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Late bloomers, chi sono le persone che sbocciano tardi

Ciao, sono Francesca e faccio parte della comunità dei late bloomers. Cosa? E adesso chi sono questi? Me lo sono chiesta anche io quando ho letto la definizione e dopo aver approfondito ho capito che si stava parlando di me. Si tratta di tutte quelle persone che sbocciano tardi nella vita. Noi late bloomers, vedi, abbiamo fatto tutte le nostre cose più tardi rispetto alla media degli altri esseri umani. Il che non è necessariamente un dramma, ma porta con sé degli interrogativi interessanti.

Late bloomers, la simpatica eccezione

Meglio tardi che mai recita il proverbio. Ecco, possiamo sintetizzare così la questione. Ma in ritardo rispetto a cosa? Cosa cambia se dai il tuo primo bacio a 20 anni e non a 13? Forse non si tratta più di un’esperienza emozionante perché sei più vecchietta o vecchietto? Andiamo, non può essere così. Contesto fermamente il fatto che fare una cosa abbia meno valore se fatta più in là negli anni. Anzi. Forse il valore è più alto perché in qualche modo si è più maturi. O semplicemente pronti.

Leggi anche: Body Shaming. Perché è così facile odiare?
Late bloomers: fiorire tardi

foto di Stephanie Harvey su Unsplash

Un podcast da ascoltare

Mi sono imbattuta per la prima volta nel concetto di late bloomers ascoltando il bel podcast di Lorenzo Abagnale. E sì, solitamente nel concetto di tarda fioritura rientrano soprattutto affettività e sessualità. Ma andrei oltre perché la questione non dovrebbe essere a parer mio ridotta solo a quando hai fatto l’amore la prima volta o a quando hai avuto la tua prima relazione seria.

Sono tante le tarde fioriture della vita. Andare a vivere da soli, ad esempio.

In Italia sono pochi i giovani che vanno a vivere da soli (o in coabitazione). Spesso si rimanda all’infinito il momento del distacco dal nido familiare per i motivi più svariati, fino a quando non si può più fare a meno di pensarlo e di volerlo attuare. Per me il momento è arrivato con la morte dei miei genitori. Avrei potuto restarmene lo stesso nella casa di famiglia, ma sentivo che dovevo fare qualcosa di diverso. Ed è arrivata la mia casa attuale. Tarda fioritura? Ma dai neanche tanto, avevo 34 anni in fondo.

Ci sono i late bloomers lavorativi

Da quel punto di vista sono sempre stata precoce. Ho iniziato a lavorare intorno ai 25 anni ma è relativamente da poco, un paio d’anni, che ho cominciato a pensare a me stessa come una professionista a tutto tondo. Ma insomma, è bello o no appartenere a questa categoria umana?

Adesso ti dico di sì. Me lo avessi chiesto solo qualche lustro fa ti avrei risposto con un sorriso e una stretta di spalle. Perché diciamocelo: le late bloomers (più che i late bloomers) sono sempre guardate con un po’ di sospetto. Venivo sempre additata come quella che a 40 anni non aveva ancora avuto figli e tantomeno un uomo. Cosa stava nascondendo?

Te lo dico subito: niente di anomalo. Avevo solo un cattivo rapporto con il mio corpo che però ho rivisto e sistemato con tanto di fioritura bellissima. E oggi ti dico che alla fine è stato tutto come doveva essere. Ho più libertà di pensiero, una maggiore gioia di vivere e soprattutto la consapevolezza delle cose che amo e che invece detesto.

Se guardo indietro vedo una ragazza piena di paure che a un certo punto le ha affrontate tutte e si è anche divertita un sacco durante il tragitto.

Noi late bloomers sappiamo chi siamo e questa consapevolezza ce la siamo presa a forza di capitomboli ma anche con scioltezza ed eleganza.

Parla di potere della pazienza Rich Garlaard del libro Late bloomers. In un mondo ossessionato dalla fretta (laureati, sposati, fai figli, produci) noi late bloomers abbiamo il coraggio della lentezza e dell’essere controtempo. Per inciso, in danza il controtempo è quello che ti permette i movimenti più belli.

Garlaard sostiene che ci sono svariate motivazioni scientifiche per cui alcuni esseri umani “sviluppano” tardi. Le funzioni cerebrali trovano la massima maturazione sui 25 anni ma per molti di noi il confine si sposta un po’ più in là. Risultato? Che nel corso della vita possiamo fiorire tante e tante volte. Mi sembra bellissimo.

Il succo è:

  • Prenditi il tempo che ti serve sempre. Lo dice anche la scienza, visto? Non siamo stati programmati per fare le stesse cose tutti nello stesso momento. E vorrei vedere.
  • Non fare corse sugli altri. Pensa al tuo tempo, al tuo percorso. Chi lo ha detto che tu debba fare per forza quella cosa per essere completa?
  • Non misurare il tuo successo su quello degli altri. Già, sembra facile. Eppure, è essenziale. Conta solo chi sei e cosa fai in questo momento della TUA vita. E puoi cambiare quando vuoi.
  • Se senti invece di perdere tempo e non di prenderlo, chiedi aiuto. A volte bisogna essere rimessi sul sentiero. E soprattutto farsi le domande giuste.

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Francesca Fiorentino
Francesca Fiorentino
Giornalista professionista e podcaster, scrivo, cucino e faccio ridere, non sempre in quest'ordine. Amo la radio, i film, le margherite, le magliette a righe, i regali inaspettati e i taccuini nuovi. Qui leggi il mio sito professionale


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