“Perché non vieni da noi? Ce ne stiamo a casa, mangiamo tranquilli, a Mezzanotte stappiamo lo spumante e finisce lì…” Peggio della domanda cosa fai a Capodanno c’è solo la risposta su quello che farai davvero a Capodanno. E se un amico ti propone una tranquilla serata casalinga, tu gli credi. Lo fai perché sei una persona buona, gentile. E perché sei un’inguaribile ottimista. Hai sperato, chissà perché, che Capodanno sarebbe stata una normale serata tra persone un po’ alticce. E sei finita in mezzo ad una bossa nova improvvisata.
Coraggio.
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Foto di JESHOOTS.COM su Unsplash
Capodanno, ultima fermata
Tutti abbiamo vissuto una serata di Capodanno tra amici (detti amisci nella zona di Roma) che è poi degenerata in un trenino. Il trenino è ontologicamente legato all’ultimo giorno dell’anno. Contiene un abisso, che è proprio quello dove sai di finire. Leggi tanti libri, ami il buon cibo, ti interessi di politica e cultura. Poi, ad un certo punto, inizi a canticchiare Brigitte Bardot Bardot e il mondo si ferma.
Eppure, fino a qualche minuto prima, tutto sembrava normale perfino noioso.
Hai posato i tuoi occhi su una tavola ricoperta in ogni centimetro quadrato di forchette di plastica, cucchiai di plastica, coltelli di plastica, cucchiaini di plastica, piatti di plastica e pure i tovaglioli di plastica.
Ti hanno gentilmente offerto un Uniposca nero per scrivere il tuo nome sul bicchiere (di plastica), così non te lo saresti perso. E durante il rispettoso silenzio per il discorso del Presidente della Repubblica hai ripensato alle coincidenze della vita, ai momenti belli e a quelli tristi dell’anno che stava per finire.
Hai anche pensato all’espediente Fantozzi
cioè prendere tutte le sveglie di casa del tuo amico, se necessario anche tutti gli orologi degli invitati, e metterli un’ora avanti per poter fuggire, ma non ne hai avuto il coraggio, perché in fondo pensavi di meritartele le pennette burro e salvia di Giulia.
Forse per quella volta che hai parcheggiato sulle strisce pedonali a via Ovidio
Poi sei tornata in te. Alle 2:00 hai fatto diventare un ricordo il rumore della musica felice. Il trenino si è fermato. I piatti di plastica rossi vengono rinchiusi tutti nel secchio dell’immondizia.
E adesso, cosa succede il Primo gennaio? Le lenticchie sono avanzate, lo zampone no. Il pandoro comprato il 5 marzo dello scorso anno, con encomiabile anticipo sui tempi, è stato disintegrato.
Pazienza se altre dodici persone ti hanno regalato altrettanti panettoni, di cui due farciti all’avocado
nicaraguegno. Tu hai voglia di qualcosa di diverso.
Aspetta l’anno prossimo.
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