Guidare è come camminare a piedi nudi sul prato. La definizione è bellissima e mi è stata data da Chiara Maida, autista di bus turistici, protagonista del nuovo episodio di Dueminutiescendo. Un’intervista a cuore aperto, schietta e senza maschere, in cui Chiara mi ha parlato di tante cose. A partire dall’enorme difficoltà vissuta in questo momento di fermo della sua attività. Bloccata, come tutto il settore legato al turismo, dall’emergenza Covid-19. Con un problema in più: la questione dei bus turistici sembra non esercitare alcun fascino.
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Chiara Maida davanti al suo bus
Bus turistici? Una crisi dimenticata
E dire che i numeri della crisi sono inequivocabili: quasi venticinquemila posti di lavoro sono a rischio ed attualmente fermi, altrettante famiglie potenzialmente senza un sostentamento, seimila le imprese bloccate in Italia ed un fatturato di circa due miliardi e mezzo di euro azzerato. Le cifre arrivano dal Comitato Bus Turistici Italiani, pronti allo sciopero fiscale qualora non venissero accolte le loro istanze. Quali? Contributi a fondo perduto da destinare alla svalutazione dei mezzi, stralcio delle imposte per tutto il 2020, tra le altre cose.
«Mi hanno detto sempre che non ce l’avrei fatta»
Chiara, però, non è solo una voce importante, testimone diretta di una crisi difficile. È anche una delle poche donne in Italia che guidano bus turistici. E lavorare, anzi, guidare, le manca da morire. Hai idea di cosa voglia dire fare un mestiere così “maschile”? Te lo racconta proprio lei, che già da bambina giocava con le macchinine e i camion giocattolo. Buon ascolto!
Ascolta il nuovo episodio di Dueminutiescendo
Ascolta “Guidare per lavoro? Un sogno per poche donne” su Spreaker.
Dueminutiescendo
Hai presente quando ti citofona qualcuno, dici “Due minuti e scendo!” e poi i minuti diventano sempre 485?
Mi sono chiesta cosa succeda in questa specie di comfort zone continuamente disattesa.
Io non sono una ritardataria, anzi, ma sono una pensatrice e credimi, ci sono delle volte in cui comincio a perdermi nelle mie riflessioni. Quindi a volte è capitato di dover andare ad un appuntamento e di fare tremila cose prima di uscire dalla porta.
Questi due minuti, che poi due minuti non sono, diventano il tempo di un racconto o di un’intervista sul mondo femminile (e non solo).
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