Non lo so se siamo pronti a ricominciare. Lo vorrei con tutta ma stessa, ma la verità è che non esiste alcuna Fase 2. Per come la vedo io, bisognerà seguire lo stesso stile di vita che abbiamo seguito fino a oggi, con in più la possibilità di usufruire di qualche piccola, piccolissima concessione. Ad esempio camminare anche lontano da casa, magari al parco. Ma senza scopo ludico (passeggi o corri, non giochi) e per motivi di necessità assoluta: fare la spesa, andare in farmacia, a lavoro, ad assistere un familiare in difficoltà.
Ecco, dimenticavo: c’è anche la possibilità di rivedere i propri congiunti (parenti e fidanzati), in città o nella stessa regione. Rivederli vuol dire mantenere sempre la distanza di sicurezza di un metro e indossare la mascherina. Niente cene, né party o abbracci scriteriati (fatelo responsabilmente, via). La sensazione è che non si potesse prorogare oltre la quarantena stretta, ma che fosse troppo pericoloso allentarla del tutto e si è trovata una soluzione mediana. Solo all’apparenza equilibrata, piena zeppa di contraddizioni.
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Foto di Dimitri Houtteman su Unsplash
Fase 2?
Sì, facevo parte di quella schiera di ingenui che sperava di tornare ad una blanda normalità dal 4 maggio. Non sono una sempliciotta o, peggio ancora, una di quelle persone che mandano a donne di facili costumi tutto pur di godere di un aperitivo serale. Il mio era un sentimento di (immotivato) ottimismo, legato alle notizie che trapelavano.
Poi l’ultima conferenza di Conte, orchestrata come un episodio della Signora in giallo, con rivelazione finale del colpevole, mi ha gettata nello sconforto vero. Uno stato d’animo, condiviso da molti amici, ma duramente criticato da tanti altri. Come se mi fossi comportata da bambina dispettosa che aveva voglia di tornare a giocare non rendendosi conto del disastro attorno a lei. La verità è che non si sarebbe mai dovuto parlare di Fase 2 ed è stato un madornale errore di comunicazione, non l’unico.
Siamo troppo lontani dalla risoluzione della crisi e adesso, proprio adesso, dobbiamo tutti essere se possibile ancora più rigorosi. Proprio per non vanificare gli sforzi fatti fino ad ora. Tremo all’idea del caos che naturalmente si scatenerà sui mezzi pubblici. Il distanziamento sociale non è compatibile con nessun mezzo pubblico, nemmeno il più efficiente. E i nostri non sono efficienti.
Insomma, prima il nemico principale era il Covid-19
e contro un nemico comune abbiamo fatto tutti muro: canzoni dai balconi, solidarietà ritrovata, dirette da Instagram, stelle di Hollywood in formato famiglia, fortissimo senso di appartenenza al genere umano. Oggi? Oggi dovremo imparare a combattere contro l’idea che sia tutto alle spalle.
La Fase 2 me la immaginavo differente, con un lavoro mirato per scoprire gli asintomatici sommersi, per tracciarne i movimenti e per ricostruire così la rete dei contagi. Le famose 3 T presentate dall’epidemiologo Alessandro Vespignani nell’intervista a TPI che puoi leggere qui: Testare, tracciare, trattare. Tamponi e test a cui sottoporre tutti, isolamento di asintomatici e ricostruzione minuziosa dei loro spostamenti, cura.
Così non è. Perciò continuerò a vivere come ho fatto fino a stamattina, limitando le uscite solo per buttare l’immondizia e per fare un po’ di spesa (anche se ormai ordino tutto online). Ho un assortimento invidiabile di mascherine e guanti, ho il gel disinfettante e quindi una passeggiata potrei anche permettermela. Ma non lo farò.
Paura di uscire?
Certo ed è naturale. Non potrebbe essere altrimenti quando ogni giorno si leggono notizie in aperta contraddizione tra loro, quando gli uomini di scienza non trovano alcun accordo e tutto diventa una corsa estenuante a chi pubblica esclusive clamorose o a chi dichiara scoperte sensazionali.
E che dire della stucchevole discussione sul concetto di congiunti. I miei amici sono affetti stabili e sono la mia famiglia. Escluderli dalla possibilità di visita è un abominio. Ma a ben guardare: che possibilità di visita ci dà il decreto? Non possiamo mica andare a trovare i nostri congiunti portando loro le paste e lo spumante per brindare assieme allo scampato pericolo. Spero tu lo abbia compreso fino in fondo, anche se non è stato puntualizzato a dovere. Ti prego: sii ragionevole.
Perché da questo famigerato 4 maggio, secondo me, tutti faranno un po’ come gli va. Come quella ragazza che ieri si è presentata alla stazione di Milano per andare dal fidanzato a Napoli. Il poliziotto le ha detto solo che ha sbagliato giorno e che avrebbe potuto farlo solo da quello successivo, cioè oggi. Ma forse l’agente avrebbe dovuto comunicarle che in assoluto non sarebbe stata autorizzata a lasciare la regione. Se non per lavoro, per tornare nella sua città o per motivi di comprovata necessità (no, per quanto possa essere d’accordo con lei, andare a trovare il fidanzato non rientra nei motivi di comprovata necessità).
Per me la Fase 2 inizierà quando potrò prendere il treno e allontanarmi dalla mia città per altre meravigliose destinazioni. Quando finalmente potrò incontrare tutti. Fino ad allora, c’è solo la Fase 1.
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