Devo confessartelo. Io dovrei rivedere da capo tutte le migliaia di film che ho visto nella mia vita, perché oggi mi rendo conto di non averli mai capiti davvero. Per carità, li sapevo criticare, anche con una certa ferocia, perché il critico deve essere un po’ cinico, sennò che critico è? Il punto però è che per inseguire l’idea di essere un critico integerrimo, mi ero persa qualche dettaglio fondamentale: tipo il senso profondo del film. Lo sapevi che Kung Fu Panda spiega benissimo cosa voglia dire amare? Per un’incredibile botta di… fortuna lo scorso sabato me lo sono gustato in tutta calma. Senza l’angoscia di dover scrivere per forza qualcosa di intelligente (magari di questo tema te ne parlo in un altro momento).
E alla sequenza dell’addestramento di Po da parte di Shifu ho avuto un’illuminazione: ecco che cos’è amare! E il fatto che gli autori abbiano voluto parlarne attraverso dei ravioli non fa che esaltarmi di più.
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Po e i suoi ravioli
Amare e amore
So che te lo stai chiedendo e ti rispondo subito: sì, c’è una differenza tra l’amore e amare. L’amore è un sentimento. Bellissimo, trascinante, struggente. Un fuoco che ti accende e ti regala energia. Una brezza marina in una giornata di sole. Un fiore che sboccia a primavera. E amare? Be’ è un’altra cosa, è far sì che l’amore non si disperda come lacrime nella pioggia, che continui ad alimentarsi. È fare, non sentire. Love is a doing word dicono i Massive Attack in Teardrop.
E cosa c’entra l’adorabile Po con l’amare?
Po è un panda, dolce e morbido come tutti i panda, che per uno strano scherzo del destino viene insignito del titolo di Guerriero Dragone, il massimo per ogni esperto di kung fu del mondo. Come fare a trasformare questo cumulo di tenerezza, allevato da un’oca, in un combattente senza paura? È la missione di Shifu, un egocentrico amante del controllo che, da vero maestro, dovrà rimettere in discussione tutta la sua vita: l’attaccamento alle regole, la superbia, la presunzione. Quel panda lo mette in crisi e le crisi sono sempre un’occasione.
Sì, ma amare?
Adesso ci arrivo. Cosa sarebbe un film come Kung Fu Panda senza l’addestramento del protagonista? Come Beatrix Kiddo al cospetto di Pai Mei, anche Po ha il suo bel da fare per seguire la forza.
Amare sé stessi
Shifu mette alle strette Po con astuzia. Ne scopre il punto debole e lo usa come esca. Po fa di tutto per conquistare la ciotola degli amati ravioli. Ma dopo aver combattuto allo stremo, sceglie di non mangiare. Non ha fame. È libero. Finalmente si ama. E così, è pronto ad amare e a diventare il Guerriero Dragone.
«Non ho fame»
Po si è sempre rimpinzato senza sosta, perché era l’unica cosa che sapeva fare. Per lui, realizzarsi significa allora essere libero dal bisogno di ingozzarsi. Mangerà ravioli a cena, ma non lo farà come unica ragione di vita. Amare è proprio questo: essere liberi dal bisogno (dell’altro, del matrimonio, della felicità a tutti i costi).
Essere talmente completi e centrati da non volere altro. Lo psichiatra e psicanalista Massimo Fagioli è stato l’unico a sostenere che amare sia un’esigenza. Se hai fame, mangi. Allo stesso modo, se hai sonno dormi. Questi sono i bisogni. Cos’è l’esigenza? È qualcosa di diverso, è una realizzazione più profonda che coinvolge psiche, corpo, pensiero, che non sono tre entità separate, ma fuse.
Ti realizzi quando sei libero di andare e resti. Quando non sei più schiavo del bisogno e quello che scegli è frutto del puro desiderio. Non è controllo del sentimento, ma appunto, scelta.
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