Disclaimer importantissimo: il podcast che ascolterai da qui, l’amabile chiacchierata con Tiziana Morganti è una riflessione divertita su Anna Wintour, uno di quei classici momenti AH AH!! (leggi con il tono di Nelson dei Simpson), rivolti verso un’icona di stile, esageratamente iconica. Io e la splendida Tiziana ci siamo trasformate in due elegantissime bulle (tanto Mrs. Wintour non ci vede nemmeno) per parlare però di qualche piccola verità. La prima è: prendersi sempre cura di sé anche quando tutto attorno crolla e l’unica cosa che desideri è uscire senza avere paura per respirare un po’ di aria fresca.
Tutto il resto è show, è dolce presa in giro di una donna di potere (ciò che decide in Vogue è legge) che in questi giorni di lockdown ha sdoganato la tuta.
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Anna Wintour e la moda
La foto della discordia è quella che vedi in alto: il Papa della moda, colei che ha teorizzato da sempre l’esclusività dell’eleganza, immortalata nella sua casa degli Hamptons con una tuta da ginnastica. Come, proprio lei? Sì. Allora è una di noi! Insomma. Anna Wintour non sarà mai una di noi. La sua tuta è un messaggio di normalità (anche a noi stelle capita di voler essere comode) ammantato comunque da fascino iper chic che la pone ad anni luce di distanza dal mondo reale.
Quindi ci andrei cauta con la normalizzazione di una dea.
Sono felice però che lei per prima abbia capito che dopo questa pandemia – e l’avverbio dopo è un grande messaggio di ottimismo – il mondo della moda dovrà necessariamente cambiare e diventare più sostenibile. La domanda dunque sta pian piano cambiando. Ora aspettiamo offerte migliori. Per la cronaca, la tuta firmata da Chiara Ferragni, dal costo di 430 euro, è andata esaurita in poche ore sui siti di shopping online. E ora…
Ascolta il nuovo episodio di Dueminutiescendo
Ascolta “Anna Wintour in tuta. È la fine di un’epoca?” su Spreaker.
Dueminutiescendo
Hai presente quando ti citofona qualcuno, dici “Due minuti e scendo!” e poi i minuti diventano sempre 485?
Mi sono chiesta cosa succeda in questa specie di comfort zone continuamente disattesa.
Io non sono una ritardataria, anzi, ma sono una pensatrice e credimi, ci sono delle volte in cui comincio a perdermi nelle mie riflessioni. Quindi a volte è capitato di dover andare ad un appuntamento e di fare tremila cose prima di uscire dalla porta.
Questi due minuti, che poi due minuti non sono, diventano il tempo di un racconto o di un’intervista sul mondo femminile (e non solo).
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