Un gruppo di lettura è un luogo meraviglioso dove tanti esseri umani assennati si riuniscono per parlare di libri. A Roma da due anni c’è un gruppo di lettura speciale, Strategie prenestine, che mese dopo mese ha diffuso con gioia l’amore per la lettura. Senza troppi pensieri arzigogolati, ma per il puro piacere di leggere. E me lo ha raccontato a cuore aperto una delle due fondatrici assieme a Valentina Aversano, Carola Moscatelli.
«Abbiamo notato in questi due anni di letture condivise che per quanto a te possa fare schifo o possa piacere tantissimo un libro, il confronto ti fa essere meno radicale. È una sorta di grossa democristianizzazione della lettura. Che detta così sembra una cosa brutta ma non lo è» mi ha raccontato Carola.

Carola Moscatelli di Strategie prenestine
Strategie prenestine leggere per amore
Dall’inizio della pandemia il gruppo, che prima si incontrava in presenza, si è spostato online. Il terzo martedì del mese si ritrovano su Zoom per parlare di un libro scelto in base al vaticinio della sacra buatta. Un barattolo di vetro che contiene tante parole chiave, ognuna delle quali ispiratrice di un possibile titolo. La discussione però è aperta davvero a tutti. «Non poniamo limiti. Solo non arrabbiatevi se durante la discussione può scappare qualche spoiler» ha aggiunto Carola.
Rivendicare la lettura come piacere, come desiderio «Al di là di chi parla di libri in maniera gioiosa, in molti pensano che il libro debba essere uno sforzo. Perché non ti puoi divertire basta. Bisogna leggere perché è divertente, è un modo di passare il tempo. Non dobbiamo avere la pesantezza di dire sto facendo cultura, sto leggendo cose che non mi piacciono» ha concluso Carola Moscatelli.
Cliccando su questo link puoi entrare in contatto con Strategie prenestine, partecipando al gruppo Facebook o seguendo il canale Instagram.
Ascolta l’intervista completa con Carola Moscatelli
Dueminutiescendo
Hai presente quando ti citofona qualcuno, dici “Due minuti e scendo!” e poi i minuti diventano sempre 485?
Mi sono chiesta cosa succeda in questa specie di comfort zone continuamente disattesa.
Io non sono una ritardataria, anzi, ma sono una pensatrice e credimi, ci sono delle volte in cui comincio a perdermi nelle mie riflessioni. Quindi a volte è capitato di dover andare ad un appuntamento e di fare tremila cose prima di uscire dalla porta.
Questi due minuti, che poi due minuti non sono, diventano il tempo di un racconto o di un’intervista sul mondo femminile (e non solo).
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