Ci sono due modi di vivere la nostalgia: lasciandosi travolgere dalla tristezza oppure godersi quei microsecondi di serenità che emergono dal mare in tempesta della memoria. In alcuni giorni vince la prima opzione, e giù a sentire playlist lacrimose. In altri invece riesco ad assecondare la seconda e tutto sommato mi sento davvero bene. Ho deciso di scriverti questo post perché come spesso mi accade, alcuni momenti della vita sono così particolari e unici che necessitano di un approfondimento diverso. E mi viene voglia di prendere la penna e cominciare a graffiare il mio diario segreto.
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Foto di Elijah O’Donnell su Unsplash
Nostalgia canaglia
La nostalgia non è uno di quegli argomenti di cui si parla sui giornali o in televisione, non dal punto di vista di cui vorrei parlarti io. Non mi interessa dirti che negli anni ’80 i gelati erano più buoni e che bastava poco per sentirsi felici, perché quel genere di nostalgia (al momento) non mi interessa. A me interessa quella sensazione che Banana Yoshimoto ha descritto così:
Non capivo perché, ma venivo presa da una nostalgia così lancinante che, anche se mi trovavo a casa mia, sentivo che esisteva un posto, da qualche parte, dove dovevo tornare
La prima domanda è quindi: nostalgia di cosa, di chi?
La risposta deve essere per forza ambigua: non lo so. Il sentimento che ieri mi ha travolto così forte non ha un oggetto. È un sentire in cui si toccano la tristezza per qualcosa di incomprensibile e l’allegria (che parola bella) di essere in grado di provare certe emozioni.
Le persone che ho conosciuto mi mancano in continuazione e la memoria che mi riporta a loro, questa sorta di filo rosso, è un modo di riaverli con me. Non so se sia giusto comunicare a loro quest’impressione, mi sembrerebbe di essere invadente e fuori luogo. O forse fuori tempo. Quindi la tengo per me, cullandola come si fa con un bambino, il cui tepore trasmette serenità.
Mi mancano le case, mi mancano gli odori
Alle volte passeggiando mi passa vicino qualcuno con un profumo così potente che si materializzano interi pezzi della mia vita. E allora sorrido, perché è come se viaggiassi a ritroso e mi ritrovassi in un posto magico e pieno di luce. Talvolta invece sono turbata perché ho la certezza che quei momenti non ritornino più. E quando il buio fa paura, ci bevo su un caffè o indosso una maglietta a righe.
Quindi cos’è la nostalgia?
Prendo in prestito le parole che mi ha detto una cara amica: è il movimento del cuore che ha amato e che ama. Che ha amato e che ama. Credimi, è una bella sensazione.
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