Se ti dico Ghost, a cosa pensi? A un film super romantico, a una commedia spiritosa o a un horror? Probabilmente tutte e tre le risposte sono appropriate perché il film di Jerry Zucker racchiude queste anime così diverse e proprio per questo, ancora oggi, è una delle pellicole più amate dal pubblico. Oggi Ghost compie 30 anni. Questo vuol dire che, assieme all’altro cult dell’epoca, Pretty Woman, ha segnato in maniera indelebile gli anni ’90. Consegnando alle quindicenni dell’epoca (sì, ero una di loro) il sogno di un amore che resistesse allo scorrere del tempo e alla violenza degli uomini.
Naturalmente, con Patrick Swayze, Demi Moore e Whoopi Goldberg, il compito è stato portato a termine con una certa facilità. Nulla da dire al riguardo. Anzi, qualcosa da dire ce l’ho.
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Demi Moore, Patrick Swayze e Whoopi Goldberg
Ghost, lacrime e amore
Amore, amicizia, morte. Come rinascere da un grande dolore e ricominciare a vivere. Paure e speranze di tutti che in Ghost diventano un film da manuale. E se non conosci la trama, te la racconto in poche righe. Sam e Molly si amano e vanno a vivere insieme in un loft a New York. Sarebbe tutto perfetto eccetto per due piccoli particolari: Sam non sa dire ti amo, ma solo idem. Per la cronaca: nella versione originale è ditto.
E soprattutto, Carl, migliore amico di Sam, sta tramando alle sue spalle per sottrarre del denaro dalla banca in cui lavorano assieme. La manovra insospettisce Sam che viene ucciso durante una rapina, organizzata proprio da Carl per prelevare dei codici bancari in suo possesso. (lacrime)
È la fine? Neanche per sogno. Sam resta intrappolato tra il mondo terreno e quello della luce. Ha una missione da compiere, scoprire chi lo voleva morto e difendere Molly. Per contattare la ragazza, si fa aiutare da Oda Mae Brown, medium cialtrona ma dal cuore d’oro che rischia in prima persona pur di dare la possibilità allo spirito di trovar pace. (lacrime)
Ricordo bene la prima volta che vidi Ghost.
Avevo giustamente il batticuore. Non avrebbe potuto essere altrimenti davanti alla super sensuale sequenza del vaso di creta, agli occhioni pieni di lacrime di Demi Moore – si dice che sia stata scritturata per la sua capacità di piangere a comando – e a tutto Patrick Swayze.
Oggi di Ghost mi piace anche il suo lato oscuro. Il momento della morte di Carl mi fa ancora paura, ma ne apprezzo la sua dimensione catartica (leggasi, se l’è meritata). Tony Goldwyn, interprete di Carl, ha raccontato di essere stato spesso maltrattato in pubblico per il ruolo.
Ghost, le curiosità
Ghost è stato il film della consacrazione per Demi Moore (e per il suo taglio di capelli, fatto a tradimento prima dell’inizio delle riprese) e Whoopi Goldberg, premiata con l’Oscar alla migliore attrice non protagonista. L’Academy assegnò una statuetta anche Bruce Joel Rubin per la miglior sceneggiatura non originale. A quanto dichiarato dallo scrittore la sua ispirazione principale fu l’Amleto. Nella tragedia di William Shakespeare, infatti, lo spirito del padre del protagonista apparve al figlio per rivelargli di essere stato ucciso in un complotto.
Una città da amare
È stata una delle prime pellicole a narrare la grande trasformazione di New York (in TV Sex and the City sarebbe arrivato otto anni dopo): da città abnorme dalle mille ombre a metropoli fashion fondata sui loft. Quello del film si trova in uno dei quartieri più belli della Grande Mela, Soho, al 102 di Prince Street. La metratura, così come il costo, sono spropositati (difficile pensare che una giovane coppia come Molly e Sam possa acquistarlo oggi a circa nove milioni di dollari), ma gli spazi sono incantevoli.

Una camera da letto del loft di Ghost. Foto di Douglas Elliman Real Estate
Suoni e musiche
E a proposito di ombre, i suoni angoscianti che accompagnano gli spiriti delle tenebre sono stati ottenuti registrando e invertendo il pianto dei bambini. E che dire delle musiche? Della meravigliosa colonna sonora di Maurice Jarre e del tormentone Unchained Melody dei Righteous Brothers. Una hit del 1955 cantata praticamente da tutti, da Elvis agli U2.
Oltre la vita
Ma parte del successo di Ghost è anche legato al fatto che prova a raccontare un aspetto che fa ancora molta paura, la morte. E lo ha raccontato a partire dalle testimonianze raccolte nel libro Life After Life, di Raymond Moody. Molti pazienti che hanno vissuto esperienze di pre-morte durante un arresto cardiocircolatorio, descrivevano la presenza di un tunnel bianco che li avrebbe portati nell’aldilà. E in alcuni casi, anche le anime delle tenebre venute a prendere i cattivi.
Come nella morte di Carl
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