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Coco Chanel, la mademoiselle immortale

Prendete una ragazza caparbia, testarda, passionale e indipendente. Aggiungete metri di desiderio di riscatto e dei dettagli di genialità uniti ad uno sguardo moderno rivolto perennemente verso il futuro. Bene, fatto questo cucite il tutto con del filo di perle ed otterrete Coco Chanel, la donna che, a cinquant’anni dalla sua scomparsa ha dimostrato di essere immortale. Mademoiselle muore a Parigi il10 gennaio del 1971 nelle stanze dell’hotel Ritz. Ma la sua fine non ha fatto altro che alimentare la forza di un personaggio diventato mitologico per la moda. E non solo.

A questo punto credo sia assolutamente chiara la devozione che provo per questa donna e per quelle sue giacche che desidero possedere più o meno da quando ho abbandonato le scarpe di vernice alla bebè per lasciarmi sedurre dai tacchi alti. Fedele ai dettami di Coco nel mio armadio c’è un vero tripudio di maglie a righe e pantaloni comodi dal taglio maschile tra cui si fa largo quell’immancabile tubino nero, senza il quale una donna non può nemmeno pensare di essere tale.

E non importa se verrà indossato solo in poche occasioni. Fondamentale è possederlo, avere la consapevolezza di poter ricorrere ai suoi super poteri di stile in caso di incertezze o dubbi. Perché lo scopo perseguito da Coco Chanel, per gran parte della sua vita, è stato quello di dare alle donne consapevolezza della propria forza e autonomia. Partendo proprio dalla libertà di quel corpo che tanto, forse troppo, le definisce. In questo modo, tra tagli innovativi, nuove stoffe ed una eleganza dal gusto minimal Mademoiselle ha dato vita alla sua personale rivoluzione del mondo femminile.

Leggi anche: Come essere una French Girl
Coco Cganel

Un’immagine sorridente di Coco

Coco Chanel, un nuovo concetto di donna

Chi indossa un capo firmato Coco Chanel, soprattutto se vintage, deve essere cosciente di vestire con orgoglio una nuova definizione di donna. Perché, a dispetto di quello che possono affermare alcuni intellettuali radical chic, è possibile fare la rivoluzione anche con la moda. E chi, meglio di Coco ha incarnato questa possibilità?

A lei si è avvicinata, ma molto da lontano Mary Quant e le sue minigonne, diventate emblema di un cambiamento culturale e sociale. Chanel, però, è stata, senza ombra di dubbio, tra le prime. Se non addirittura l’unica per molto tempo.

Femminismo o meno, mi sento di affermare che questa sconosciuta ragazza francese senza famiglia e radici ha conquistato le donne di ogni epoca con una vera e propria filosofia. Una filosofia a sostegno di un’eleganza, raffinata pratica e consapevole.

Coco Chanel, la stilista che spogliò le donne

Immaginate di essere una donna della Belle Epoque. La moda vi avrebbe imposto di essere ingabbiare in corsetti, sommerse da metri di stoffa e ornate da cappellini con esotici piumaggi. Insomma, il cattivo gusto sarebbe stato sempre in agguato dietro l’angolo per non parlare di un’assicurata scomodità.

Le signore dell’epoca, però, non se ne curavano convinte che il loro ruolo, in quanto parte del gentil sesso, fosse proprio quello di evidenziare la loro inutilità sociale addobbandosi per essere identificate come puro oggetto ornamentale.

Coco Chanel, però va ben oltre.

E guardando ai cambiamenti del mondo intorno a lei e traendo spunto dalla quotidianità, concepisce la moda come luogo in cui la donna è soggetto e non oggetto, protagonista e non semplice manichino. Il corpo, dunque, reclama il suo spazio naturale, chiedendo forme e stoffe che lo aiutino a respirare e muoversi. Da qui nascono i primi scandalosi pantaloni e le maglie a righe prese in prestito dall’abbigliamento dei pescatori. Per non parlare dell’utilizzo del jersey, stoffa miracolosa e amica delle donne, in grado di accarezzare con armonia qualsiasi fisicità.

La moda come amore

Ma per Coco, che mai dimenticherà di essere anche la sconosciuta Gabrielle Bonheur Chanel cresciuta dell’orfanotrofio di Aubazine, la moda diventa anche linguaggio d’amore, di una passione vissuta profondamente fuori dai canoni e dai costumi sociali della sua epoca. I molti film a lei dedicati (Coco avant Chanel, Coco Chanel) e le biografie più o meno dettagliate raccontano tutte della sua appassionata storia d’amore con Boy Capel, magnate del carbone e l’unico capace di riconoscere e sostenere il talento di Coco.

A quell’amore vissuto senza alcuna ufficializzazione a causa delle loro differenze sociali, però, Chanel deve anche la consapevolezza della propria arte e di quanto fosse importante per lei, sempre ansiosa di autonomia e indipendenza. Sarà per questo, forse, che la comparsa dell’iconico petite robe noir, ossia il tubino nero, sembra essere conseguenza della prematura scomparsa di Boy.

Certo, tra i due eventi ci sono sei anni di differenza ma è romantico pensare che Coco, per omaggiare quel grande dolore, decise di mettere a lutto il mondo. E lo fa ancora oggi.

Guarda il trailer di Coco avant Chanel

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Tiziana Morganti
Tiziana Morganti
Sono Tiziana Morganti, giornalista e ufficio stampa. Per Smack mi occupo di cinema, cultura società e dei contenuti per la pagina Facebook. Amo la moda e lo stile. Sono cultrice dei Kennedy e di storia americana. Se Alberto Angela mi chiedesse di sposarmi non direi no.


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