Quando ero bambina mia nonna era affetta da una strana ed insolita passione per Julio Iglesias, ex calciatore e padre del forse più noto Enrique. Le sue canzoni riecheggiavano quasi senza sosta tra la cucina, il salotto e la camera da letto. Grazie a questa stereofonia involontaria di tormentoni romantico-sentimentali, fin dalla tenere età sono stata consapevole di due concetti essenziali: il signor Iglesias era un pirata ed un signore, professionista dell’amore e, soprattutto, la valigia sul letto era sempre quella di un lungo viaggio. Quest’ultima affermazione deve aver colpito la mia immaginazione in modo indelebile visto che, fin dai primi viaggi da adulta, ho portato con me bagagli dalle proporzioni imbarazzanti atti a contenere l’indispensabile, ossia tutto il mio armadio.
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Foto di Arnel Hasanovic su Unsplash
Valigia e drammi
Con il passare degli anni, però, l’approccio alla valigia è decisamente cambiato. A far vacillare le mie convinzioni è stata la prima edizione del Festival di Venezia come giornalista accreditata. Durante il viaggio di ritorno dal Lido verso la stazione, ho quasi rischiato di cadere in un canale a causa del contrappeso del mio ingombrante compagno di viaggio.
Solo grazie alla prontezza e gentilezza di un prestante turista americano, sono qui a raccontare l’evento. Perché, per la cronaca, a stento sono in grado di rimanere a galla. Detto questo, dunque, come può una maniaca del controllo e dell’abbigliamento convivere e, addirittura, sopravvivere all’era del bagaglio a mano low cost? Facile, utilizzando del sano pragmatismo ed un pizzico di buon gusto.
Ecco cosa fare
Il primo passo verso una perfetta organizzazione degli spazi della propria valigia è rappresentato dalla programmazione, con tanto di schema dettagliato alla mano, di tutte le variabili. Tra queste le più importanti sono la durata del viaggio e la stagione in cui si parte. Inoltre è bene non dilazionare la preparazione del bagaglio in più giorni.
La sfida deve essere affrontata con velocità e portata a termine in un poco tempo per evitare aggiunte dannose. Stabiliti i primi punti fermi e scelto un bagaglio morbido perché più estensibile rispetto ad uno rigido, si procede alla selezione del guardaroba.
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Concentriamoci sul caso più difficile ma non impossibile, ossia la valigia invernale per un fine settimana lungo. Consapevoli di dover affrontare la stagione più rigida, il codice di abbigliamento da viaggio richiede abiti caldi e confortevoli, il che, però, non vuol dire andare in giro come se fossimo appena sopravvissuti all’apocalisse.
Il must have dovrebbe essere il jeans
o, più genericamente il pantalone. Per un viaggio di tre o quattro giorni io ne porto due paia, fatta eccezione quelli indossati alla partenza. Fondamentale è che siano di gamba straight per evitare che si inzuppino durante un acquazzone e per essere inseriti facilmente in eventuali stivali.
Da evitare assolutamente il modello flair. E lo dico per esperienza personale. Non è assolutamente edificante passeggiare per le strade di Londra esibendo disinvoltura nonostante metà gamba intrisa di umidità.
Una volta selezionati i nostri pantaloni il gioco è fatto
Non rimane che scegliere i maglioni che meglio si abbinano. Nemmeno a dirlo, il numero perfetto è ancora una volta tre. Personalmente io non scelgo mai capi troppo pesanti o a collo alto perché gli ambienti interni sono sempre molto riscaldati. Per essere sicura di non congelare in esterno, dunque, utilizzo della biancheria termica, che non occupa spazio, e non dimentico sciarpa e cappello, rigorosamente in tinta con il giaccone.
A questo punto possiamo dire che la valigia è quasi composta. Basta aggiungere un pigiama di media pesantezza, un po’ di trucco, oggi reperibile anche in taglia petit e, ovviamente, la bustina trasparente dei liquidi da posizionare nella tasca esterna del bagaglio o in borsa. Tanto per facilitare i controlli in aeroporto.
Leggi il post su come sistemare i liquidi
La valigia magica di Marie Kondo
Una volta scelto ciò che si vuole portare inizia, per alcuni, la fase più difficile. Ossia l’assemblaggio. In questo momento delicato, dove tutti gli equilibri devono essere rispettati per il successo finale, entra in gioco il metodo di Marie Kondo. Per chi non la conoscesse, si tratta della guru giapponese dell’ordine, che ha dedicato la sua vita a riorganizzare i nostri spazi. Il suo metodo si chiama Konmari e consiste, dopo un’attenta selezione dei capi, in una serie di arrotolamenti strategici.
In sostanza tutti gli indumenti vengono avvolti su loro stessi e posizionati uno accanto all’altro. Non importa quanto ingombrante possa essere il maglione scelto, in questo modo, scoprirete che lo spazio non viene mai a mancare e che, tra un capo e l’altro o lungo i bordi della valigia, possono essere facilmente inseriti carica batteria, pantofole super flat, e gli immancabili calzini. Per chi non l’avesse mai vista all’opera, consiglio di visionare uno dei suoi video su youtube. Vi assicuro che non ne potrete più fare a meno.
E per finire non si può certo ovviare all’eterno problema dello shopping e dei regali da riportare. Personalmente io scelgo sempre oggetti dalle proporzioni contenute o facilmente inseribili tra un maglione e l’altro come, ad esempio, una stampa o segnalibri particolari. Non dimenticate, poi, che per avere altro spazio a disposizione conviene lasciare a casa la borsa e sostituirla con uno zaino. Anche in questo caso è possibile optare per modelli che abbinino capienza e stile tanto per farsi riconoscere anche in vacanza.
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