità non è solo assenza di malattia, disfunzioni o infermità. La salute sessuale richiede un approccio positivo e rispettoso alla sessualità e alle relazioni sessuali».
In sostanza, dunque, possiamo affermare che una buona attitudine sessuale toglie il medico di torno. Un’abitudine, dunque, che insieme al consumo della più classica mela, garantirebbe lunga vita. Non male, direi.
Rispetto, sicurezza e libertà: la formula per il benessere sessuale
Questi sono i tre elementi fondamentali attraverso cui, seguendo sempre i consigli dell’OMS, è possibile perseguire il benessere sessuale. Andiamo ad analizzarli nel particolare.
Il primo della lista è, senza alcun dubbio, il rispetto che deve essere rivolto verso se stessi e gli altri. Per quanto riguarda la sfera personale si ha l’obbligo di essere chiari e sapere perfettamente chi siamo, cosa desideriamo e quale orientamento sessuale ci contraddistingue. Questo vuol dire che è bandita qualsiasi tipo di finzione. Dalla più “innocua”, come quella volta a compiacere esclusivamente il partner, a quella più complessa che riguarda la negazione della propria natura per aderire ad aspettative sociali.
Il rispetto, però, deve essere rivolto anche verso l’altro. Non chiedendo o pretendendo nulla che lo faccia sentire in difficoltà o poco a suo agio.
Sulla sicurezza del sesso, invece, si è a lungo dibattuto, soprattutto dagli anni Novanta a causa dell’AIDS. Un discorso che vale sempre la pena riprendere, mettendo in evidenza che oggi è possibile avere la piena libertà sessuale purché si utilizzi intelligenza e attenzione e precauzione.
Ultimo elemento, poi, è la libertà che, dal mio punto di vista, è strettamente legato al rispetto. Ogni individuo, infatti, deve sentirsi libero di ricercare il proprio benessere sessuale nei modi e nei tempi che meglio lo soddisfano. Con la consapevolezza, però, che la propria libertà non deve in nessun modo violare o forzare quella di altri.
In questo modo, dunque, si dovrebbero raggiungere esperienze sessuali piacevoli e sicure, libere da coercizione, discriminazione e violenza. A questo punto, però, manca ancora un elemento per rendere il tutto perfetto. Sto parlando della pratica perché, prendendo a prestito una battuta di Non ci resta che piangere, per perfezionarsi bisogna «provare, provare, provare, provare, provare…»
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