Lo ammetto: non amo molto i termini inglesi. In certi casi, però, riescono a spiegare bene il senso della questione, i britannici sono molto più sintetici ed efficaci di noi. Succede con una parola di gran moda in queste settimane, il languishing, questa sorta di languore esistenziale che ci ha attanagliati durante la pandemia. E succede anche con l’argomento di cui voglio parlarti oggi: la pandemic fatigue. Letteralmente, stanchezza da pandemia.
Non si tratta banalmente solo della fatica che si prova in giorni difficili come questi, ma di una serie di piccole crisi che si accavallano l’una all’altra. Tutto improvvisamente diventa più pesante. Le regole per quanto possano apparirci giuste diventano insormontabili e scatta il desiderio di una ribellione.
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Foto di Edwin Hooper su Unsplash
Cos’è la pandemic fatigue?
Pur sapendo benissimo di vivere un momento straordinario, quindi, c’è una parte del nostro cervello che non riesce ad abituarsi alle limitazioni, alle raccomandazioni continue, al senso di libertà negata. Il corpo si debilità per mancanza di speranza. Ecco spiegata in parole povere la pandemic fatigue.
Da cosa dipende la pandemic fatigue?
Da una crescente demotivazione. Manca la possibilità di pensare al futuro con serenità, anche adesso che lentamente ci si concede qualche libertà in più.
Se certe cose non si possono o non si devono fare ci si sente delusi. E questo può portare in situazioni molto gravi a una depressione profonda. O a una serie di piccole ribellioni (non indossare la mascherina, non disinfettare le mani e via di seguito).
Un meccanismo naturale
All’inizio, quando tutto è nuovo aumenta il senso di responsabilità. Con il passare del tempo però la percezione della minaccia diminuisce. E quindi le limitazioni non vengono più considerate come necessarie ma come qualcosa di cui si può fare a meno.
Perché il rischio di stare male è più alto della possibilità di contrarre il virus.
Ci sono sintomi fisici?
Assolutamente sì. La pandemic fatigue si ripercuote anche sul nostro organismo, variando ovviamente da persona a persona. Alcune persone smettono di dormire, altre hanno perdita di appetito, disturbi al colon e perdita di capelli.
Come superare la pandemic fatigue?
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha voluto dedicare al tema un report apposito in cui si suggeriscono alcune strategie per affrontarla. Secondo l’OMS ci sono 4 strade i governi nazionali possono intraprendere per limitare questa deriva:
- Sviluppare l’empatia: cercare di comprendere cioè che si tratta di una reazione umana naturale. Quindi la comunicazione dell’emergenza deve essere diversa. Non più angosciante, ma rassicurante.
- Coinvolgere le persone: spingere cioè tutti a seguire comportamenti che possano davvero tutelare la salute pubblica e di tutta la comunità.
- Lasciar vivere le proprie vite: fare tutto come prima, cioè, ma con qualche precauzione in più. Necessaria per tutti.
- Non sminuire mai questo tipo di disagio: fino ad oggi sono stati gli anziani e i ragazzi a pagare il prezzo più alto della pandemia. Gli adolescenti, in particolare, si sono ritrovati a vivere un momento della loro vita legato alla socialità in condizioni difficilissime. Non si può non tener conto di questa cosa. Sono necessari quindi per l’Organizzazione Mondiale della Sanità sostegni economici, sociali, emotivi e culturali.
Torniamo a stare bene
A partire dalla possibilità di riappropriarci del tempo. Yoga e pilates possono funzionare più di altre discipline perché non è solo il corpo ad essere coinvolto, ma l’unità corpo-mente. Con particolare attenzione alla respirazione.
Conosci lo yoga della risata?
Nata in India 25 anni fa per merito di Madan Kataria questa pratica particolarmente indicata per affrontare la pandemic fatigue spinge a ridere per attivare una serie di risposte fisiche, fisiologiche e psichiche.
Questo yoga:
- Migliora la respirazione diaframmatica
- Favorisce il rilascio di endorfine e serotonina
- Purifica i polmoni
- Regala un’immediata sensazione di benessere
- Ossigena il cervello
- Abbassa l’ormone dello stress
- Aumenta le difese immunitarie
- Elimina l’anidride carbonica
Bene anche coltivare degli hobby che facciano lavorare le mani e non siano solo “immersivi”. Ottima poi la meditazione. Se le notizie a getto continuo delle TV provoca solo ansia, allora meglio non seguirla.
Questo non vuol dire isolarsi, anche perché è necessario avere informazioni sull’evoluzione della crisi sanitaria. Ma solo quelle che effettivamente hanno necessità di essere conosciute.
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