La prima volta che sentii parlare di Marie Curie ero in terza elementare grazie al racconto di una maestra entusiasta e, forse, mossa anche da uno spirito femminista. La sua personalità colpì così tanto la mia fantasia che la inserii, senza lacuna esitazione, nel mio personale Pantheon di personaggi straordinari tra cui facevano bella mostra Silvio Pellico, Ulisse, Rossella O’Hara e Candy Candy. Capisco che il gruppo possa mostrare una composizione a dir poco eccentrica. Ma, a mia discolpa, posso far leva sulle incongruenze e l’inesperienza della mia giovane età.
Nonostante avessi solo otto anni, però, non mi ero sbagliata affatto nell’individuare il valore di Marie Curie che, oltre ad aver ispirato molte scienziate, oggi ha conquistato anche gli onori del grande schermo. Il 15 luglio, direttamente on demand, è stato distribuito Radioactive, lungometraggio britannico ispirato alla graphic novel della scrittrice americana Lauren Redniss. E diretto dalla regista Marjane Satrapi, già osannata per l’animazione tutta al femminile Persepolis.
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Rosamund Pike è Marie Curie
Marie Curie, una donna moderna
A vestire i panni della Curie è Rosamund Pike, mentre Sam Riley è il marito Pierre, con cui la scienziata condivise i primi studi e il Nobel per la Fisica. Perché la personalità di una donna vissuta più di un secolo fa dovrebbe riuscire a dialogare con il moderno mondo femminile e ispirarlo? La risposta è molto semplice.
Marie Curie aveva in se quei particolari geni che l’hanno destinata non solo all’immortalità scientifica ma, soprattutto, ad una eterna attualità. Più dei risultati professionali, infatti, in lei dovrebbe essere evidenziata la propensione al fare, al comprovare e al concretizzare.
La biografia di un genio
La vita di questa scienziata è stata sempre caratterizzata da un moto perpetuo e da una concretezza ben focalizzata verso due soli risultati: la conoscenza e la realizzazione di sé. Per questo motivo a 24 anni abbandona la Polonia russa, dove alle donne era proibito accedere agli studi superiori, per seguire le lezioni della Sorbone a Parigi. Ed è proprio nella città delle luci che Marie, insieme al marito Pierre e al collega Antoine Henri Becquerel, ottiene nel 1903 il Premio Nobel per la Fisica grazie studi sulla radioattività.

Rosamund Pike e Sam Riley
Solo tre anni dopo, ottiene la cattedra alla Sorbone del marito, morto per un incidente. Marie Curie diventa la prima donna ad insegnare nella prestigiosa università parigina. Per una mente come la sua, votata allo studio e alla concretezza, i limiti sembrano non esistere. È così che nel 1911 viene insignita del secondo premio Nobel, questa volta per la Chimica, grazie alla scoperta di due nuovi elementi: radio e polonio.
Marie Curie, una rivoluzionaria inconsapevole
Da bambina avevo dipinto Marie Curie come una giovane donna dal volto severo o, quanto meno, molto serio che, sovvertendo tutte le regole sociali di un mondo di fine ottocento, decide di seguire il richiamo della ricerca piuttosto che quello delle così dette arti femminili.
Ma quello che, nel corso del tempo, ha reso ai miei occhi questa donna ancora più interessante è la motivazione alla base delle sue scelte. Guardandola con gli occhi di uno storico Marie oggi appare come una disubbidiente, una rivoluzionaria che, attraverso i suoi risultati, ha contribuito a cambiare, almeno in parte, il modo di considerare la donna.

Un primo piano di Marie Curie
Dal suo punto di vista, però, la situazione è diversa.
Marie Curie ha solo risposto ad una personale urgenza. Insomma non aveva nessun intento rivoluzionario se non quello di vivere l’esistenza che gli era più congeniale. Una vita forse complessa e imperfetta ma, sicuramente completa. Come donna ha rivendicato il diritto ad una pienezza che l’ha vista studiosa, moglie, madre e scienziata riconosciuta.
Ed è questo, probabilmente, l’insegnamento più importante che Marie Curie impartisce ancora oggi al mondo femminile. Qualunque sia il talento o la propensione che ci caratterizza, abbiamo il diritto e il dovere verso noi stesse di chiedere tutto, di realizzarci nei diversi aspetti che definiscono le nostre vite. Sarà difficile e faticoso? Ovviamente si ma non impossibile. Parola di Marie Curie.
Marjane Satrapi e Marie Curie
«La scienza è per me sinonimo di curiosità, e il film affronta gli effetti duraturi di una scoperta e ho sempre pensato fosse importante parlarne. La scienza si combina con l’amore e questa è l’unica vicenda che conosco dove ciò avviene, e poi c’è l’elemento drammatico che la rende ancora più bella» ha detto la regista.
Dove vedere Radioactive
Puoi vedere il film dedicato a Marie Curie su Sky, Timvision, CHLI, Google Play, YouTube, Rakuen, Huawei Video e Infinity.
Guarda il trailer di Radioactive
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