Vocali, messaggi, abbracci, regali. Quanti modi ci sono per augurare buon compleanno a un essere umano. Vale tutto, purché sia sincero e frutto di amore incontrovertibile. Il 22 ottobre, come da 45 anni a questa parte, ho festeggiato la mia nascita, dando il via ad una serie di riflessioni sulla vita che ormai diventano sempre più necessarie e fortunatamente meno drammatiche.
Dici che sia un controsenso? No, per niente. Più si cresce e più ci si rende conto di quali siano le cose importanti della vita. E soprattutto, si capisce davvero chi si voglia essere. Guarda la foto qui sotto. L’ho scattata in maniera basica. Non è bella, non è stilosa né instagrammabile. Ma possiede qualcosa di irrinunciabile: la parola me.
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Auguri!
Buon compleanno a me
Dunque, ti parlavo delle riflessioni necessarie ma non drammatiche. Mi sono resa conto che certe persone amano il modo in cui siamo, ma non è detto che ci lascino libere di essere come siamo. Sai come si fa a non rendere drammatico il rapporto con loro? Togliendogli il potere di farti sentire incompleta.
A questo spero di poter rinunciare per sempre. In virtù di quelle due letterine brillanti sulla mia torta. Non sono perfetta, sbaglio e sbaglierò, potrei addirittura essere infelice per questo. Ma è il mio percorso, la mia strada. Fine.
Confini chiari
Perentoria, vero? Puoi scommetterci. Tutta colpa dell’età. Il tempo scorre solo in avanti, non va al contrario. Gli errori che si fanno si fanno e da loro si può imparare. Tutto qui.
E allora?
Allora sono tempi di incertezza e inquietudine. Nessuno di noi sa quanto questo ancora possa durare. Le angosce si sommano per non parlare della paura di non poter rivedere le persone che amiamo e che sono distanti. Ma proviamo a prendere le cose che arrivano minuto per minuto. Soprattutto, laddove possibile evitiamo di drammatizzare inutilmente. E la parola chiave è inutilmente. Perché davanti alle catastrofi non si può certo essere catatonici, ma per affrontarle bisogna essere in sé al 100%.
Mentre ti scrivo questa frase già il respiro si mozza. Penso a tutto quello che vorrei fare, ipotizzo scenari nefasti, immagino gli appuntamenti che dovrò spostare o le cose che potranno cambiare nel breve giro di qualche mese. Vedi come si fa presto a perdere la bussola? Ecco perché penso che sia importante avere al nostro fianco esseri umani che non giudichino, che non appesantiscano, ma sappiano starti vicini con saggezza.
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