La notizia del calo di nuovi casi di tumore in Italia, resa nota qualche giorno fa, ha giustamente rallegrato la comunità scientifica nazionale. Ma non bisogna mai abbassare la guardia quando si parla di cancro. Aiutando soprattutto coloro che si confrontano con questa patologia. Parlando di tumore nelle donne, il report Supporting Women With Cancer, pubblicato dalla Merck, dimostra che molto si deve ancora fare in questo ambito medico.
L’indagine dell’Union for International Cancer Control (UICC), a sostegno dell’iniziativa Healthy Women, Health Economies, ha coinvolto 4.585 donne in 23 Paesi. Solo una donna su cinque (il 20%) a cui è stato diagnosticato un tumore ritiene di aver ricevuto un supporto sufficiente riguardo alla gestione delle responsabilità familiari o all’adeguamento della propria condizione lavorativa al mutato stato di salute. Un quarto del campione intervistato ha percepito un trattamento diverso rispetto agli uomini a causa della malattia.
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Foto di Ani Kolleshi su Unsplash
Tumore nelle donne, cosa migliorare
Fattori da migliorare, la conoscenza su tutti i tipi di tumore e sui relativi fattori di rischio, sia per accrescere la consapevolezza relativa all’accesso ai programmi di screening ed ai servizi di supporto alle donne.
E in Italia?
Il 51% delle donne intervistate era a conoscenza dei segni e sintomi del tumore prima della diagnosi, una percentuale maggiore rispetto alla media globale. Inoltre, è emersa una sottovalutazione dei rischi associati a tumori non considerati femminili, tra cui quello al colon retto e al polmone. Più di una donna italiana su tre, poi, non ha mai partecipato ad un programma di screening oncologico. Motivazione? La scarsa consapevolezza della necessità di sottoporsi ai controlli diagnostici e la paura della diagnosi.
Poco supporto
La stragrande maggioranza delle intervistate (85%) dichiara di non aver ricevuto sufficiente supporto per gestire le responsabilità familiari o lavorative (81%). Solo il 32% ha avuto accesso a servizi di supporto e al 52% delle donne non è stato offerta dal proprio specialista una consulenza sulla preservazione della fertilità o sulla pianificazione familiare.
Cosa serve?
Serve quindi una maggiore attenzione, indipendentemente dal reddito e dal livello di istruzione, per migliorare la comprensione e il riconoscimento da parte delle donne dei segni, sintomi e fattori di rischio del cancro, in particolare per quelli in cui le donne sono ad alto rischio.
Le dichiarazioni
Cary Adams, CEO dell’UICC, ha affermato: «Dobbiamo migliorare tutti gli strumenti a nostra disposizione per aumentare la consapevolezza delle donne sui sintomi del tumore. Bisogna aiutare le donne a comprendere meglio i segni e i sintomi dei tumori e permettere così che si presentino alla diagnosi ad uno stadio che migliori le loro possibilità di sopravvivenza».
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