Qualche giorno fa ho postato su Instagram una frase di Fernando Pessoa come didascalia a un’immagine di nudo femminile di Henry Matisse. La linea nera dell’artista ha disegnato una schiena di donna. Si vedono i capelli, il profilo del seno e si intuisce la morbidezza di quel corpo femminile. Misterioso e chiaro nello stesso tempo. Quella è la donna che vorrei sempre essere. Certa, forte, eppure accogliente e calda. Sono giorni ormai che le parole di Pessoa mi tormentano con affetto. Tanto da voler cominciare il 2019 con il loro monito.
C’è un tempo in cui devi lasciare i vestiti, quelli che hanno già la forma abituale del tuo corpo, e dimenticare il solito cammino, che sempre ci porta negli stessi luoghi. È l’ora del passaggio: e se noi non osiamo farlo, resteremo sempre lontani da noi stessi.
Penso continuamente ai vestiti che hanno la forma abituale del mio corpo, a quanto siano sicuri e comodi. E penso con altrettanta forza a quanto sia importante indossare qualcosa di nuovo, senza però mai tradire se stessi. Non si tratta di forzare la propria natura, di programmare artificiosamente un cambiamento. Semmai di assecondare una trasformazione che è già in atto dentro di me, dentro di te.
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2019, a noi due
Il 2018 che è appena finito mi ha regalato una quantità incredibile di realizzazioni, professionali ma soprattutto umane. Ho ricominciato o forse cominciato per la prima volta ad amare me stessa e a pronunciare ad alta voce dei no importanti. Rivolti a tutte quelle persone che in qualche modo hanno provato a farmi sentire stupida solo perché per me i rapporti, le relazioni, l’amicizia, l’amore (se è tale) hanno un valore inestimabile.
Posso dire con sicurezza che questo pensiero non andrà via coi vestiti vecchi. Anzi, vorrò trovare per lui abiti nuovissimi cuciti su misura dal più bravo sarto del mondo. Perché alla fine la domanda essenziale è sempre la stessa: cosa vuoi dalla vita?
Io voglio amare e essere amata
Ché amare non è (solo) un sentimento, ma avere il desiderio di conoscere l’altro, come se non bastasse mai. Come se fosse la cosa più essenziale al mondo. E lo è. L’amore è una danza. E per ballare, muoversi al ritmo della musica, bisogna essere certi di sé. E volersi tanto bene.
Amare sé stessi
Rivedo la donna di Matisse, così bella anche se non riesco a scorgere il suo volto.
È una sconosciuta
È colei che vorrei essere, quel mistero che non si esaurisce mai. Non il bicchiere d’acqua quando si ha sete, non il pezzo di pane quando si ha fame ma il profumo dei gelsomini quando scende la sera d’estate e il calore del sole non fa più male.
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