C’è qualcosa che mi ha sempre affascinato della Festa di Halloween. A dispetto della mia indole solare e ottimista, nascondo nel mio cuore un aspetto più lunare e malinconico. Quel genere di cose che mi fa apprezzare i paesaggi della brughiera sferzata dal vento, i mari tempestosi, la solitudine di una casa con il caminetto acceso. Mentre fuori imperversa un temporale furibondo. E amo visceralmente le tradizioni celtiche e tutto ciò che ha a che fare con la magia, l’irrazionale.
Le streghe per me sono tutte buone perché riescono ad interpretare i segreti della natura e a vegliare su di essa. E se fanno degli incantesimi sono buoni. Con queste premesse puoi ben comprendere come la celebrazione di Ognissanti sia per me fonte di grande divertimento. Anche in quest’anno così assurdo in cui la paura che sentiamo sulla nostra pelle non è legata a folletti dispettosi, ma ad un piccolo nemico invisibile.
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Foto di freestocks su Unsplash
Festa di Halloween, dolcezza e paura
Il grande appeal di questa celebrazione è legato sicuramente al fatto che ci dia la possibilità di esorcizzare le nostre paure più profonde mettendole in scena in maniera grottesca. Un po’ come le fiabe che sotto la superficie zuccherosa celano riflessioni profonde su argomenti spaventosi (e di sicuro poco infantili). La prima paura è quella della morte, di perdere una persona cara e di non sapere cosa ci sia nell’aldilà. La festa di Halloween infatti coincide con Ognissanti e con il giorno dei defunti, un legame strettissimo che affonda le radici nella notte dei tempi e che è sempre appartenuto al nostro folklore.
Nell’Italia contadina si sono sempre celebrati i riti legati ai defunti, ad esempio le questue fatte per chiedere la protezione degli spiriti e ottenere un buon raccolto in vista della prossima semina. Più che un’americanata, insomma, una tradizione antichissima che con Halloween aveva in comune il tentativo poetico di creare una connessione con i nostri cari che non ci sono più. Per loro le tavole si lasciavano imbandite con tanti dolci buoni – il pan dei morti in Lombardia, i cavalli dei morti in Trentino e o’ morticiello a Napoli – e i letti si preparavano con lenzuola pulite.
La notte delle streghe
E le streghe, i mostri, i cattivi? Arrivano dal retaggio celtico della celebrazione di Samhain, una sorta di capodanno che sanciva la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno, con tutto ciò che quel passaggio comportava: il ringraziamento per il raccolto compiuto attraverso regalie di cibo. I riti pagani, che la Chiesa ha provato a soppiantare attraverso l’istituzione della festa di Ognissanti nel sesto e settimo secolo, prevedevano anche sacrifici animali che venivano usati come travestimento per allontanare gli spiriti cattivi. Quindi nel periodo dell’anno in cui morti e vivi si riconnettevano, le streghe si radunavano per prevedere il futuro.
La festa di Halloween nella cultura
In questi giorni di studio in vista della scrittura di questo post ho scoperto molti aspetti interessanti di Halloween. Primo fra tutti il fatto che sono stati gli immigrati scozzesi e irlandesi (i miei amici celti insomma) a portare Samhain negli Stati Uniti e l’innesto dei riti su quel territorio vergine ha dato origine negli anni alla festa che conosciamo noi oggi, con zucche intagliate, secchi di caramelle, bimbi impertinenti che suonano alla porta e pretendono dolciumi. Tra cartoline con inchiostro tossico poi ritirate dal mercato e decorazioni kitsch, Halloween è la seconda festa più redditizia dopo il Natale negli USA.
In effetti, trova il filone e sfruttalo fino alla fine è uno dei precetti fondamentali del consumismo. Anche da un punto di vista culturale. Quanti film horror sono diventati l’ispirazione fondamentale nei travestimenti di Halloween? Senza dimenticare l’ode firmata da John Carpenter nel 1978 in cui paura fa rima con pazzia.
Guarda il trailer di Halloween
Buon Halloween in sicurezza
Non è un buon momento questo per andare in giro a celebrare la festa di Halloween. Tuttavia ti consiglio di truccarti e travestirti lo stesso. Anche un gioco può far sentir meglio. E un cappello da strega dona a tutte.
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