La festa del papà è una ricorrenza che mi emoziona tanto. Succede anche con la festa della mamma e per motivi che puoi ben comprendere. Quando perdi i tuoi genitori l’assenza diventa qualcosa con cui fare i conti. Te ne fai una ragione, magari ti guardi allo specchio e ti fai i complimenti per essere stata forte e piena di luce. Poi, a tradimento arriva sempre il momento in cui vorresti averli lì, parlarci, abbracciarli. Non puoi, vero. Ma questo non vuol dire che la memoria si debba inceppare, anzi.
Di mio padre ti ho sempre parlato tanto. Forse perché l’ho scoperto davvero tardi nella mia vita e per fortuna che è successo. Altrimenti avrei perso un pezzo importante della mia esistenza. Non era un padre perfetto, ma era una papà simpatico, buffo, gioviale. E mi voleva molto bene, anche se non sempre riusciva a dimostrarlo. Non tanto a me, quanto a sé stesso.
Ma questo non è un post strappalacrime. Questo è un post in cui si parla della festa del papà e lo si fa con cognizione di causa. Attraverso 5 film che secondo me rappresentano la paternità in maniera emblematica.
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Foto di Kelly Sikkema su Unsplash
Festa del papà, al cinema
Facciamo una rapida panoramica delle figure paterne al cinema: ce ne sono tanti, tantissimi. Fine della rapida panoramica. Dai, sono davvero tanti e non saprei da che parte cominciare. Ne abbiamo di tutti i tipi: quelli eroici, trasudanti umanità da tutti i pori o gretti e malvagi. Lo Spencer Tracy che nel Padre della sposa soffriva nel vedere Liz Taylor impalmata da un bell’imbusto appartiene alla categoria “padri buoni”. Ma nella categoria ci metto anche Darth Vader, il più oscuro di tutti, che tuttavia possedeva una vera luce dentro di sé. E il Mario Brega di Borotalco dove lo mettiamo? Forse nei padri maneschi, via.
Questa è la mia personale top 5 e quindi è condivisibile o meno. Se anche tu vuoi giocare con me allora raccontami i tuoi film del cuore dedicati ai padri. E buona festa del papà.
Big Fish
Quando vidi il film di Tim Burton in proiezione stampa piansi tutte le lacrime della mia vita. Tutte. E come sempre, realizzai un servizio pessimo. Perché più una cosa mi emozionava e meno sapevo come raccontare perché. L’ho capito solo molto tempo dopo. Edward Bloom, così imperfetto, così sopra le righe era un papà dolcissimo. Da prendere a piccole dosi, certo, ma da prendere senza riserve.
La vita è bella
Non è un film bello, per me. Ma l’idea di trasformare in favola una grande tragedia come l’Olocausto scalda il mio cuore di cinica critica cinematografica. E lo fa perché i bambini vanno salvati sempre. Con amore e fantasia. Anche raccontando una piccola bugia, purché sia fatto con affetto vero.
Alla ricerca di Nemo
Amo Marlin e il suo terrore nel lasciar andare il piccolo Nemo. Lo amo perché comprendo nel profondo cosa voglia dire separarsi da qualcuno a cui tieni, ma la vita è fatta di tante separazioni. E sono separazioni che ci definiscono, ci illuminano. Tirano fuori la parte migliore di noi. Perciò quando lo sento dire: «Usciamo… e rientriamo» rido a crepapelle. Ma so che una volta usciti dall’anemone si può vivere felici.
Mrs. Doubtfire
Come si fa a rimanere impassibili davanti a Robin Williams che fa le voci? Di sicuro ci sono film più belli, in senso estetico, che raccontano il rapporto tra padri e figli. Ma per celebrare la festa del papà niente mi sembra più appropriato di questa scatenata commedia interpretata alla perfezione dal suo protagonista.
Nel nome del padre
Classico esempio di film impegnato, con tematiche legate ai troubles irlandesi, di cui vado ghiotta, quello di Jim Sheridan è un inno alla morale cristallina di certi padri. Giuseppe Conlon, imprigionato per errore in una prigione inglese assieme a suo figlio è fin troppo cristallino, pavido o mite (scegli tu). Eppure, la sua etica è gigantesca. Da vedere e rivedere.
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