La vera Wonder Woman si chiama Emanuela Lupacchino, è una delle disegnatrici di fumetti più brava e nota all’estero e la sua storia è una vera ispirazione per tutti quelli che dalla propria vita vogliono qualcosa di più. Quella realizzazione professionale che è anche (prima di tutto) umana.
Emanuela ha iniziato a lavorare come biotecnologa. Carriera universitaria brillante, laurea a pieni voti e subito un posto tra provette e microscopi. Poi, il richiamo della sua grande passione per tavole e colori è stato più forte.
L’amore, si sa, muove ogni cosa.
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Emanuela Lupacchino su dc.wikia.com
Emanuela Lupacchino, wonder girl
Emanuela, la tua storia sembra una favola. Come diventi disegnatrice?
La storia è molto semplice. Da bambina avevo sempre avuto una passione per il disegno. Passavo ore a disegnare, a livello amatoriale. Però tutti i miei studi sono stati scientifici. Mi sono laureata a pieni voti e ho subito trovato lavoro in un laboratorio dove si conducevano ricerche sul DNA. Per molti mi sono occupata di questo. Almeno fino ai 24 anni.
E poi?
Per necessità e un po’ per rassegnazione, visto che con la ricerca era molto difficile mantenere una continuità lavorativa e che per la mia figura non uscivano concorsi che mi dessero stabilità economica, mi sono detta
“Bisogna trovare un’uscita di sicurezza“
Il disegno…
Per un certo periodo di tempo ho cominciato a studiare come fumettista. Mi sono rimessa a studiare da zero, ho frequentato l’accademia delle arti figurative e lì è cominciato tutto. Al secondo anno di corso si intravedevano già le prime collaborazioni.
Quando hai capito di essere brava e che quello sarebbe diventato il tuo lavoro?
Ci ho creduto io per prima, ma la spinta mi è arrivata da tutti quelli che mi stavano intorno, che vedevano questa mia grande capacità. Una collega mi disse, “Ci sono milioni di persone che fanno quello che fai tu, ma non ti rendi conto del tuo grande talento”.
In effetti se sai fare una cosa che fanno 3.000 persone sei uno dei tanti. Se sai fare una cosa che fanno altre 3 persone, ha un altro peso.
Ho studiato tanto, è stato un percorso tanto impegnativo
Emanuela Lupacchino, wonder woman
Quali sono state le difficoltà più grandi che hai dovuto affrontare?
Per prima cosa, mi mancavano gli agganci per capire come muovermi in un mondo che è davvero di nicchia. Era tutto nuovo. Poi il fattore economico. Tutto aveva un costo, la scuola, i materiali… è stato un investimento su qualcosa che comunque non era una certezza. Poi ho iniziato a prendere confidenza.
Hai puntato tutto su di te. Mi sembra una cosa bellissima
Guardando indietro ti direi che è stato un salto nel buio. La mia fortuna è stata non mollare mai, crederci e guardare sempre avanti. Se avessi titubato ai primi fallimenti, che purtroppo ci sono stati, non sarei arrivata qui.
Emanuela Lupacchino alla scoperta degli USA
Dall’Italia hai guardato all’America. C’è un altro approccio negli States?
Sì, assolutamente. A livello economico il fumetto viene trattato come ogni prodotto che viene immesso sul mercato. Le case editrici americane non risentono della mancanza di lettori, della mancanza di introiti. In America l’industria è molto più solida.
Ho iniziato a fare la fumettista con l’idea che doveva darmi il pane
Doveva garantirmi uno stipendio a fine mese. E quando ho capito che il lavoro potesse diventare stabile non ho avuto più alcun dubbio.
E poi arriva a Wonder Woman. Parlami di come tecnicamente lavori a una storia
Io faccio parte di una squadra che somiglia ad un’orchestra di musicisti. Parto dalla storia, che è il primo impulso. Noi abbiamo un gruppo editoriale in cui gli editor sono i direttori d’orchestra e poi c’è il team artistico che è composto dalla sottoscritta e dall’inchiostratore, dal colorista e via di seguito. A capo di tutto il processo c’è lo scrittore. Quando mi arriva la storia devo subito visualizzarla nella mia mente. Ci sono storie bellissime che per me sono state pesanti. Ad esempio quelle di guerra perché necessitavano di un lavoro di documentazione.
Emanuela Lupacchino, l’artista
Dove sta la tua originalità di artista in un lavoro che è rigidamente codificato e che deve seguire dei criteri ben precisi?
Grazie per la domanda. Ogni personaggio DC, Batman, Superman, Wonder Woman, per citare i più iconici, devono essere così come i lettori li hanno conosciuti. Li abbiamo sempre davanti agli occhi, devono essere riconoscibili.
Ma un artista ci mette il suo
E possiamo muoverci su una linea d’ombra piuttosto sottile. Ci sono delle cose che ci sono permesse e altre che non possiamo fare. Quello che mi piace fare con i personaggi è giocare forzando i loro atteggiamenti e le loro movenze, secondo quello che mi piacerebbe vedere in loro.
Wonder Woman agisce come tale, non potrei mai disegnarla super sexy, perché lei è un’amazzone. Posso darle espressioni risolute, però. E queste sono mie. Ogni artista mette la sua impronta.
Emanuela Lupacchino e le sue creature

Emauela Lupacchino su comicvine.gamespot.com
Quali sono i personaggi che senti tuoi?
Ti dico Wonder Woman e Super Girl. Sono i personaggi maggiormente nelle mie corde.
È un caso che si tratti di due personaggi femminili?
Noi siamo conoscitrici della natura della donna e questo ci permette di disegnare personaggi femminili più vividi. Prima venivano filtrati dagli occhi di un uomo. Adesso abbiamo tolto qualunque filtro. Una donna che disegna un supereroe donna è libera da qualsiasi pregiudizio. E non perché i personaggi siano più femminili, attenzione.
Wonder Woman è sempre una guerriera
Non l’abbiamo addolcita, l’abbiamo calata in quella che è la sua effettiva natura. E l’abbiamo resa molto più leggibile. Io penso che la donna abbia una grande grande sensibilità nel disegnare personaggi e nel capirli. La marcia in più è nel centrare appieno l’emotività dei personaggi. Questo crea un maggior coinvolgimento nel lettore.
Emanuela Lupacchino e i comics
Sei sempre stata un’appassionata di fumetti?
Sono cresciuta tra fumetti e animazione. Qualunque cosa guardassi, da che ho memoria, un cartone animato, un fumetto, un film d’animazione, non lo guardavo a livello superficiale. Andavo a guardarmi i dettagli, gli aspetti tecnici. Ero focalizzata su un certo grado di apprendimento specifico della materia. Non è solo una passione, è una fissa.
Ti piacerebbe lavorare ad un’opera tutta tua?
Me lo chiedono in tanti. Be’ a ognuno di noi piacerebbe realizzare un progetto personale. Ma io ho già un amore enorme per quello che faccio, sono arrivata a fare quello che ho sempre sognato di fare, disegnare Wonder Woman. Più di questo il destino non mi può regalare.
E poi non è detto che un bravo disegnatore possa essere anche un bravo scrittore
Scrivere storie non mi appartiene, farei qualcosa a metà e me ne dispiacerebbe. L’ambizione personale sarebbe lavorare all’ideazione di un film d’animazione, quello sì. Ma resto un’artista, non mi avvicino alla scrittura.
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