Quanti eventi sanno suscitare emozione? Quella vera, bella, che ti fa battere il cuore all’impazzata… Sono sicura che la risposta sia legata all’amore. Per un uomo, una donna, un figlio. O per una realizzazione che non credevi sarebbe più stata possibile. Quando la mia amica Chiara Brilli mi ha proposto di partecipare al progetto Donne capovolte ho detto subito sì, a scatola chiusa. La sua presenza radiosa era un motivo sufficiente per accettare e per farlo con cognizione di causa. Primo, perché avrei avuto la possibilità di scrivere e sai bene cosa voglia dire per me. Poi perché le motivazioni erano forti.
Leggi anche: Trasformazione, la parola che cambia la vita
Donne Capovolte. Per fortuna
Cos’è Donne capovolte? È una raccolta di racconti (con una postfazione speciale) scritti da 14 autrici, 14 donne che mettono nero su bianco un piccolo grande capovolgimento esistenziale. Vita e fiction si intrecciano e tratteggiano un disegno bellissimo, in cui a brillare sono le storie più diverse: quelle di una figlia e una madre, di una giovane donna che prova a uscire dalla spirale di violenza in cui l’ha gettata un’immane tragedia storica, di una brillante professionista che sui social appare luminosa (e un po’ finta) e nella vita vera nasconde profondità inaspettate.
C’è anche la mia piccola storia
«Donne Capovolte non vuol essere un inno alla Wonder Woman della porta accanto, ma vuol allontanarsi anche da stereotipi che ci vedono belle statuine, immobili o imballate con la scritta “Fragile, non toccare” – racconta Chiara Brilli – . Le donne vengono toccate eccome, dentro e fuori. Maneggiate, manipolate, a volte manomesse, senza spesso neanche il disturbo di usare le mani ma con un bel calcio nel di dietro. E non necessariamente dal genere maschile. Anche tra di noi. Anche da sole».
«Quello che volevo condividere attraverso queste storie e questo progetto è che il movimento può anche essere liberatorio, una spinta dalla quale potere trarre energia positiva come quando prendevamo la rincorsa per fare un salto, o ruzzolavamo facendo capriole o provavamo a fare la verticale».
Compra qui il libro
In effetti la trasformazione è il filo rosso di questo libro che vuol illuminare le esperienze di un gruppo di donne come tante che hanno saputo trasformare la propria vita, separandosi da un passato doloroso o accettando di essere finalmente autentiche.
Il libro si apre con una dedica di Lucia Annibali. «Quando la vita ci mette alla prova ci chiede di scegliere cosa vogliamo essere: persone che partecipano al tempo che verrà, che lo plasmano, che ne diventano padroni, oppure piccoli tasselli del puzzle della nostra esistenza che qualcun altro ha deciso dove e come incasellare. Ecco. È in quella scelta che possiamo distinguerci. Nel ricominciare. Nel rovesciare il tavolo del destino e rialzarsi, invece di soccombere».
Tornerò a parlartene
Segui Smack!
Non dimenticarti di seguire Smack! – Blogzine per donne croniche su Facebook. Metti mi piace alla nostra pagina! Iscriviti anche alla nostra Newsletter cliccando sul form in Homepage oppure qui.
Lascia un commento