Posso affermare, senza alcun dubbio, di aver desiderato visitare New York più di qualsiasi altra città al mondo. Sarà per colpa di quella indimenticabile dichiarazione d’amore prodotta da Woody Allen o per la consapevolezza di trovarsi in un luogo dove tutto può succedere.
Sta di fatto che, per una ragazzina cresciuta come me a pane e film americani, la Grande Mela ha da sempre rappresentato la sintesi del fascino maschile riassunto nell’eleganza di un Cary Grant redento per amore, nei cattivi ragazzi di Martin Scorsese o in una spensierata passeggiata a piedi nudi nel parco con Robert Redford.
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Foto di Adrian Williams su Unsplash
New York, I love You
Insomma, parafrasando il caro vecchio Frank Sinatra, anche io volevo con tutto il cuore svegliarmi nella città che non dorme mai. Durante il mio primo viaggio a New York mi sono premunita di percorrere delle tappe quasi obbligate per una appassionata del grande schermo come me. Prima tra tutte l’immancabile foto di fronte a Tiffany, sperando di evocare l’eleganza di Audrey.
Poi il pranzo da Katz, dove la meravigliosa Nora Ephron ha regalato a Sally un orgasmo epico.
Infine, come una novella Deborah Kerr, sulla cima dell’Empire sperando in un appuntamento romantico che non si è mai avverato. Ma questa è tutta un’altra storia.
Passo dopo passo, la rappresentazione maschile della città è andata scomparendo
lasciando spazio ad un’anima femminile tanto forte quanto sfaccettata. Insomma, a dispetto del traffico, del fragore e della sua irruenza, dentro a New York batte un cuore di donna. E se non ci credete prova a seguirmi nel mio percorso.
New York e Annie
Chiudi gli occhi e visualizza il volto di donna che incarna l’essenza di New York. Per me, senza alcun dubbio, è quello di Diane Keaton. Con la sua ironica intelligenza ed una modernità senza tempo ancora oggi dà corpo all’eleganza inaspettata e allo stile minimal di un luogo in eterno movimento.
Questo binomio è diventato evidente durante il mio terzo viaggio a New York
Mi trovavo al Museum of the Moving Image in pieno Queens, quando, girando tra le varie sale affascinata dalle prime macchine che hanno reso parlante il cinema, mi sono imbattuta in una piccola sezione dedicata ai costumi di scena.
Il mio sguardo è stato catturato da un completo composto da pantaloni di taglio maschile color beige, gilet nero, camicia bianca, cravatta e l’immancabile capello a falda ampia.
In breve lo stile che la Keaton scelse per sé durante le riprese di Io e Annie
Una mise che alcuni potrebbero definire poco seducente ma che in realtà la giovane Diane ha saputo interpretare alla perfezione rendendolo iconico con una femminilità flessuosa e nervosa. Proprio come la città in cui l’ha immortalata Allen.
Museum of the Moving Image è l’unico museo in America dedicato a tutte le attività di pre e post produzione. Durante l’anno ospita varie mostre come quella dedicata a Mad Man e Jim Henson. Per raggiungerlo da Manhattan basta prendere la linea A della metro. Il museo si trova nella 35th Ave, Queens – Astoria.
Splash, una sirena a Manhattan
Quando si arriva per la prima volta a New York si è così presi dalla città che non sfiora nemmeno la mente il pensiero di prendere la metropolitana e arrivare fino all’oceano.
Lì, c’è un luogo misterioso chiamato Coney Island
stranamente fermo a metà strada tra gli anni Cinquanta e gli Ottanta con il suo boardwalk in legno, i mitici hot dog di Nathan e un coloratissimo luna park dove svetta una vecchia Wonder Wheel con le sue cabine dondolanti.
Tra tanto rumore e colore, però, i più attenti riescono a scorgere una figura femminile mitologica, metà donna e metà pesce. Si tratta della sirena di Coney Island, creatura tanto seducente da riuscire ad avere una birra tutta sua ed una festa con cui i newyorkesi festeggiano l’inizio dell’estate a metà giugno.
Si tratta della Mermaid Parade
organizzata per il solstizio d’estate in cui le newyorkesi lasciano andare la propria creatività per vestire le pinne di una novella Ariel, anche se non propriamente innocente.
Liberty and Freedom
C’è un ultimo luogo in cui New York mostra tutta la sua femminilità. Si tratta di un posto dove è forte il senso di dolore e, allo stesso tempo, si percepisce la forza che porta alla ricostruzione e alla rinascita. Si tratta della zona dove non molti anni fa sorgevano le Torri Gemelle, la cui presenza è oggi testimoniata da due fontane il cui principio di scorrimento e rigenerazione continua dell’acqua racconta il fluire della vita che non si arresta mai.
Di fronte a queste due grandi vasche oggi si erge la Freedom Tower
Questo, però, non è certo un grattacielo come gli altri. La sua struttura moderna, che diventa iridescente con i raggi del sole, rappresenta l’orgoglio ferito ma non sopito di una madre che piange chi non c’è più, ma è ben intenzionata a proteggere chi è rimasto. Per questo motivo, prima di affrontare la salita fino all’ultimo piano, scegli una giornata di sole.
New York ti ricompenserà brillando come un’amazzone combattiva, benedetta da una bizzarra dea dal vago accento francese con una corona stellata ed una fiaccola che non ne vuol sapere di spegnersi.
Per visitare la Freedom Tower ti consiglio di acquistare preventivamente il biglietto online, visto che la salita è organizzata a fasce orarie.
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