Sai benissimo che da qualche anno ho scelto di seguire un’alimentazione 100% vegetale. Da quando ho deciso di eliminare carne, pesce, uova e formaggi dalla mia dieta mi sento molto meglio. Non si patisce la fame, credimi. Anzi, sono solo felice perché il mio sostentamento non è legato alla morte di alcuna creatura vivente. Ne ho parlato con Annalisa di Little Vegan Witch e oggi ne parlo con un’altra donna meravigliosa, Paola Sobbrio. Paola è una giurista, una docente universitaria e ha scritto diversi libri sul tema dei diritti degli animali.
No, non deve sembrarti strano che esistano persone che si battono per il riconoscimento dei diritti degli animali. Tutti noi amiamo cani e gatti, ma allora perché consideriamo gli animali d’allevamento e quelli da sperimentazione come di serie B?
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Paola Sobbrio, contro ogni luogo comune
Potrei farti un elenco lungo un chilometro dei luoghi comuni più noiosi dedicati ai vegani: mangiano poco, in fondo l’uomo è sempre stato carnivoro, perché dovremmo preoccuparci degli animali con tanti esseri umani che soffrono nel mondo, per citarne alcuni.
Ecco, Paola Sobbrio ha sempre lavorato affinché si potesse rimettere tutto nella giusta prospettiva. Con fermezza. «Sono certa che le persone che si battono per i diritti lo farebbero anche per gli animali se conoscessero le condizioni in cui vivono» mi ha spiegato.
Già, perché l’empatia che si prova per creature indifese è in fondo un bellissimo sentimento umano. Che non andrebbe combattuto. Semmai amplificato.
«Per diventare vegan bisogna ascoltare il proprio cuore e avere un alto ideale di giustizia. Informatevi come su ogni cosa e scegliete col cuore, evitate i pregiudizi e la paura dei giudizi della comunità. Chi è vegano sceglie di vivere una vita etica a 360°. Siamo tutti connessi, tutto è un organismo vivente» ha concluso Paola Sobbrio.
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Dueminutiescendo
Hai presente quando ti citofona qualcuno, dici “Due minuti e scendo!” e poi i minuti diventano sempre 485?
Mi sono chiesta cosa succeda in questa specie di comfort zone continuamente disattesa.
Io non sono una ritardataria, anzi, ma sono una pensatrice e credimi, ci sono delle volte in cui comincio a perdermi nelle mie riflessioni. Quindi a volte è capitato di dover andare ad un appuntamento e di fare tremila cose prima di uscire dalla porta.
Questi due minuti, che poi due minuti non sono, diventano il tempo di un racconto o di un’intervista sul mondo femminile (e non solo).
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