Hai mai partecipato a un matrimonio, da personaggio principale, intendo; ovvero, senza essere sposa o sposo ma ricoprendo un ruolo fondamentale nell’ingranaggio? Io sì. Ed è stato piuttosto divertente. Soprattutto quando nel caso specifico ti capita di assistere ad un evento miracoloso: le persone che si sposano lo fanno con l’amore della loro vita. Io mi commuovo per ogni cosa e vengo costantemente presa in giro da tutti per la morbidezza dei miei dotti lacrimali, giusto. Prova tu a trattenere le lacrime di fronte a due esseri umani i cui occhi brillano al solo pensiero di unirsi per sempre.
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Il matrimonio non è un contratto, non è una prigione, non è l’addio ai sogni di gloria: è impegno a prendersi cura sempre dell’altro. Che, sia chiaro, può essere preso anche senza l’autorizzazione di un sindaco o di un prete. Eppure, andando a sintetizzare è lì per me che risiede il senso più importante di un evento del genere, in quelle promesse pronunciate ad alta voce davanti a tutti.
Che poi era la teoria della super cinica Miranda di Sex and the City prima di sposare il suo Steve.
Matrimonio (il cerimonio)
Il matrimonio, insomma, è bello quando dura tanto e non mi riferisco alla longevità del rapporto, quanto al divertimento condiviso che porta alla festa finale. Io sono stata la fortunata che ha potuto truccare la sposa, una responsabilità immane, credimi. Ma anche un grande spasso: soprattutto quando abbiamo provato insieme a far capire alla commessa della profumeria che la persona in questione detestava sembrare Moira Orfei.
Chissà perché tutti pensano che una sposa debba essere diversa da come sia nella realtà. Certo, le luci, i fotografi, le lacrime: bisogna tenere conto di una molteplicità di fattori, ma il più importante per me è uno solo: mantenere intatta la bellezza della protagonista. Capello cotonato? NO! Contouring alla Kardashian? SANTO CIELO, NO!
Fai quello che serve senza esagerare, mi sembra più giusto e sano. Fortunatamente, è andato tutto bene.
Dicevo che piango e piango spesso
o meglio, mi commuovo, anche davanti a situazioni improbabili o di per sé poco trascinanti.
Questo non mi rende migliore di chi non ama mostrare le proprie emozioni, perché non c’è un modo giusto di emozionarsi e in ultima analisi la frase mostrare le proprie emozioni vuol dire tutto e niente. Ognuno fa quello che gli pare. Di una cosa però sono certa dopo le ultime ore, non mi emozionano le cerimonie: mi emozionano gli esseri umani che hanno una storia talmente potente e forte da trascinarti nella loro vita e volerti lì con loro a festeggiare.
I riti, i confetti, le bomboniere
l’obbligo di partecipazione ad un delirio collettivo socialmente riconosciuto come banchetto di nozze sono ammennicoli (leggi cazzate).
Due persone che hanno aperto il loro cuore tanto da farti stare con loro in un momento bello della vita, be’ questo sì che è stato emozionante. Ora che ci penso ho pianto solo due volte a un matrimonio, per motivi legati alla bellezza profonda delle due spose, coraggiose, bellissime, felici e agli sguardi innamorati dei rispettivi sposi. Non è il matrimonio a farmi sciogliere, ma questo.
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