Avrei dovuto capirlo dalle decine di inserzioni di Facebook che nei giorni scorsi si rincorrevano sulla mia homepage: l’11 novembre non sarebbe stata una data come tutte le altre. Il motivo? Oggi è la giornata mondiale dei single! 11-11, l’uno, la cifra single per eccellenza, si ripete addirittura quattro volte con significati che puoi ben immaginare (one is the loneliest number, diceva Aimee Mann). È il giorno, insomma, in cui leggerai tanti post come questo che ti faranno riflettere sul concetto di singletudine. E lo faranno in maniera ironica, lievemente affettata, sostanzialmente sincera, per farti capire che poi alla fine stare da soli non è affatto male. Leggi anche alla voce Emma Watson e alla parola Self – Partnered. Pausa. Dipende. Sì, dipende e te lo scrivo a voce alta perché com’è normale che sia tutte le questioni vanno viste da ogni punto di vista. Che dici, provo a raccontarlo?
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La protettrice dei single, Bridget Jones
Single senza drammi
Partiamo dal presupposto che questo post è rivolto a donne e uomini e che stare bene da single si può eccome. Ma la verità è che non si sta bene perché si è soli (e quindi meglio soli che male accompagnati, grazie al piffero, vorrei vedere): si sta bene perché si sta davvero bene con noi stessi. Ci piacciamo, ci coccoliamo, ci concediamo tutta la bellezza del mondo. È bello apparecchiare la tavola con cura anche se si mangia una scodella di zuppa di lenticchie davanti a Chi l’ha visto. Ed è appagante scegliere le persone a cui aprire il nostro cuore, perché arrivati ad una certa età cominci ad avere delle esigenze precise, prima fra tutte circondarsi di veri amici e di esseri umani che siano un valore aggiunto.
Dunque…
Rientrare a casa, nella tua casa, che faticosamente hai acquistato o affittato, riconoscerne l’odore e ogni spazio è un regalo vero. Ecco, tutto questo dipende da te, da come stai, dal tuo punto di partenza e dal tuo punto di arrivo. Il fatto che tu sia single non c’entra assolutamente nulla. Se tu avessi qualcuno al tuo fianco, vivresti un altro equilibrio, in cui la bellezza scaturisce da situazioni diverse: fare l’amore senza limiti, tornare prima da lavoro per bere un buon bicchiere di rosso, chiacchierare fino alle 3 del mattino di concetti profondissimi e di vere sciocchezze. E anche in questo caso, dipende da te, da come stai assieme a questa persona, da quanto questa persona ti dà e allo stesso tempo prende da te.
Single è bello quindi? Sì, certo. Ma anche in coppia è bello. Purché la tua vita sia piena a prescindere. E per piena intendo dire ricca di interessi, vitale, a volte sanamente pigra (si lavora così tanto tutti, concediamocela qualche pausa, santo cielo). Ostentare la propria singletudine come opposizione alle regole borghesi che ci vorrebbero sposati e con 3 figli e un cane è un po’ banale. Così com’è banale l’idea che una donna o un uomo che vivano da soli siano dei disperati. In entrambe le situazioni, basterebbe ammettere di non essere riusciti (ancora) a trovare quella persona meravigliosa che respira tutte le notti al nostro fianco. E va bene così, perché nel frattempo non smettiamo di vivere, anzi. Non confondiamoci, quindi, e guardiamo la realtà con occhi attenti. Soprattutto cercando di fuggire a gambe levate dalle etichette: single, zitella, scapolone e via di seguito. Nessuno morirà divorato dagli alsaziani.
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