Me lo hanno chiesto in tanti: quando trovi marito? Domanda che risulta indiscreta anche se a farla sono coloro che conoscono come sei fatta e soprattutto sanno che per te non è un’assoluta priorità. E la frase è proprio questa “trovare marito“, come se sposarsi fosse una specie di lotteria. Una donna esce di casa e zaaaaaac, ecco pioverle dall’alto l’uomo perfetto con cui condividere la sua vita. Dai, facciamo le persone serie e giochiamo a carte scoperte.
Questo è un post scherzoso che ho deciso di scrivere perché sulla bacheca di un mio contatto Facebook ho visto un link molto divertente incentrato proprio su questo argomento. Veniva riportato un articolo datato 1958 del settimanale McCall’s in cui la (il?) giornalista di turno elencava 129 modi (sì, 129… io sarei arrivata massimo a 5) per impalmare il marito ideale. Un vademecum serissimo, per certi versi adorabile, per altri assurdo, sulle cose da fare per arrivare alla vittoria.
Sì, mi sono immaginata le splendenti casalinghe americane con la gonna a ruota e i tacchi a spillo. Qualcosa a metà tra Mad Men e un delirio psichiatrico e mi sono divertita a immaginare la vita di una ventenne dell’epoca, i suoi sogni, le sue speranze. Ecco cosa ne è venuto fuori.
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La parola chiave è: casualità. La ragazza del 1958 che cercava marito non doveva far capire le sue mosse al principale indiziato.
La lettrice della rivista veniva così edotta ad una serie di comportamenti precisi. Avrebbe dovuto prendersi un cane e portalo a passeggio, spaccando la macchina in posti strategici. Fondamentale, poi, la lettura degli annunci mortuari a caccia di vedovi (piacenti). Capitoli vacanze: dove farle? Dalla redazione di McCall’s non avevano dubbi: meglio tante piccole vacanze che un’unica lunga vacanza (per scegliere meglio).
Lavorare? Bene! Ma quale professione scegliere? Semplice: infermiera o hostess: si sposavano tutte benissimo!
E poi, il mio consiglio preferito: «Sii gentile con tutti, potrebbero avere un fratello o un figlio buono per lo scopo. Tratta bene anche i brutti: è l’amabilità a renderli belli».
Per tutte le sportive, il consiglio era di andare a una partita di football e smarrire la strada per casa (chiedendo poi aiuto). Era fondamentale, inoltre, inciampare in lui (sempre con grande nonchalance) nel bel mezzo di un party.
Nel multi decalogo si toccavano vette mai raggiunte. Il giornalista consigliava alle giovani in cerca di marito di mettere sempre un cerotto, con la speranza (anzi, la certezza), di suscitare la simpatia di tutti. In fondo la gente chiede sempre cos’è successo, no?
Non mancavano neppure i suggerimenti finanziari. «Diventa ricca e indossa sempre i tacchi alti. Se i maglioni ti stanno bene, allora indossane uno, ma solo al terzo appuntamento». Inoltre bisognava far comprendere al fortunato che la ragazza si sarebbe divertita anche al fast food e non per forza in un ristorante a quattro stelle. «Ma non esagerare in tal senso!».
E la famiglia?
Solo presa in piccole dosi. Leggi qui: «Non lasciare che i tuoi genitori trattino il ragazzo che hai scelto da marito potenziale. Per metterlo alla prova esci con una coppia sposata felicemente e annota le sue reazioni. Parla bene di lui ai suoi amici e fai un piccolo regalo alla sua sorellina. Soprattutto: al primo appuntamento digli che non ci pensi nemmeno a sposarti!» Ingegnoso davvero!
Mai parlare degli ex
Piuttosto, sarebbe stato necessario imparare a giocare a poker. E far al lui di turno dei doni, di tanto in tanto: niente di troppo costoso però.
Altri consigli: «Non raccontargli storielle sconce e non fare la mammona: quale uomo vorrebbe diventare il marito di una donna che sta appiccicata alle sottane della madre? Ah, se tua madre è un po’ sovrappeso digli che hai preso da tuo padre. Se anche tuo padre è sovrappeso, allora hai preso dall’unica persona magra della tua famiglia».
Il finale è pirotecnico: «Digli che hai una scatolina da rammendo per cucire i bottoni che stanno per staccarsi. Se ha troppi bottoni che stanno per staccarsi, però, non sposarlo».
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