Quante volte ci trasformiamo nella nostra vita? Se siamo venuti al mondo per rinascere, perché nascere una sola volta non basta, allora non è assurdo pensare che possono essere tanti i momenti chiave di un’esistenza. Quelle frazioni di tempo in cui si muta davvero pelle. È quello che succede alla protagonista del nuovo film di Guido Chiesa, Cambio tutto. Una commedia brillante e intelligente sulle peripezie di una donna, Giulia, interpretata da Valentina Lodovini, che deve trovare il suo posto nel mondo.
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Valentina Lodovini nella foto di Moris Puccio
Cambio tutto, la recensione
Giulia è una esperta di marketing quarantenne che vive con un compagno artista (leggasi “parassita”) e il di lui figlio, studente svogliato e con grande propensione alle canne. Al lavoro non va meglio, visto che nell’azienda dolciaria in cui è assunta da 13 anni il suo capo la tratta con sufficienza, senza riconoscerle alcun merito (anzi, le affibbia un’influencer per svecchiarla). Il copione si ripete anche con amici e familiari che ignorano Giulia salvo accusarla di essere troppo diversa quando finalmente smette di essere sottomessa e paziente. C’è anche un dolcissimo ex (Libero Di Rienzo). Forse troppo dolce.
L’ansia, insomma, è una compagna fedele per questa bellissima donna ingabbiata in una routine insopportabile. La svolta? L’incontro con un counselor olistico (Neri Marcorè) che prima libera l’energia intrappolata di Giulia e poi la indirizza verso una piena realizzazione.
Cambio tutto non è un film sull’empowerment femminile.
Quello che succede a Giulia può capitare (anzi, la speranza è che capiti davvero) ad ogni essere umano. Di sicuro però ci sono riflessioni aggiuntive legate al fatto che ad “alzare la voce” sia una donna. Perché in effetti addurre al ciclo certi colpi di testa è un mantra ripetitivo e banale che spesso ci coinvolge. E perché la lotta con la bilancia e con il modo di apparire e la dualità tra giovinezza e vecchiaia è spesso appannaggio della narrazione femminile.
Questi sono però i momenti meno efficaci della commedia di Chiesa, il cui cuore sta da un’altra parte. Nella forza cioè di un personaggio principale che mette in discussione una vita fatta di troppe privazioni e che modula di volta in volta la sua emancipazione, aggiustando il tiro quando si rende conto di non voler essere «dalla parte degli stronzi».
Merito del regista, allora, è aver dato coralità al racconto, sfuggendo dalle trappole del genere con brio e senza rinunciare a una dimensione positiva. Poteva forse osare di più? Certamente sì, soprattutto nella relazione tra Giulia e le altre donne del film, superficiali e monocordi. Meglio cambiare tutto, tutte, no?
Cambio tutto
- Il capo di Giulia è Andrea Pisani del duo comico PanPers.
- Il film è un remake della commedia cilena di Nicolás López, Sin filtro, rifatta in Messico anche da Luis Eduardo Reyes col titolo Una mujer sin filtro.
- Trovi il film in streaming su Prime Video.
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