Ho sempre indossato con fatica il bikini. Sono stata e sarò una fan del costume intero. Sì, mi fa sentire più protetta e decisamente al sicuro. E la mia pancia morbida (molto morbida) se ne sta al riparo da sguardi indiscreti. Eppure. Sì, l’eppure è grosso come una casa, perché ogni donna formosa e con tante rotondità deve sentirsi libera di indossare un due pezzi. Che sia magari adatto alla forma del suo corpo e che la faccia sentire a suo agio.
La parola chiave, come sempre, è libertà. E a ben guardare il concetto di libertà si applica perfettamente a questo capo d’abbigliamento che ha fatto la storia della moda e che, appunto, ha liberato molte generazioni di donne dai vecchi scafandri che si indossavano per andare al mare. Così, a qualche giorno dal compleanno del bikini, voglio celebrare la potenza dirompente di pochi piccoli pezzi di stoffa. E il suo ruolo nella “scoperta” della donna.
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Marilyn Monroe in bikini
Bikini, la storia e il mito
Non so se ricordi quella divertente sequenza del film con Totò, Un turco napoletano. Il protagonista, un dongiovanni scambiato per eunuco (sic!), porta al mare un gruppo di donne che deve controllare. Siamo alla fine dell’800 e i costumi da bagno sono delle vere e proprie mute. Con tanto di cappellini e mutandoni. Il buon Felice allora strappa tutto il superfluo e regala alle “sue” ragazze un attimo di trasgressione. Ecco, immagina che l’arrivo del bikini sia stato questo: un mix di libertà e trasgressione.
Louis Réard, il padre del bikini
Per parlare di bikini moderno dobbiamo risalire al 1946 quando il designer francese Louis Réard diede vita al costume più piccolo del mondo. Una vera e propria bomba per la moda, come sottolineava anche il nome, ispirato all’atollo nelle Isole Marshall in cui gli americani condussero i primi test nucleari.
In realtà, secoli prima, come testimoniano alcuni mosaici risalenti all’epoca romana, le donne già indossavano questo tipo di costume. Réard insomma non fece altro che migliorare e modernizzare un modello già vincente. E, ovviamente, non fu facile. Basti dire che per nessuna modella accettò di sfilare in due pezzi e che lo stilista si rivolse a Micheline Bernardini, spogliarellista del Casino de Paris.
Bikini? Sì grazie
Dagli anni ’40 in poi il bikini conobbe una vera e propria ascesa. Le donne lo amavano per la possibilità di abbronzarsi di più e anche perché riscoprivano una propria femminilità. Col passare del tempo poi i tessuti sono diventati via via più moderni. Con l’avvento del lycra e di altre stoffe elasticizzate ha reso il bikini estremamente funzionale.
E grazie alle grandi icone del cinema, cito per tutte Ursula Andress in Agente 007 – Licenza di uccidere, il bikini è entrato di diritto nel novero dei capi di moda più importanti della storia. Era il 1962 quando l’attrice svizzera apparve come Venere dalle acque facendo innamorare James Bond.
Un modello iconico, in cotone bianco, con cinturino e fondina per il coltello
che la stessa Andress disegnò per mettere in risalto le sue misure perfette, 90-60-90 e che venne poi ripreso da Halle Berry, in versione arancione, in Agente 007 – La morte può attendere, del 2002.
Qual è il bikini giusto?
Risposta: quello che ti sta meglio. Lo so che posso sembrare banale, ma è la pura verità. Un bikini è sbagliato se ti segna o ti strizza. Se non contiene a dovere il tuo seno o al contrario è troppo largo. E se stai sempre ad aggiustarti gli slip che non stanno al loro posto.
Oggi è possibile comporre il proprio bikini scegliendo taglie diverse per reggiseno e mutandina. Questo perché non tutte siamo come la signora Andress e assieme a un fianco generoso possiamo avere un seno meno evidente. Ed è perfetto così. Quindi, guardati bene allo specchio e soprattutto registra tutte le sensazioni che provi.
A ognuna il suo modello
Se come per me il tuo problema è la pancetta, ci sono dei modelli a vita alta bellissimi e molto chic. Con un seno ubertoso (che bella parola!) sarà importante il sostegno e allora preferisci un reggiseno incrociato. Occhio alla misura della coppa perché è un fattore determinante. So che lo sai, ma te lo ricordo: la misura perfetta di reggiseno è data dal rapporto tra la circonferenza del seno e del sotto seno.
Prendi il metro
Alla misura della circonferenza del seno sottrai la misura della circonferenza del busto e otterrai le misure per definire la coppa. Prendi nota:
- 13 cm = A
- 15 cm = B
- 17 cm = C
- 19 cm = D
- 21 cm = E
- 23 cm = F
Note finali
- Scegli il costume che ti sta meglio e ti fa sentire meglio. L’armonia conta più dei numeri.
- Scegli la taglia giusta per te, perché tutte le taglie sono giuste.
- Se vuoi saperne di più sulla storia dei costumi da bagno (e non solo), ti consiglio di leggere Storia della moda XVIII-XXI secolo di Enrica Morini, edito da Skira. Puoi acquistarlo qui.
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