Sei un’amante della moda? Sei convinta che vestirsi bene significhi anche far sì che nessun essere umano sia sfruttato per i tuoi abiti? Hai una spiccata coscienza ecologica, ma non rinunci alle cose belle? Vuoi conoscere nel dettaglio ogni passaggio che ha portato alla creazione dei pantaloni che indossi? Se hai risposto sì ad almeno una di queste domande, sappi che sabato 27 aprile a Torino (Copernico Garibaldi Corso Valdocco 2) Zéeero ospiterà il Fashion Revolution Day. Evento tra i più attesi della Fashion Revolution Week.
Leggi anche: Cosa vuol dire moda sostenibile

Fashion Revolution Week Torino
Fashion Revolution Week: #WhoMadeMyClothes
Oltre 20 workshop, 4 talk, 1 performance live e moltissimi altri eventi in città e dintorni. Si chiama zéeero ma è ricchissima e diffusa la risposta di Torino alla Fashion Revolution Week, la settimana dedicata a promuovere una moda più etica su scala globale. Un nutrito numero di esperti da tutto il mondo si daranno appuntamento il 27 aprile, dalle 09:30 alle 20:30, presso lo Spazio Copernico di Corso Valdocco 2, per far scoprire al pubblico che un sistema moda più attento all’ambiente e alle persone è davvero possibile.
Zéeero è il format ideato da rén (reinvent – educate – network), una no-profit nata dall’impegno di dodici ragazze sparse in tutta Italia accomunate dalla volontà di utilizzare la moda per guidare il cambiamento verso un futuro più sostenibile.
Ad aprire l’evento sarà Marina Spadafora
designer di moda etica e coordinatrice di Fashion Revolution Italia. Lo scopo sarà quello di offrire una visione completa sul reale impatto della moda, presentando un valido modello alternativo. Fatto di educazione, informazione, innovazione ma anche riscoperta della tradizione e dell’eccellenza locale.

Fashion Revolution Week a Torino
Tra gli ospiti, presenti anche Berto Industria Tessile, Meidea, spazio multifunzionale di ricerca a metà fra l’atelier di moda e lo studio di consulenza. E ancora Wami, la startup con la missione di garantire a tutti il diritto all’acqua potabile. Si finisce con MyBeautyBox, leader nel mercato delle mistery box con la più grande community italiana di beauty addicted. Per l’occasione proporrà i suoi cofanetti in veste ‘‘green’’.
Fashion Revolution Week, cosa
In serata, sarà la performance di Sara Conforti, Presidente hoferlab ass. cult. e attivista Campagna Abiti Puliti a dare un potente contributo e messaggio artistico alla rassegna. In una città dove ancora riecheggiano le voci delle migliaia di giovani che hanno sfilato in difesa dell’ambiente nel #FridaysForFuture, non mancheranno gli ospiti d’eccezione. Sarà infatti la Focal Point delle Nazioni Unite per il Cambiamento Climatico, Myra Jackson, a guidarci alla scoperta di una delle industrie più inquinanti al mondo e delle azioni intraprese per mitigarne gli impatti, come la recentissima Alleanza per la Moda Sostenibile, lanciata pochi giorni fa dall’ONU a Nairobi.
Pioniera del cambiamento, sarà presente a Torino una delle realtà più influenti al mondo, il Centre for Sustainable Fashion di Londra, impegnata da oltre dieci anni per la sostenibilità nella moda, rappresentata da Francesco Mazzarella, che proprio al Politecnico di Torino ha cominciato i suoi studi.
Fashion Revolution Week, il messaggio
«Il nostro messaggio è semplice» – riferisce l’instancabile Presidentessa di Rén, Francesca Mitolo, a sua volta fondatrice del brand di moda sostenibile Teeshare – «vogliamo incoraggiare un modo di vivere più consapevole, basato sulla promozione della sostenibilità a tutto tondo, creando senso dove c’è ancora rumore. Per fare questo, farlo meglio e farlo ancora, potete continuare a sostenerci tramite la campagna di crowdfunding di questo mese sulla piattaforma Produzioni Dal Basso (http://sostieni.link/21427). Tutto ciò è possibile grazie al sostegno di ogni singolo individuo, perché al centro di questo flusso ci sono proprio le persone».
Fashion Revolution Week, il ricordo
All’origine di questo evento ci sono, infatti, 1.133 persone che hanno perso la vita nel tragico crollo del Rana Plaza, uno dei poli tessili più grandi e importanti del Bangladesh, una struttura fatiscente ove si lavorava in condizioni inumane. Era il 24 aprile 2013 e sotto le macerie furono rinvenute le etichette di molti brand internazionali – anche italiani – che quotidianamente indossiamo. Qual è dunque il prezzo da pagare per i vestiti che indossiamo? Chi ha fatto i miei vestiti? È la domanda che il movimento Fashion Revolution pone per scuotere le coscienze di noi consumatori, in un tam-tam che va dall’Australia al Brasile, dal Sud Africa al Vietnam, e l’anno scorso ha coinvolto 275 milioni di persone.
Fashion Revolution Week, l’azione
«La Fashion Revolution Week vuole essere il primo passo per la presa di coscienza di ciò che significa acquistare un capo d’abbigliamento» – commenta Marina Spadafora, coordinatrice del Fashion Revolution Day in Italia. – «Scegliere cosa acquistiamo può creare il mondo che vogliamo: ognuno di noi ha il potere di cambiare le cose per il meglio e ogni momento è buono per iniziare a farlo».
Per scoprire il programma completo dell’evento visita la pagina dedicata.
Segui Smack!
Non dimenticarti di seguire Smack! – Blogzine per donne croniche su Facebook. Metti mi piace alla nostra pagina! Iscriviti anche alla nostra Newsletter cliccando sul form in Homepage oppure qui.
Lascia un commento