25 anni fa usciva un disco che in qualche modo mi ha cambiata, Under the Pink di Tori Amos. Sono felice che proprio in questi giorni festeggi il suo importante compleanno, perché lo lego alla mia vita. 25 anni fa avevo 18 anni. Sapevo con esattezza chi era la donna sarei voluta diventare, eppure non avevo il coraggio di dire a me stessa di stare male, che tutte le esperienze di cui mi stavo volontariamente privando si stavano portando via un pezzetto di me.
Tori Amos, quella dea dai capelli rossi parlava una lingua misteriosa che non comprendevo, ma amavo la sua voce, la sua bellezza, il coraggio di mostrarsi fragile. E le sue parole a volte scandalose.
I miei anni ’90

Foto di Rolling Stone
Under the Pink & me
Non è un caso che proprio in questi giorni senta così forte l’esigenza di ricostruire i miei pesantissimi anni ’90. Gli anni del “sono brutta, nessuno mi vorrà, guardatemi, ho solo la mia intelligenza, il corpo? Ma va“.
Gennaio è stato un mese pesante, non te lo nascondo. Anzi, pesante e lungo, molto lungo. Un mese in cui si alternati momenti belli, momenti addirittura esaltanti e abissi di tristezza. Per abisso di tristezza intendo quelle giornate in cui ero triste e non avevo alcuna voglia di sentirmi meglio. Non capitano spesso, ma quando quei giorni arrivano sento l’esigenza fortissima di starci dentro in quella sensazione, senza scappare. E allora analizzo, valuto, mi faccio coraggio da sola, cerco amici da cui poter prendere energia.
Gennaio è stato pesante perché ancora una volta mi ha costretta a fare i conti con me stessa, con le realizzazioni conquistate e con quelle piccole carenze che ogni tanto si fanno sentire. Non sono più letali, e anche questo è importante, eppure pungono, pizzicano, danno fastidio. Ma…
Non posso fare a meno di pensare che sono partita da tanto lontano e che il mio percorso di crescita o semplicemente di vita è in continua trasformazione. Non sono più la stessa persona di 20 anni fa e non è una cosa ovvia. Sul serio, pensa alla tua vita e pensa alla persona che sei oggi. Quanto tutto è diverso da ieri, un mese fa, dieci anni fa?
Under the Pink vuol dire sotto il rosa
Sotto il rosa della pelle, dove tutto nasce e si sente. Dove ogni cosa fa male e dove fiorisce. In quegli anni sotto la mia pelle c’erano un mare di sensazioni impossibili da spiegare. Avevo voglia di scomparire e allo stesso modo di farmi trovare. Ero una contraddizione, un mistero. La vita era davanti a me, ma stavo in un acquario e nuotavo in quelle acque ferme senza lamentarmi, ferita ogni tanto da un dolore che non comprendevo.
Lì c’erano Pretty Good Year e Past the mission e quella Cornflake girl così bella che mi risuonava sempre in testa. Da tempo non riascoltavo Under the Pink, perché qualcosa mi teneva lontana da lui. Oggi no, oggi ho proprio voglia di sentirlo e sentirlo per bene. Perché anche se con fatica enorme, c’è una donna nuova che ti scrive. Che sarà ancora diversa. Chissà dove sarò tra qualche anno.
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