C’è stato un tempo in cui solo una bomba atomica sganciata su Roma avrebbe potuto distogliermi dalla visione di Miss Italia. Ero poco più di una bambina e mi emozionavo a vedere quella schiera di ragazze in lotta per il titolo di più bella della nazione. Naturalmente non mi perdevo mezzo servizio sui rotocalchi. E neanche film televisivi irricevibili come quello diretto dal grande Dino Risi nel 2002.
Ricordo lo scandalo Mirka Viola, la prima miss mamma. E ricordo anche un articolo lacrimevole (e temo artificiosamente costruito) sulla povertà presunta, con riscatto sociale annesso, di Nadia Bengala, Miss Italia 1988.
Insomma, Miss Italia era un appuntamento imperdibile, una specie di lente d’ingrandimento su un meraviglioso regno delle favole in cui decine di ragazze si accapigliavano per la vittoria finale a suon di sorrisi e “pace nel mondo“.
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Miss Italia, l’identikit
La miss perfetta era acqua e sapone, semplice (tanto semplice), magari studentessa modello e fidanzata in casa da almeno 12 anni. Timida e talentuosa, naturalmente.
Formosa come Sophia Loren (che non vinse il titolo) o elegantissima come Lucia Bosè. Intelligente e spigliata come Miriam Leone (la migliore degli ultimi dieci anni) oppure atletica come Martina Colombari.
E oggi?
Non sono contraria a priori allo show. Sono sufficientemente smaliziata da sapere che un fenomeno come Miss Italia, per quanto obsoleto, eserciti ancora un grande fascino sulla platea televisiva. Di certo, però, ha perduto l’allure primigenia. Si sente la mancanza di un professionista come Fabrizio Frizzi che da solo nobilitava tutto il baraccone.
Soprattutto ho la sensazione che lo spettacolo abbia smarrito la sua indole pop e la sua utilità, in termini di visibilità assoluta. Non ricordo nemmeno il nome della vincitrice dello scorso anno, che per la cronaca si chiama Alice Rachele Arlanch. La nuova reginetta di bellezza è invece la marchigiana Carlotta Maggiorana, 26 anni, ballerina e attrice.
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Abbiamo ancora bisogno di Miss Italia?
No, non credo, ma è un genere di competizione su cui non calerà mai il tramonto. Come il Festival di Sanremo del resto; che tuttavia ha un impatto molto più forte sulla nostra vita quotidiana.
Il punto è che una competizione basata sulla bellezza (per carità poi c’è di più eh) rischia di essere fuori tempo massimo e totalmente insensata.
Anche per chi desidera un posto al sole e un trampolino di lancio per una carriera nel dorato mondo dello showbiz.
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