Continuiamo a parlare di lavoro e donne e di un argomento che ci piace sempre tanto: l’alta moda. Ci sono delle storie quotidiane che hanno il sapore delle favole. Anche se non iniziano con C’era una volta e non terminano con E vissero felici e contenti. È il caso della Sartoria della Casa Reclusione Donne della Giudecca. Il lavoro sinergico della sartoria e della Cooperativa Il Cerchio permette ad un gruppo di detenute di ricucire letteralmente il loro futuro. Nasce così il brand Banco Lotto n.10. Ma andiamo con ordine per raccontare questa storia speciale.
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Un momento della sfilata Vestiti, usciamo!
Alta moda, il sogno
Tutto ha inizio in un primo pomeriggio di settembre durante l’ultima edizione del Festival del Cinema di Venezia. Protagonista inconsapevole, un’amica giornalista dalla fulva capigliatura che, dovendo procurarsi in extremis un abito da cocktail per un evento, si lascia attrarre dalle vetrine di un temporary shop.
Un luogo magico sotto i portici a metà strada tra l’Excelsior e il Palazzo del Cinema
Non sa che, varcando quella porta, entrerà in un mondo parallelo in cui il buon gusto e il lusso assumono un significato etico. Un luogo in cui l’alta moda diventa portavoce di speranza e futuro attraverso l’estro di sei cappellaie pazze.
Così, tra un abito lungo blu notte (poi acquistato), giacche e completi realizzati con stoffe di pregio e con sapienza, questa novella Alice ha attraversato lo specchio per toccare con mano l’esperienza della Sartoria della Casa Reclusione della Giudecca per poi farla arrivare alle mie curiose orecchie.
La sartoria nasce, come ho accennato, dell’impegno della Cooperativa Il Cerchio che, da oltre vent’anni è impegnata nel creare attività e occupazioni per chi si trova in carcere o sconta pene alternative tra Venezia e Treviso. La sua nascita, però, ha guadagnato gli onori della cronaca grazie alla sfilata evento Vestiti, Usciamo! che, da qualche anno, viene organizzata per far conoscere la nuova collezione di Banco Lotto n.10, creata da da un team di stiliste multietnico a metà strada tra Cina, Italia, Romania e Serbia.

Un capo cucito dalle ragazze della sartoria della Giudecca
Ad ispirare, di volta in volta, le sei detenute stiliste sono state prima le atmosfere dell’oriente, con ori e broccati, poi gli anni cinquanta, con una lettura più moderna della morbida femminilità del tempo a colpi di gonne a ruota e pois. Ogni capo, dal disegno, al taglio fino alla confezione è realizzato nella sartoria dietro le porte blindate del carcere dove fantasia e creatività hanno trovato il modo di esprimersi liberamente.
Ma dove acquistare queste creazioni?
Per le professioniste del Cinema che, compresa la madrina Alessandra Mastronardi, sono corse in frotte per aggiudicarsi uno di questi capi, è bastato essere nel posto giusto al momento giusto, ossia al Lido presso il negozio Le Ristrette del Banco Lotto n.10. Dal 2013, infatti, la Biennale di Venezia mette a disposizione del brand uno spazio durante il periodo del festival.

Alessandra Mastronardi e i vestiti di Banco Lotto n. 10
Per tutte le altre signore e signorine, invece, è necessario recarsi a Venezia e, in modo particolare, a Salizada Sant’Antonin 3478, zona Castello, nei pressi di San Marco. Il negozio da cercare è proprio Banco Lotto n.10 che prende il nome dal luogo dove in passato sorgeva un antico banco del lotto. Qui è inevitabile lasciarsi conquistare dalla sartoria delle donne della Giudecca e dall’ambiente chic del punto vendita. Una ragione in più per dire che Venezia val bene un viaggio.
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