E se le favole fossero una rappresentazione di un disagio più o meno evidente? In effetti, leggendo tra le righe, spesso e volentieri una storia innocua rivela dei lati più oscuri e spaventosi. Tuttavia credo che le fiabe abbiano il potere di raccontare aspetti umani comuni a tutti in maniera travolgente e fantasiosa, quindi memorabile e per questo andrebbero sempre assunte in buona quantità nella vita. A noi ragazze, ad esempio, hanno sempre sbomballato l’ego con la storia delle principesse.
Per quanto negli ultimi anni ci sia stata una sorta di rivoluzione copernicana sull’argomento, che ha portato tutte noi a rivalutare nel profondo l’esigenza di immedesimarsi in una principessa, magari facendoci salvare da un principe azzurro, è indubbio che queste figure femminili privilegiate, sfortunate anche nella catastrofe, anzi tanto più fortunate quanto più sono state messe alla prova dalla concatenazione di eventi, continuino a farci sognare. Ma…
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Foto di King Lip su Unsplash
Principesse, ci fate o ci siete?
Ringrazio il caro amico Max per aver condiviso sulla sua bacheca Facebook questo album fotografico che puoi vedere qui sotto. Gli autori hanno ipotizzato in maniera molto intelligente delle sedute di psicoterapia per ogni principessa Disney, che, ricordiamolo, sono solo una rielaborazione parziale e iper romantica di personaggi più complessi. Ad ognuna, il suo disagio. Be’, vediamolo.
Biancaneve? Un’ingenua
Figlia bellissima di una regina compianta, odiata dalla matrigna, Biancaneve è tra le principesse quella che più di ogni altra ha esaltato il concetto di principe azzurro. L’ha risvegliata dal coma, fai tu… Cosa le viene imputato dall’analista? Di essere una donna troppo fiduciosa nel prossimo. Un’assenza di malizia che confina con la fresconaggine, molto puerile. Crescere vuol dire anche riconoscere i pericoli e rifiutarli, perciò se anche tu soffri di questa sindrome che ti spinge a pensare che nessuno possa farti del male, apri gli occhi e impara a dire di no alle mele avvelenate.
Cenerentola, o della sistemazione definitiva
Amata Cinderella… Sì, eccola quella gran culo che ha traviato generazioni di donne con una vicenda personale ai limiti del riscatto sindacale, tenera e romantica finché si vuole, ma con enormi punti interrogativi. Ad esempio, perché bastano poche ore con un principe per pensare che sia proprio lui l’uomo perfetto? No, l’uomo perfetto non esiste, ma di certo non lo capisci dopo poche ore. Non è un giro di valzer al chiaro di luna che fa un rapporto stabile. Cenerentola piace (e tanto) se si ha un’idea troppo irreale dell’amore. Godibile a 7 anni, un po’ meno a 40.
Aurora, impara a ballare
Ed eccoci alla bella addormentata, colei che secondo l’analista della vignetta ha imparato a risolvere i problemi della vita dormendo. Ora, tralasciando le maledizioni etc etc le belle addormentate che vagano per le strade della città pensando che sottrarsi alla vita sia una soluzione possibile sono una grande iattura. Perché non è mai bello sprecare i propri talenti e perché vale la pena sbagliare se si può essere migliori di prima. Non credi?
Ariel e le altre
Non avevo mai considerato la storia di Ariel, protagonista della sirenetta di Andersen, come quella di una donna che fa di tutto per essere accettata da un uomo. Ad esempio rinunciare alla sua voce. Francamente la chiave di lettura mi sembra un filo parziale, ma ha un suo valore. Soprattutto se pensi che la voce rappresenti al 100% la nostra identità. E allora? Se devi cambiare tutto di te perché altrimenti una storia d’amore non funziona, la storia d’amore non è d’amore e non funziona. Quanto a Mulan e Belle, coraggiose e intelligenti ma ancora legate al dominio patriarcale, almeno secondo il dottor Giraffa, il discorso è più sottile.
Chi ci ama, ama tutto di noi, anche la nostra vis polemica. Alla fine conta essere intelligenti e coraggiose per sé stesse e non per rispondere a input che vengono dall’esterno. Perché in mancanza di un’esigenza vera i nostri valori si annacquano e perdono forza. Sennò come Jasmine finisci per sposare un bugiardo cronico. Per carità!
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