Come immagini l’inferno, come uno scenografico rincorrersi di diavoli e anime dannate o come un luogo spettrale e freddo? Lo scrittore e filosofo Jean-Paul Sartre apparteneva di certo a questa seconda scuola di pensiero e nel dramma intitolato A porte chiuse, vede due donne e un uomo imprigionati in un nulla eterno. Congelati nell’impossibilità di redimersi dalla sofferenza che i personaggi si infliggono gli uni con gli altri. Legati da un filo sottile e fragile a quelle poche persone che ancora provano a ricordarli.
Da stasera in scena al Cometa Off di Roma, fino al 18 novembre, la pièce viene riletta dallo sguardo dell’attrice e regista Marine Galstyan. Che sul palco farà ballare i protagonisti, Sargis Galstyan ed Eleonora Scopelliti a passo di tango.
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Marine Galstyan
A porte chiuse
Garcin, Inès ed Estelle entrano ad uno ad uno in una stanza, accompagnati da un valletto. Sono ancora in grado di vedere cosa succede sulla Terra, ma le loro visioni anziché pacificarli, innescano una serie di torture sempre più feroci.
L’uomo ha tradito ripetutamente la moglie, spingendola al suicidio.
Inès ha intrecciato una relazione con una donna, obbligandola ad eliminare il marito.
Estelle ha ucciso il figlio frutto di una relazione adulterina.
- Sargis Galstyan
- Eleonora Scopelliti
Marine Galstyan danza con Sartre
Com’è stato lavorare ad un’opera così importante per il teatro contemporaneo?
Ho sentito una grande responsabilità perché è un classico. Negli anni di studio Sartre mi ha aperto gli occhi sul mondo. Sono rimasta folgorata dall’idea di poterla mettere in scena.
Un sogno realizzato, quindi
Sì, sono riuscita a realizzare tutto come sognavo, a livello delle scenografie e dei costumi e delle dinamiche.
È uno spettacolo bello e complesso, tutto è studiato
Ogni sedia, ogni costume ha un ruolo. I personaggi entrano in scena coperti. Pian piano si scopre la vera natura di ognuno che Sartre ha interpretato con i colori. Rosso, blu e verde.
Tu sei Ines
Il rosso! Una quarantenne lesbica, molto infelice e cinica. È una donna che dice le cose come stanno, per questo non è amata.
Sa essere feroce anche con se stessa?
Sì e fa male. Da quando ho cominciato a lavorare sul ruolo mi ha cambiato il punto di vista nella vita. Mi ha insegnato ad essere più schietta, meno riservata e timida. Non sono cattiva come lei, ma come succede con tutti i personaggi che interpreto, li giustifico. Il pubblico vede la sua sofferenza e prova simpatia per lei. Nessuno è così.
Siamo il frutto della società in cui viviamo
Come descriveresti l’inferno di Sartre?
Non so a cosa pensasse Sartre quando ha scritto A porte chiuse, ma io immagino l’inferno esattamente così, con una porta misteriosa.
Perché il tango?
Quando ho letto il testo la prima volta ho visto il tango, con i suoi passi angoscianti. E ho sentito Astor Piazzolla. Ecco perché.
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