Quando ho scoperto che il 21 settembre si celebra la giornata mondiale della gratitudine mi sono subito messa alla ricerca di notizie. Non sono tante e non sono nemmeno chiare. C’è chi parla di una riunione di esperti di meditazione alle Hawaii nel 1965 per festeggiare il Ringraziamento, con il conseguente desiderio di stabilire una giornata uguale in tutto il mondo dedicata a questo sentimento. Altri, invece, sostengono che sia nato tutto nel 1977 nel cosiddetto Meditation Group della Nazioni Unite, per opera del maestro spirituale indiano Sri Chinmoy.
Che ne dici di allontanarci per una volta dalla fredda cronaca dei fatti per andare al succo: cos’è la gratitudine? Prima l’ho definita sentimento, ma forse dovrei parlarti di un modo di essere.
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Foto di Wilhelm Gunkel su Unsplash
Sappiamo esercitare la gratitudine?
Il discorso è abbastanza complesso perché si rischia di scivolare in derive iper spirituali che non mi appartengono. Quando i temi sono così alti sento il bisogno di scendere sulla terra. Da qui la domanda: sappiamo esercitare la gratitudine (senza sembrare Pollyanna o un guru)?
Come si dice?
Da bambini ci obbligano sempre a dire grazie ogni volta che qualcuno fa qualcosa per noi o semplicemente ci mostra gentilezza. «Come si dice?» e la risposta arriva quasi immediata: «Grazie!». Ammettiamolo, in certe situazioni dire quel grazie ci ha pesato un po’. Voglio dire, siete stati carini, ci avete regalato l’ultimo modello di macchinetta super accessoriata cosa volevate che vi dicessimo? Il grazie come risposta educata può avere senso nel percorso di crescita di un essere umano, ma la gratitudine è un’altra cosa.
Essere grati a, essere grati per
Non ha nulla a che vedere, a parer mio, con l’affettazione e con il politicamente corretto. È un modo positivo e limpido di vivere. Dimostrare gratitudine, quindi dire grazie di cuore ad un altro essere umano, ci permette di essere più sereni e in pace con noi stessi. Allo stesso modo, sentirsi grati per quello che si è e che si ha è un modo sano di considerare la propria vita.
A un certo punto capisci
Credo che esista un momento nell’esistenza di una persona in cui improvvisamente tutte le cose imparate svaniscono. O meglio acquistano una nuova luce con le esperienze fatte, i dolori, le separazioni, le realizzazioni. Quando grazie non è più una risposta automatica ma una naturale sensazione di pienezza e di felicità, ad esempio.
Grazie Diego
Mesi fa trovai online un video in cui un bambino di una povera famiglia sudamericana apriva i suoi regali di compleanno. Non c’era di sicuro l’ultimo modello di macchinetta super accessoriata. L’entusiasmo vero che dimostrava mentre scartava i pacchetti mi ha tramortita fino alle ossa. Ricattatorio? Forse il sito in questione ha cavalcato l’onda, ma Diego in quel momento era la gratitudine fatta a persona. Come se avesse fatto fuori tutto il superfluo per trattenere l’essenza stessa della vita.
Esercitiamoci
Forse non ci rendiamo conto di quante cose amplifichino il nostro senso di gratitudine fino a quando non le mettiamo nero su bianco. Ecco quindi qualche piccolo esercizio per tonificare la nostra mente e il nostro cuore.
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Tieni un diario
- È il modo più semplice per vedere con i tuoi occhi quante cose belle hai. Non devi mica ritirarti in un ashram ayurvedico a Goa. Basta anche essere grati per aver ritrovato, finalmente, lo yogurt che tanto amavi e che non riuscivi più a trovare. Parti dalle cose piccole piccole e poi arriverai a quelle grandiose: le persone che ami, l’essere in salute, avere una casa e del cibo.
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Quando ti senti grata o grato, dillo
- Basta pochissimo per introdurre massicce dosi di gratitudine nella nostra vita. Quando sei di fronte ad un gesto bello, o ti hanno dimostrato amore, dillo ad alta voce quanto questo sia stato importante per te.
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Elimina la falsa cortesia
- Il valzer democristiano del «Si accomodi prima lei, prego». La gratitudine non è falsa, non è una forma di educazione imparata a suon di scappellotti, non è debolezza. È il riconoscimento della bellezza nella nostra vita.
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Coltiva l’amore per le piccole cose.
- Non so te, ma quando la mia sveglia è impostata ad un orario indecente (capita) e mi capita di aprire gli occhi e scoprire di avere ancora qualche ora di sonno a disposizione, sento nel mio cuore un benessere inspiegabile. Ecco, fai caso a tutti questi momenti di felicità.
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Pensa alle difficoltà che hai superato
- Ne hai a bizzeffe, lo so e sei qui. Guardati indietro allora, a quanto eri diversa o diverso a quanto sei forte oggi. Ricorda sempre il tuo punto di partenza e sii grata o grato di aver resistito.
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