Alle prime immagini del trailer di The Prom ho avuto come un tuffo al cuore. Ognuno di noi nasconde dei segreti quasi inconfessabili. Sia ben chiaro, nulla di preoccupante ed oscuro da riferire a personalità psicotiche con tendenze omicide. Più che altro mi riferisco a quei piccoli misteri che, se portati alla luce, scalfirebbero in parte la nostra immagine o il modo in cui amici e parenti potrebbero giudicarci. Siccome, però, io sono tendenzialmente priva di vergogna, mi sento pronta a confessare i miei guilty pleasure senza remore.
Prendete dunque nota tre sono i desideri segreti della mia vita: vivere in un musical, indossare un abito che sia un tripudio di paillettes e reincarnarmi in una adolescente americana emozionata per il suo ballo di fine anno. Ovviamente pretendo anche di vincere la corona di reginetta, perché si deve sognare sempre al massimo, altrimenti che desideri folli sono?
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Una scena di The Prom
The Prom, la vita a passo di danza
Il film diretto da Ryan Murphy (adattamento del musical del 2016 di Martin-Beguelin-Sklar) e lanciato su Netflix ormai da qualche giorno, rappresenta l’incarnazione cinematografica dei miei tre desideri, la rappresentazione scenica delle mie fantasie. Se poi a questo si aggiunge un look technicolor, la presenza scenica di una instancabile Meryl Streep, il fascino superficiale di Broadway e le gambe chilometriche di Nicole Kidman, che vorrei tanto avere, ecco che il gioco è fatto.
Attenzione
Unico effetto collaterale alla visione di The Prom è stato il successivo effetto La La Land, che mi ha accompagnato per giorni. Di cosa si tratta? Bene, per chi non ne fosse mai stato affetto è un innocuo e leggero disturbo della fantasia che affligge chi subisce il fascino del musical. Per un tempo indefinito, infatti, si affronta la vita quotidiana con la convinzione di avere costantemente una musica di sottofondo.
È un po’ come stare in fila alla posta e aspettarsi che, di punto in bianco, gli impiegati agli sportelli inizino a ballare e contare tra una bolletta e l’altra. Certo sarebbe folle ma molto più divertente. Con la struttura leggera di un musical, però, The Prom affronta la tematica di una forma di razzismo che non è poi tanto nuova.

Jo Ellen Pellman e Ariana Debose NETFLIX © 2020
Sto parlando di quella relativa all’orientamento sessuale che colpisce la giovane Emma (Jo Ellen Pellman) cui viene proibito di partecipare al ballo scolastico con la ragazza che ama. A cercare di risolvere la situazione sarà un gruppo di attori in declino di Broadway alla ricerca di nuova notorietà. Lontani dall’habitat naturale di teatri e palcoscenico, però, anche loro assumono la forma di creature bizzarre e “diverse“. Ma chi definisce effettivamente in quali forme si esprime la diversità?
The Prom, Meryl Streep diva in technicolor
Nel corso della sua carriera abbiamo visto Meryl Streep vestire così tanti panni diversi che, ormai, non dovremmo più stupirci di nulla. Eppure, ammirando la sua performance in The Prom si rimane ancora una volta a bocca aperta. In questo caso la Streep indossa gli abiti sgargianti di Dee Dee Allen, una diva di Broodway la cui stella si sta offuscano dopo il flop della commedia Eleanor, dedicata a Eleanor Roosvelt.
Con la sua solita grazia ed un certo gusto per il perfezionismo, Meryl mette in scena tutti gli stereotipi di una donna che vive solo in virtù della propria fama, divorata da un egocentrismo senza precedenti e capace di viaggiare in compagnia dei suoi due Tony per far valere la propria importanza. Ovviamente, però, fuori dal perimetro newyorkese Dee Dee scopre che la fama ha scarso impatto sulla piccola comunità di una cittadina dell’Indiana e non le rimane che mettere in gioco altri talenti oltre a quelli artistici.
Un musical, l’uguaglianza…
Dietro i lustrini, i colori accesi, gli eccessi caratteriali del piccolo gruppo di artisti formati anche da James Corden e Andrew Rannels, però, si cela un intento più impegnato. E non bisogna certo stupirsi, visto che spesso i messaggi più importanti vengono recepiti meglio grazie ad una forma narrativa dalle note leggere.
Così The Prom punta l’attenzione sull’uguaglianza di genere e sessuale. Argomenti che avrebbero dovuto trovare già ampiamente una loro soluzione alla luce del semplice ed essenziale concetto secondo cui si deve essere liberi di esprimere sempre il proprio io. In realtà, però, la società non sembra essere ancora così pronta a questa naturale accoglienza. Quindi ben venga la storia di Emma e della sua ragazza. Anche se declinata sulle note di un musical e, forse, con qualche accenno di retorica cinematografica.
… e il valore del teatro
Altro aspetto interessante è l’accento posto sul valore del teatro. In questo caso narrato e descritto come il luogo del sogno, dove anche l’impossibile diventa credibile. E non importa che sia solo per la breve durata di uno spettacolo. Gli effetti benefici si fanno sentire a lungo. Questa dichiarazione d’amore al luogo della fantasia per eccellenza è affidata a Keegan-Michael Key, che veste i panni del preside di un piccolo liceo di provincia. Un uomo come tanti dalla vita tranquilla ma con la necessità di essere trasportato fuori dalla propria quotidianità, alleggerito dalla noia che lo affligge. Ed è proprio questa la magia del teatro.
Nella penombra della sala, infatti, si crea un incanto misterioso nato tra lo spazio dove si incontrano platea e palcoscenico. Un luogo stretto tra chi abbandona per alcune ore la propria esistenza ed altri che si impegnano a restituire in cambio una del tutto nuova e inaspettata. Anche in questo caso The Prom colpisce dritto al cuore come un augurio, in questo periodo così difficile per l’arte e la cultura. Che lo scintillio del teatro torni presto a riempire gli occhi e non solo!
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