Signore, signorine e signori che bruciate al sacro fuoco dello shopping a buon prezzo, sta arrivando il vostro momento, quello che, probabilmente, avete meditato e programmato già da qualche tempo. Sto parlando, ovviamente, del Black Friday, celebrazione di una frenesia consumistica che quest’anno è programmato per il 29 novembre, esattamente il giorno successivo alla festa del Ringraziamento. Certo, alcuni potrebbero alzare più di un sopracciglio in segno di disapprovazione nei confronti di questa corsa all’acquisto ma, in realtà, non si deve cadere nella tentazione di sottovalutare un’ usanza commerciale diventata fenomeno di massa.
Ovviamente gli americani sono i veri maestri di una liturgia che, dagli anni Ottanta in poi, si ripete in modo sempre più programmato e organizzato toccando punte di una folle frenesia capace di spingere folle di famiglie e stimati professionisti a campeggiare di notte di fronte alle porte del negozio prescelto sfidando temperature a tratti artiche. Tutto pur di entrare per primi e aggiudicarsi l’oggetto del desiderio al 50% di sconto. E credetemi, non si tratta di racconti mitologici. Io, in una New York invernale di sei anni fa, ho visto cose che voi umani non potete immaginare. Sono rimasta stupita e divertita dal Black Friday a stelle e strisce? Ovviamente sì ed ora vi racconto perché.
Leggi anche: New York, la città delle donne

Foto di Heidi Sandstrom su Unsplash
Black Friday le origini
Prima di vestire i panni di testimone oculare, pero, concedetemi il brivido di un momento in stile Alberto Angela per provare a spiegare le origini del fenomeno Black Friday. Ad essere onesti le fonti sono piuttosto incerte. A gran voce, però, sembra essersi affermata una tesi più che plausibile, anche se poco romantica. Secondo questa teoria il venerdì successivo il Ringraziamento, dava inizio alla stagione più proficua dal punto di vista delle vendite, ossia quella natalizia, capace di portare i conti dal rosso al nero, ossia dalla perdita all’attivo. Ecco, dunque, che nasce il Black Friday.
E ancora oggi il venerdì nero si celebra esattamente ventiquattro ore dopo il Ringraziamento. Il Thanksgiving, con tanto di tacchino ripieno, patate dolci, salsa di mirtilli e pumpkin cake apre ufficialmente le festività. Prima che Santa Claus arrivi in città, però, New York, dal 1924, festeggia e ringrazia con la Parata di Macy.

Un’immagine dalla parata di Macy
Uno degli spettacoli più sfacciatamente natalizi cui abbia assistito e che, nonostante il vento sferzante, ha accesso tutti, ma proprio tutti i miei entusiasmi di bambina. Con il naso all’insù tutto arrossato, insieme ad una folla di newyorkesi e turisti altrettanto provati da un vento che non accarezza, sono rimasta per ore affascinata dai gonfiabili giganti che, partendo da Central Park, ogni anno percorrono imponenti e festosi la sesta e la quinta strada. La stessa determinazione, infondo, che anima il popolo del Black Friday.
Black Friday, quando tutto è possibile
Terminato il racconto didattico sentimentale è arrivato il momento di porre una domanda essenziale. Sapete qual è il vero fascino del Black Friday? Di sicuro non la possibilità di acquistare a metà prezzo oggetti di vario utilizzo. Sarebbe sfacciatamente semplice. No, l’ aspetto più interessante ed elettrizzante è poter esibire qualsiasi comportamento eccentrico o leggermente eccessivo senza avvertire imbarazzo alcuno.
In sostanza, nel nome dello shopping, ho visto alcuni newyorkesi, senza alcuna distinzione di sesso, perdere i propri freni inibitori. Non ci credete? Bene, pensate di essere nella Grande Mela durante il giorno X e di essere appena scesi dall’Empire State Building. Il cielo è di un blu intenso e le temperature amabilmente vivibili. Tutto sembra armonizzarsi alla perfezione, nemmeno una lunga fila di signore vocianti davanti alle porte di Victoria’s Secret desta in me alcun sospetto. Certo, ad essere onesti trovo l’evento un po’ bizzarro ma, spinta da un innato ottimismo, penso ad una improvvisa emergenza da lingerie.
La ragazza sopravvissuta al Black Friday… forse
La questione si fa più chiara quando, di fronte le vetrine di Bloomingdale’s assisto ad un evento capace di farmi cogliere alla perfezione la sottile vena di follia alla base del Black Friday. Una commessa, bionda e dal fisico minuto esce con un sacco. Al suo interno ci sono dei campioncini di profumo. Il compito dell’ignara ragazza è di distribuirli ai passanti ma non fa in tempo ad assolvere all’intento.
Al suo apparire, infatti, una folla brulicante si addensa in pochi secondi intorno a lei, su di lei come dei piranha affamati perché non ha importanza cosa c’è nel sacco, fondamentale è tornare a casa con un trofeo gratuito. Qualsiasi esso sia. Ancora oggi mi interrogo sul destino di quella ragazza. Al dileguarsi della folla, infatti, era svanita. È riuscita a mettersi in salvo od è stata divorata? Non ho una risposta ma nei prossimi giorni tornerò a New York per affrontare il mio secondo Black Friday dal vivo e, forse, lo scoprirò.
Segui Smack!
Non dimenticarti di seguire Smack! – Blogzine per donne croniche su Facebook. Metti mi piace alla nostra pagina! Iscriviti anche alla nostra Newsletter cliccando sul form in Homepage oppure qui.
Lascia un commento